Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re, le differenze tra libro e film

il signore degli anelli - il ritorno del re, le differenze tra libro e film

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Come accaduto con La Compagnia dell’Anello e Le Due Torri, anche stavolta andremo ad analizzare le differenze tra la trilogia filmica di Peter Jackson ed il capolavoro letterario di Tolkien intitolato Il Signore degli Anelli.

Al termine del nostro viaggio siamo oltremodo consapevoli della qualità delle pellicole cinematografiche di Peter Jackson, al netto delle licenze creative del regista: egli è stato in grado di riportare in auge un fantasy senza tempo, trattandolo con riguardo e riverenza.

Con Il Ritorno del Re, Jackson s’era prefissato di trattare il Libro Quinto e Libro Sesto (La Guerra dell’Anello ed Il Ritorno del Re), puntando il focus sulla descrizione della battaglia dei Campi del Pelennor: una meraviglia di tecnica e riprese ad hoc, un tripudio di citazioni da brividi ed action, che non diverge quasi per nulla dalla descrizione offerta da Tolkien.

Pronti ad affrontare Sauron in persona? Seguiteci in quest'analisi delle differenze tra film e libro de Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re!

L'inizio, la trappola di Gollum

Come già anticipato nell’articolo sulle differenze tra libro e film ne Le Due Torri, la prima lampante discrepanza filmlibro riguarda l’inizio: il libro Le Due Torri termina con il ricongiungimento di Aragorn e i suoi a Merry e Pipino, mentre Frodo, dopo essere stato punto da Shelob (Aragne), cade nelle mani degli orchi.

La pellicola di Jackson, invece, si apre proprio con Frodo e Samvise nella tana del gigantesco ragno, pronto a banchettare con le loro carni.

Samvise lotta contro Gollum e Shelob

Coraggio Signor Frodo. Non posso portare io l’Anello, ma posso trasportare voi ed esso insieme.

Alzatevi! Suvvia, Signor Frodo, caro! Sam vi porterà in groppa. Ditegli dove deve andare, e lui vi andrà.

Una differenza sostanziale consiste nella rivalità che si sviluppa a Cirith Ungol tra Samvise e Gollum, i due accompagnatori di Frodo: nel romanzo il giardiniere della Contea non si separa mai dal padrone ed entrambi fronteggeranno Shelob, tant’è che Samvise viene attaccato da Gollum che tenta di strozzarlo.

Mentre lo hobbit lotta per la vita, Frodo viene punto dal ragno: nulla potrà il coraggioso Samvise contro la discendente della potente Ungoliant, malgrado provi comunque ad affrontarla.

Nella pellicola, di contro, Gollum riesce a separarli con un escamotage infimo: sbriciola il pane elfico e dà la colpa allo hobbit giardiniere, provocando l’ira di Frodo ed un litigio animato tra i due.

Sarà la separazione tra i due hobbit a determinare ciò che accadrà in un secondo momento del film, tant’è che il Baggins entrerà da solo nella tana di Shelob, cadendo nella trappola di Gollum.

Nubi oscure durante la battaglia di Pelennor

Per conferire una maggiore drammaticità allo scontro, Tolkien avvolge la battaglia di Pelennor nella completa oscurità, mentre una coltre di fumo color pece che proviene da Mordor cela ad occhi indiscreti le file di Sauron.

Le tenebre vengono sfruttate, tuttavia, anche dei cavalieri di Rohan che, approfittando del buio pesto, sorprendono l’esercito nemico.

Jackson, di contro, non poté ambientare la pellicola al buio, spogliando l’arrivo dei cavalieri di Rohan dell’effetto sorpresa.

Il dono di Arwen

Partendo dal presupposto che sia nel film che nel romanzo sia un dono della splendente Arwen ad aiutare Aragorn ad abbracciare il proprio destino di Re Degli Uomini, l’intervento dell’elfa viene descritto in maniera differente:

Nel libro, durante la marcia verso Gondor di Théoden, i Rohirrim e la Compagnia, l’esercito del re viene raggiunto dai Dunedain: questi ultimi suggeriscono ad Aragorn di dirigersi alla roccia nera di Erech.

Qui, da secoli ormai, giace l’esercito di morti che infranse il giuramento fatto a Isildur: soldati che risponderanno solo al loro vero re.

Così, Aragorn (accompagnato dai Dunedain, coloro che appartengono alla stirpe di Numenor) si dirige a Sud indossando l’albero bianco, lo stendardo ricamato dalla sua amata Arwen che lo renderà immediatamente riconoscibile agli occhi dell’esercito dei morti.

Nella pellicola, invece, Arwen ha convinto il padre a far recapitare ad Aragorn Narsil riforgiata in Anduril: in questo modo, il Dunedain destinato a diventare Re potrà convincere i morti a seguirlo in battaglia.

Gli Orchetti dimenticati

Tanto il libro, quanto le versioni estese dei film tetano, per quanto possibile, di fornire qualche informazione in più sulla loro razza: si tratta certamente di una società grezza e permeata da odio e cattiveria, dove vige la legge del più forte.

Tolkien accenna a qualche loro nome, partendo proprio da Le Due Torri: tra i carcerieri di Merry e Pipino vi sono infatti gli Orchetti Grishnàk e Uglùk, mentre durante la Battaglia del Fosso di Helm, Aragorn stesso parla con la massa di Uruk-hai.

Ne Il Ritorno del Re, quando Frodo viene catturato, due Orchetti iniziano a litigare per la sua cotta di mithril nanico: si chiamano Shagrat e Gorbag, e il loro litigio degenera in una rissa, che dà la possibilità a Sam di infiltrarsi nella torre.

A Morgoth, Frodo e Sam si imbattono in diversi esempi orcheschi, tra compari litigiosi e un Uruk-hai che manda avanti a frustate un plotone di Orchetti.

Tuttavia, l’unico Orco che effettivamente compare in entrambe le versioni del film è Gothmog, comandante in seconda delle armate di Mordor che assediano Minas Tirith: sulla pagina questo antagonista non appartiene ad alcuna razza, quindi il suo essere Orchetto nei film è un’altra licenza poetica di Peter Jackson.

Cosa sono case di Guarigione?

Se la cinematografica battaglia nei campi di Pelennor è in linea con la descrizione tolkeniana, il capitolo successivo si differenzia non poco.

Nel libro, Aragorn (ormai consapevole di essere destinato a diventare il Re degli Uomini) non solo si confronta faccia a faccia con Sauron, ma sfrutta le sue doti di guarigione per alleviare le pene dei feriti in battaglia attraverso la sola imposizione delle mani: Eowyn, il piccolo Merry, ma anche il prode Faramir.

Questa sequenza di guarigione viene quasi del tutto dimenticata nella versione cinematografica, tant’è che lo spettatore può assistervi solo nella versione estesa del film grazie alle scene riguardanti le Case di Guarigione.

Gandalf si scontra con il Re Stregone ai cancelli di Minas Tirith

Un’altra scena eliminata, ma poi inserita nella versione estesa, riguarda il confronto tra Gandalf e il Re Stregone di Angmar.

Si tratta di una breve sequenza ambientata tra il momento in cui Pipino informa Gandalf del folle gesto di Denethor e la corsa dei due per fermarlo: qui il Bianco si trova faccia a faccia con rima che il nemico ma, prima che lo stregone riesca a colpire Gandalf, viene distratto dall’arrivo dei Rohirrim.

Dal Re Stregone di Angmar proviene la citazione più raffinata della trilogia: quando Eowyn, ancora travestita da uomo sotto il nome Dernhelm, si frappone tra il Re Stregone e il morente re Théoden, il nemico afferma che nessun uomo vivente potrà impedirgli nulla. A questo punto, Eowyn rivela di non essere uomo, ma donna:

Impedirmelo? Sei pazzo! Nessun uomo vivente può impedirli nulla!»

Ma io non sono un uomo vivente! Stai guardando una donna! Io sono Éowyn figlia di Eomund. Tu ti ergi fra me e il mio signore dello stesso mio sangue! Vattene, se non sei immortale!

L’evoluzione del rapporto tra Eowyn e Faramir

Peter Jackson non si perde in chiacchiere ne Il Ritorno del Re: dedica alla attaglia di Pelennor (quasi) l’intera pellicola, spogliando d’importanza alcune grandi storie, tra cui quella dell’amore tra Eowyn e Faramir.

Mentre nel libro molte sequenze sono dedicate all’evolversi del loro rapporto e alla nascita di un amore, nel film viene loro concesso un esiguo minutaggio: assistiamo al congiungimento tra i due solo nelle scene raffiguranti le Case di Guarigione e nell’epilogo.

Nei romanzi, di contro, Tolkien si sofferma a lungo sulla loro storia d’amore, tant’è che il bacio tra i due è l’unico descritto dall'autore.

La fine di gollum

Dopo aver attraversato Mordor, Samvise e Frodo giungono al Monte Fato: qui, Gollum ricompare aggredendo il giardiniere, dopodiché si getta su un invisibile Frodo, riuscendo a strappargli il dito che indossa l’Anello.

Nel romanzo, quel che resta del buon Smeagol saltella e danza per la gioia e scivola nella voragine. Nel film Jackson trova un escamotage per aumentare la tensione con una lotta corpo a corpo, Gollum contro Frodo: entrambi cadono ma, mentre il secondo viene salvato dal prode Samvise Gamgee, il primo si dissolve per il calore della lava. Assieme all'Anello.

Un tripudio di addii

A dispetto di ciò che i fan possano credere, l’epilogo de Il Signore degli Anelli per Tolkien è stato il momento perfetto per congedarsi dai suoi numerosi personaggi, pertanto Jackson mostra agli spettatori i due momenti catartici dell'intera opera: l’incoronazione di Aragorn, ma anche il matrimonio con Arwen, sono dolo due dei tanti lieto fine concessi ai nostri amati protagonisti.

Per Frodo!! Addio miei coraggiosi Hobbit, la mia opera è terminata! Qui infine, sulle rive del mare si scioglie la nostra Compagnia. Non vi dirò "non piangete", perché non tutte le lacrime sono un male!

Nel romanzo, oltre ai due sopracitati, assistiamo al funerale di re Théoden (caduto in battaglia), ma anche all’incoronazione del nipote Eomer, nonché alla prova dell’amore tra Faramir ed Eowyn. Salutiamo Barbalbero, per poi imbatterci in Saruman ed assistere alla sua morte per mano di Vermilinguo.

Quando Frodo, Pipino, Merry e Samvise Gamgee fanno ritorno a casa, trovano i campi devastati e gli abitanti prigionieri nelle grinfie di un certo Sharkey: questi non è altro che Saruman.

Troviamo un veloce rimando all’evento quando, nel film, Frodo guarda nello specchio donatogli da Galadriel.

Come muore Saruman?

Il ritorno alla Contea e la morte di Saruman rappresentano, forse, le differenze più lampanti tra pellicola e controparte cartacea.

Nei libri di Tolkien vi è un intero capitolo dedicato all’incontro tra il malvagio stregone e la Compagnia: siamo ad Orthanc al termine della guerra, Saruman e Vermilinguo sono sotto la supervisione degli Ent e, dopo essere riusciti ad impietosire Barbalbero, fuggono dirigendosi alla Contea.

Di lì a poco, sotto un falso nome, lo stregone nero devasta la terra degli Hobbit: tuttavia, ancora una volta, la bontà e la pietà di Frodo lo salveranno da morte certa. Il giovane Baggins gli intimerà di andarsene, mentre Grima potrà decidere se restare o meno alla Contea.

Saruman, la cui anima è stata ormai irrimediabilmente marchiata dal male, prende ad ingiuriare Vermilinguo che, stanco delle vessazioni, si fionda su quest’ultimo e gli taglia la gola di netto, prima di essere colpito dalle frecce degli hobbit.

Saruman rise. « Tu fai quello che ti dice Sharkey, vero, Verme? Ebbene ora ti dice: seguimi! ». Gli sferrò un calcio in pieno viso e Vermilinguo si voltò e lo seguì. Ma improvvisamente qualcosa scattò in lui; si rizzò a un tratto, estraendo un pugnale nascosto e ringhiando come un cane saltò sulla schiena di Saruman, gli tirò indietro la resta, gli tagliò la gola e corse giù per il viale con un grido.

Prima che Frodo potesse riprendersi e pronunciare una parola, tre frecce hobbit sibilarono e Vermilinguo cadde morto.

Nei film, non accade nulla di tutto ciò: non esiste alcun capitolo dedicato allo stregone nero, ne’ tantomeno una sorta di pseudo-redenzione per lui.

Rintanato nella sua fortezza del male, Saruman discute animatamente con Gandalf:  dopo essere stato privato dei suoi poteri dallo stregone Bianco, si lascia pervadere dalla rabbia e prende a deridere Vermilinguo, giacché Grima lo attacca alle spalle e lo accoltella più volte.

In seguito, Saruman cade dalla Torre, morendo così: impalato su un mulino appuntito, mentre il Palantir (la pietra veggente) viene raccolto da Pipino.

Dove guardare Il Ritorno del Re in streaming

Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re è disponibile per la visione in streaming sia su Netflix, sia su Prime Video.

In collaborazione con CulturaPop

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