Spalletti, dimissioni o prosegue fino al Mondiale? Ecco cosa può succedere ora e chi potrebbe sostituirlo
Imbarazzante. Non esiste un altro aggettivo per descrivere la prestazione dell'Italia, eliminata dalla Svizzera e che saluta a giugno l'Europeo. Saremo ancora campioni d'Europa in carica per un altro paio di giorni, poi qualcuno farà festa e noi a guardare. Come successo nelle ultime due edizioni del Mondiale, quando nemmeno ci siamo arrabbiati, visto che abbiamo solamente sperato che tutto finisse presto vista l'assenza. Ma adesso che si fa? Che fa Luciano Spalletti che, evidentemente, è il primo responsabile di tutto questo? Andiamo a vedere gli scenari.
Contratto mondiale
L'ex tecnico del Napoli, campione d'Italia con gli azzurri che ha preso il posto di Roberto Mancini, ha un contratto fino al prossimo Mondiale, quello del 2026 che si giocherà tra Stati Uniti, Canada e Messico. Ma l'esibizione di questi giorni (mai l'Italia ha fatto vedere qualcosa di utile, mai gli azzurri, nemmeno contro l'Albania hanno mostrato tutti quei concetti richiesti), potrebbe, forse, cambiare le cose. Dimissioni? Difficile, se non impossibile. Esonero? Anche questa appare una soluzione poco percorribile perché nemmeno chi ha fatto davvero male, non qualificandosi al Mondiale, è stato allontanato da Gravina. Però i dubbi rimangono e anche molti. E la notte chissà, magari più buia del previsto, potrebbe portare al ribaltone.
Eredi
Ma chi, semmai, potrebbe prendere il posto di Spalletti? Di gente che nel corso della propria carriera ha vinto qualcosa e che in questo momento non allena ce n'è e anche parecchia. Da Massimiliano Allegri, che si sta divertendo al Gabbione di Livorno, a Claudio Ranieri che ha deciso di lasciare il calcio. Lui è un "aggiustatore", lo ha fatto diverse volte, e magari potrebbe cambiare idea. Rimanendo in Italia ci sono anche Maurizio Sarri e Stefano Pioli, che da qualche parte si stanno godendo le vacanze e magari sognano (forse), una chiamata. In tutto questo siamo qui a dire, di nuovo, che serve ripartire da quello che rimane. Ma rimane poco, se non nulla. E quel calcio fluido, relazionale, fatto di poche posizioni ma solamente di idee, non lo abbiamo mai e proprio mai visto. Ma una serata del genere nemmeno nei peggiori incubi.