Shin Megami Tensei V Vengeance | Recensione - I demoni reclamano vendetta

shin megami tensei v vengeance | recensione - i demoni reclamano vendetta

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Come consuetudine con entrambi i suoi franchise di punta, Atlus propone sul mercato una versione riveduta, corretta e potenziata di un suo prodotto già di grande qualità quale Shin Megami Tensei V, che guadagna per l'occasione il suffisso Vengeance.

Alla stregua di Persona 5 Royal, SMT V Vengeance riscrive molte delle regole che governavano il quinto capitolo dell'epopea Atlus, pubblicato nel 2021 in esclusiva su Nintendo Switch, eppure non ne modifica l'essenza, la godibilità, quel suo feeling peculiare e solforico.

Adesso potranno goderne anche gli utenti PlayStation e PC, oltre a quelli Nintendo, e proprio con la versione PS5 abbiamo speso decine di ore per descriverci la portata e l'abbondanza delle modifiche operate dal team di sviluppo.

Vediamo com'è andata.

Vendetta, tremenda vendetta

Il personaggio di Yoko Hiromine è al centro della storia inedita narrata in Shin Megami Tensei V Vengeance, eppure la caratterizzazione del personaggio sembra integrarsi perfettamente con la storia ed i protagonisti preesistenti, senza risultare forzata o posticcia.

La nuova campagna sarà selezionabile dall'inizio, sebbene la narrativa inizi a divergere da quella originale solamente più avanti nell'avventura, dopo che la prima parte di essa ricalca quasi pedissequamente quella già apprezzata nel 2021.

Se la nuova storia è celata dietro al Canone della Vendetta, tema centrale di Shin Megami Tensei V Vengeance, i neofiti potranno comunque optare per il Canone della Creazione qualora volessero cimentarsi con la campagna originale.

D'altro canto, chi, come noi, avesse già speso decine e decine di ore con il titolo base, farà la conoscenza di un nuovo, potente gruppo di antagonisti scegliendo il Canone della Vendetta, ovvero i Qadistu, guidati da Lilith la tentatrice.

La scelta fondamentale per imbarcarsi lungo l'una o l'altra route avviene a pochi minuti dai titoli di testa, rendendo piuttosto semplice il percorso così da non creare confusione per gli utenti: prendendo la mano di una misteriosa ragazza, il giocatore accederà alla storyline inedita, ancora più cupa e matura di quella originale.

Per tono, implicazioni religiose, richiami al mondo reale ed alla direzione che esso sembra prendere, Shin Megami Tensei V Vengeance si avvicina molto al recente remake del terzo episodio della saga, Nocturne, da molti considerato ancora oggi il pinnacolo della serie.

Anche scegliendo il percorso originale, moltissime delle aggiunte e dei miglioramenti che vedremo nel paragrafo successivo saranno comunque integrati nell'esperienza di gioco, a renderla definitiva in ogni senso.

L'unico rammarico in merito, ma questo riguarda un discorso più ampio che riguarda il digitale e la preservazione dei videogiochi, è che con l'arrivo sul mercato di questa versione Vengeance, quella base di Shin Megami Tensei V sarà rimossa dagli store digitali per evitare sovrapposizioni che potrebbero confondere l'utenza.

Questo vuol dire che il magnifico JRPG che seppe guadagnarsi un voto altissimo su queste pagine solo tre anni fa non sarà più fruibile nella sua forma originaria a meno di non possederne una copia fisica: scelta di cui capiamo le ragioni ma che lascia comunque l'amaro in bocca.

Shin Megami Tensei  V Royal

Se Atlus ci aveva abituato, negli anni, a rimettere mano ad alcuni dei suoi titoli migliori, ampliandoli, migliorandoli e proponendo nuove feature, stavolta il team giapponese ha deciso di stupirci, facendo le cose decisamente in grande: per quantità di contenuti, migliorie alla quality of life, nuovi personaggi e spunti narrativi, oseremmo dire che qui siamo dinanzi ad un titolo del tutto nuovo, che condivide con quello (già eccellente) visto su Switch un triennio fa solo l'ossatura di base.

Quaranta nuovi demoni nel compendium, che portano il totale complessivo ad oltre duecentosettanta, vanno a rimpolpare un roster già eccellente, ad oggi uno dei più ricchi della serie.

Di capitolo in capitolo, esso è divenuto un vero e proprio paradiso per quanti amano immergersi completamente nelle statistiche e nelle storie di folklore e miti che risiedono dietro ognuno di questi demoni, presi dalle culture di tutto il mondo.

Molte delle new entry portano anche in dote delle abilità Magatsuhi peculiari, alcune singole ed altre di gruppo, che arricchiscono il sistema di combattimento ed ampliano il ventaglio di scelte a disposizione del giocatore, tanto quanto le nuove skill uniche di ogni demone, ereditabili tramite fusione.

Differentemente dalla versione base del gioco, schierare tre demoni, anche di famiglia diverse, ma tutti con affinità all'elemento ghiaccio, ad esempio, amplificherà notevolmente i danni causati dalle magie dello stesso elemento, o prolungherà l'effetto dei malus causati da esso.

Questa semplice aggiunta aumenta la profondità strategica del titolo e consiglia di rivalutare le priorità: meglio selezionare nel party i tre demoni singolarmente più competitivi o tre che agiscono all'unisono come un corpo unico ed aumentano a dismisura i danni e gli status inferti?

Un gran numero di conversazioni opzionali è poi stato aggiunto: parlare con i demoni del proprio party, con gli altri protagonisti umani e persino con Aogami può ora portare a rinforzare il legame con tutti loro, generando benefici alle statistiche del party, che, a loro volta, portano poi tangibili vantaggi in battaglia.

In questi frangenti, peraltro, è disponibile una modalità in cui ruotare a piacimento la visuale, zoomando liberamente e scattando foto ai demoni che ci accompagnano o ai nostri compagni di viaggio umani, per la gioia dei fan più affezionati.

Non c'era bisogno di mettere mano al bilanciamento del gioco, che ci era parso ottimo ed in linea con i precedenti episodi del franchise già tre anni fa, ma Atlus ha voluto comunque tendere la mano ai giocatori meno esperti implementando la possibilità di salvare ovunque, laddove prima era necessario servirsi di appositi punti sulla mappa, e aggiungere le cosiddette "ferrovie magatsuhi", veri e propri binari su cui salire per velocizzare notevolmente gli spostamenti da una parte all'altra delle estese mappe di gioco.

D'altronde, giocato al livello Difficile come avevamo fatto con il titolo base, Vengeance ci ha restituito la piacevole impressione di aver innalzato leggermente l'asticella della sfida, presentandoci la schermata di game over con maggiore frequenza, soprattutto nelle prime dieci ore di gioco.

La lista delle aggiunte e dei cambiamenti è davvero troppo lunga per evitare un elenco: ci sono nuovi demoni purpurei che appaiono casualmente in giro per le mappe, assai più forti dei nemici comuni, che elargiscono ricompense notevoli se sconfitti, l'innalzamento del level cap a 150, un gran numero di nuove quest opzionali, la possibilità di cimentarsi in una serie di boss rush dalla difficoltà crescente, quella di schierare anche personaggi umani nel party, numerose nuove linee di dialogo quando si conversa con i demoni durante le battaglie, un'area completamente inedita, denominata Shinjuku Ward, un dungeon nuovo di zecca, Shakan, la possibilità di rivedere i tutorial a piacimento, quella di ottenere una comoda visuale dall'alto e tanto, tanto altro.

Il risultato finale è un gioco di ruolo entusiasmante, se possibile ancora più completo e soddisfacente del suo diretto predecessore, che si erge prepotentemente nell'olimpo dei migliori del suo genere tanto su piattaforme Sony quanto su PC.

Il Da'at in tutto il suo reale splendore

Libera dalle catene che lo legavano alla scarsa potenza hardware di Switch, di cui la prima versione era un'esclusiva, Shin Megami Tensei V Vengeance brilla nella versione PS5 da noi testata, con una risoluzione innalzata, frame rate stabilmente a 60 fps, una migliore profondità di campo e la totale assenza dei fenomeni di pop-up delle texture, così frequenti nel titolo originale.

Effettistica, texture di superficie, modelli poligonali: tutto è salito di almeno un paio di livelli, rendendo giustizia alla strabiliante direzione artistica del prodotto e al design delle mappe di gioco, apparentemente semplici ma ricche di piccoli segreti da scoprire.

In molte di esse, il team di sviluppo ha rimosso delle barriere artificiali che ne limitavano l'esplorazione, aprendole ulteriormente e concedendo una maggiore libertà al giocatore: di certo l'innalzata potenza delle nuove macchine ospiti ha consentito ai grafici di Atlus di prendersi qualche licenza in più, azzerando i caricamenti e consentendo un'esplorazione più rapida ed organica, ancora più piacevole di quella che ci eravamo goduti tre anni fa su Switch.

Come detto furono proprio le limitazioni della console ibrida di Nintendo, di cui anche per questo ci aspettiamo di vedere rivelato presto il successore, a porre un freno all'appeal grafico di Shin Megami Tensei V, tanto quanto, invece, PlayStation 5 ha saputo valorizzare la velocità del gioco, il character design, la conta poligonale.

Dal punto di vista tecnico, il passo avanti rispetto al titolo base è notevole, quantomeno nella versione da noi testata — e, sebbene non basterebbe, da solo, a giustificare un secondo acquisto, diventa, in congiunzione con i numerosi miglioramenti al gameplay, un'ulteriore freccia nell'arco del JRPG Atlus.

In sede di recensione della versione base del gioco, evidenziammo tra i pochi contro del prodotto una colonna sonora che, pur buona nel complesso, era lontana dalle vette che la serie aveva raggiunto con il terzo capitolo; in questo, differentemente da tutto il resto, Vengeance migliora solo marginalmente la situazione, con nuovi arrangiamenti di pezzi già sentiti e solo una manciata di tracce del tutto inedite.

Stiamo comunque cavillando su una base di eccellenza, sia chiaro, e d'altronde se questa è l'unica imperfezione in un quadro altrimenti immacolato (e ci siamo dovuti impegnare per trovarla), significa che Atlus ha fatto le cose per bene. Di nuovo.

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