Luciano Spalletti: "Se siamo fuori è colpa mia ma oggi siamo questi"
Luciano Spalletti in conferenza stampa
Esce senza gloria l’Italia da Euro2024: i gol di Freuler e Vargas la condannano ad un repentino ritorno a casa. E con pieno merito, perché alla sfida contro l’Albania (vinta per 2 a 1) non sono seguite prestazioni convincenti. La Spagna - di un altro pianeta rispetto agli azzurri – e la Croazia hanno messo in luce gli errori in campo dei ragazzi di Spalletti e la Svizzera li ha certificati. A Berlino il 2 a 0 finale è un risultato magnanimo, senza Donnarumma il passivo sarebbe potuto essere molto più pesante.
“Chi vince festeggia e chi perde spiega”, parole di Velasco che valgono per qualsiasi disciplina sportiva. E Luciano Spalletti non ha fatto eccezioni: “Oggi l'Italia è questa, non potevamo fare di più. Mi spiace ma è così. La responsabilità è sempre dell'allenatore, le scelte le ho fatte io. Parlerò con Gravina per capire il futuro. Io non ho dubbi".
Il pensiero, preoccupato, va al Campionato Mondiale, quello del 2026: “E' lontanissimo ed è un discorso da fare piano, molto piano. Oggi è il giorno della sconfitta, quella che ci rimanda a casa e, per il futuro, ci vogliono più ritmo, più qualità e più sacrificio”.
L'autocritica è d'obbligo e al tempo stesso dura. L'obiettivo è quello di proteggere i suoi giocatori e, al tempo stesso scagliare una freccia contro il calcio di questi tempo, soprattutto quello italiano: “Non si è vista una squadra che ha una base dove ci si può andare a costruire sopra. Bisogna rimettere mano al telaio che ho scelto, perché questo ha raccontato l'esperienza fatta, ci vuole gente che abbia più gamba. I giovani? Se hanno le potenzialità per mettere seduti gli altri, io sono il primo che gli devo dare spazio".
‘Chi vince fa festa, chi perde spiega'
Da approfondire, anche il piano puramente tecnico. E Spalletti non si sottrae: “E' difficile parlare di moduli quando si va sottolivello così. Se te la giochi con la difesa a tre, anche se hai due sulle fasce con più gamba, sei costretto a ricomporla in fase difensiva. Se ti abbassi in cinque, allora avrebbero trovato ancora più spazio per palleggiare costringendoti a schiacciarti. Credo che questa esperienza, questa eliminazione, ci dia ugualmente delle indicazioni su delle cose che dobbiamo assolutamente modificare”.