Tra meditazione e opere upcycled. L’Haute Couture Autunno Inverno 2024 2025 di Balenciaga
“Immagina che il tuo colore preferito diventi una nuvola colma di gioia. Cerca di incorporare elementi in quella nuvola e pensa a ciò che ti rende felice: i ricordi, la famiglia, gli amici più intimi, un animale o la tua canzone preferita”. Da Balenciaga, negli spazi sontuosi e immacolati di Avenue George V, si viene accolti da una sezione di mindfulness. Demna suggerisce la meditazione non giudicante come postilla della sua couture che farà storcere il naso ai più. Chi si aspetterebbe di trovare “il classico”, tra gazar di seta cesellati in rigonfiamenti dal fascino drammatico e tubini neri dalla sobria eleganza, verrà deluso. Oddio; non che non ci sia una predilezione per quel colore che per il Picasso della moda era debito dell’arte e della cultura spagnola. Non che non ci siano i vezzi del grande Cristóbal, ottimamente distribuiti su una pletora di lunghezze al gomito, silhouette a bozzolo, copricapi eccentrici e studi matti e disperati sul tessuto. Ma è tutto alla Demna maniera.
“Questa collezione Couture è un tributo ai codici vestimentari delle sottoculture quali importanti influenze per il mio vocabolario stilistico”, racconta il designer nella nota stampa diffusa dalla maison. E comme d’habitude, la pedana è un teatro dell’assurdo che è tra i pochi, pochissimi che ancora possiede la capacità di togliere il fiato, di meravigliare, di far discutere, di suggerire un sabotaggio personale e culturale di quella stessa Alta Moda che qui viene prodotta. Ne esci interrogandoti, ma consapevole di aver assistito alla prova di un autore che con sguardo critico – trash, di cattivo gusto, assurdo, impossibile, sperticato? – affronta la realtà cercando di tradurla su stoffa con passione e sincerità. È tutto un butta su di stracci, roba vecchia, scarti, stoffe effimere a suggerire come ogni capo sia una performance destinata a dissolversi in una manciata di minuti, in barba all’atemporalità della couture.
L’abito a colonna bianco nella sfilata Balenciaga Haute Couture Autunno Inverno 2024 2025
E nel métissage pazzo che cita, tra gli altri, goth, skater e metalhead e che inventaria pellicce trompe–l’œil, capelli sintetici tinti a mano, vecchie t-shirt drappeggiate e poi congelate in guisa di cappelli, il nostro sguardo si sofferma sull’unico look bianco di collezione: un abito a colonna immacolato che ad una prima e disattenta occhiata parrebbe quasi vinilico. E invece no, e il capolavoro couture dallo strascico e consueti opera gloves ben oltre il gomito, è un collage di sacchetti di plastica fusi e riciclati, alcuni dei quali ancora dotati di grafica originale visibili solo al movimento della mannequin. “Il rapporto tra tessuto, forma, indumento e corpo è centrale”, precisano infatti da Balenciaga e continuano affermando che, in collezione, “sono presenti influenze d’archivio, ma i processi e le finiture sono modernizzati”. E allora eccolo il nuovo gazar, il vessillo malleabile e indisciplinato del couturier a farsi oggi assemblaggio che è emblema di moda sostenibile, nonché di un impenitente eppure lucidissimo provocatore che continua imperterrito a giocare tra buono e cattivo gusto, smuovendo gli animi. Che sia questo, l’abito a colonna bianco, upcycle di plastica, il nuovo hot ticket da tappeto rosso? Farà parte del dress code di quel pantheon di lady altospendenti? Chissà, nel frattempo; “chiudere gli occhi, fare respiri profondi e permettere a mente e corpo di rilassarsi”…