Chi ha vinto alle elezioni Europee del 2019?
Pezzo seo per il 4 giugno – Risultati 2019 delle europee_omce
A cinque anni di distanza, l'Italia e l’Europa si preparano nuovamente alle urne europee. Era il 26 maggio 2019 quando gli italiani, insieme ai cittadini di altri 27 paesi UE (c’era ancora il Regno Unito), esprimevano il proprio voto per rinnovare il Parlamento europeo. Un'elezione che in Italia vide il trionfo della Lega di Matteo Salvini, che con il 34,3% dei voti si affermò come primo partito nazionale.
"Siamo il primo partito al Nord e al Sud", esultava allora Salvini, rosario in mano, in una conferenza stampa nella notte elettorale. "Non regoliamo i conti, non chiediamo poltrone, il contratto di governo non cambia", assicurava. Ma pochi mesi dopo, ad agosto, la Lega avrebbe fatto cadere il governo gialloverde, aprendo la strada a un inedito esecutivo giallorosso Pd-M5S, il Conte II. Quel voto fu l’apice del consenso salvianiano.
Il successo fu netto ed inequivocabile: la Lega passò dal 6,2% del 2014 al 34,3%, conquistando 28 seggi. Alle politiche 2018 aveva preso il 17,7%. Un risultato che consolidava la sua leadership nel centrodestra, nonostante la crescita di Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, che si attestò al 6,4% e che – sappiamo oggi – si sarebbe presa 3 anni dopo la leadership della coalizione e Palazzo Chigi.
I RISULTATI 2019 DEL VOTO EUROPEO IN ITALIA
Il Partito Democratico, guidato da Nicola Zingaretti, si piazzò secondo col 22,7%, superando il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio, crollato al 17,1% dal 32,6% delle politiche di dodici mesi prima. "Ora il governo è ancora più fragile", commentava Nicola Zingaretti, preconizzando gli sviluppi futuri.
In Europa, i popolari si confermarono primo partito con 179 seggi, seguiti dai socialisti a 153. I verdi furono la sorpresa, salendo a 69 seggi, trainati dai buoni risultati in Germania e Francia. I sovranisti dell'Enl, gruppo di Salvini che poi diventò Identità e democrazia, ottennero 58 seggi, un avanzamento significativo ma non il trionfo che speravano. La metà dei seggi dell’Enl erano italiani.
Quel voto, pur frammentando il Parlamento, gettò le basi la nomina di Ursula von der Leyen come prima donna alla guida della Commissione europea.
I RISULTATI 2019 DEL VOTO EUROPEO
La sua elezione, avvenuta a luglio di quell’anno con soli 9 voti di scarto, rifletteva i nuovi equilibri. Von der Leyen, esponente della Cdu tedesca e quindi del Ppe, fu sostenuta da una maggioranza "Ursula", che andava oltre la tradizionale alleanza tra popolari e socialisti.
Cruciale fu l'appoggio dei liberali di Alde (105 seggi – oggi Renew Europe), guidati da Macron, e di gran parte dei socialisti. Un sostegno a sorpresa giunse anche dal Movimento 5 Stelle italiano, in rotta con la Lega di Salvini, che invece si oppose. Questa mossa del M5S forse preannunciava anche il futuro governo giallorosso in Italia anche se – quando ad agosto Salvini farà cadere il governo – le elezioni sembravano l’esito più probabile.
Oggi, alla vigilia delle europee 2024, quei risultati sembrano appartenere a un'altra era. Di lì a pochi mesi l'Italia e l'Europa sarebbero state travolte dalla pandemia di Covid, riscrivendo priorità, equilibri e alleanze. L’Unione ha affrontato la pandemia, con i Paesi che soprattutto nella prima fase sono andati ognuno per conto proprio, ma poi insieme hanno anche partorito il Recovery Fund e il Pnrr. Certo, gli equilibri sociali ne sono usciti stravolti. Cinque anni dopo, le destre sono in avanzata e tutti si aspettano che la prossima legislatura sarà quella del rilancio, o del reflusso.Ma nel 2019 tutto questo era imprevedibile.