F1 | Dati: McLaren consistente, Red Bull lotta con gli assetti

Cinque team in due decimi e mezzo, con un’Alpine capace di inserirsi nel mezzo rivelandosi la sorpresa di un venerdì in cui i piloti di testa sono rimasti compatti senza distacchi particolarmente ampi. Come già accaduto in altri appuntamenti di questo mondiale, anche la prima di giornata di prove a Barcellona ha mostrato ancora una volta un certo equilibrio tra le prime quattro squadre, senza una vera e propria favorita.

La prima giornata di libere è andata in archivio con il miglior tempo di Lewis Hamilton e non è certo una novità vedere una Mercedes in alto nella classifica dei tempi al venerdì. In più occasioni la Stella durante questa stagione ha ben figurato nella prima giornata per poi accusare maggiori difficoltà nel corso del resto del weekend.

Per quanto sia vero che la Stella abbia portato novità tecniche importanti nelle ultime settimane, tra cui un fondo alleggerito proprio qui in Spagna, il dubbio era che su una pista con un maggior range di curve differenti tra loro la W15 potesse non riuscire a trovare quella finestra di bilanciamento vista in Canada. Non è un mistero che la monoposto tedesca sia estremamente sensibile e gli ingegneri della squadra di Brackley hanno lavorato proprio per renderla più docile e attiva in una finestra operativa più ampia.

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Lewis Hamilton, Mercedes F1 W15

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W15

Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images

Curiosamente, rispetto ad altri appuntamenti, non ci sono velocità di punta nettamente superiori o altri elementi caratteristici da segnalare. Negli scorsi anni, le monoposto Mercedes avevano sempre destato buone impressioni a Barcellona, tracciato che riesce a tirare fuori le qualità aerodinamiche delle auto. Tuttavia, con il cambio di filosofia che l’aveva portata a ben figurare più nelle curve lente che nei curvoni ad alta velocità, la paura era che la W15 avesse perso certe peculiarità e che la Spagna ne esponesse i punti deboli.

Con un asfalto che ha oscillato sopra i 40°C a seconda del momento della sessione e curve così lunghe che trasmettono tanta energia, gli pneumatici chiaramente vanno a risentirne. Quello del Montmelò è probabilmente uno dei tracciati più severi dell’intero e non è un caso che Pirelli abbia scelto una gamma di mescole dure portando la pressione attorno ai 25 psi all’anteriore, ovvero l’asse messo maggiormente in crisi dal circuito spagnolo. Curve lunghe che tendono a surriscaldare le coperture: nel corso del primo giorno, infatti, si è sentito parlare di due temi: temperature e sottosterzo.

Con temperature così alte, sia a livello di asfalto che di esercizio in pista, fare due giri alternati da una sola tornata di raffreddamento si è rivelato sostanzialmente impossibile, lasciando un intervallo di due passaggi tra un tentativo e l’altro.

Dall’altra parte, al venerdì si è sentito parlare molto di sottosterzo, in particolare in casa Red Bull, con i piloti che hanno patito una scarsa reattività dell’avantreno e una vettura poco bilanciata. Perché si tratta di un tema interessante? Perché è proprio uno dei temi che in questa prima giornata ha fermato la RB20, da cui ci si aspettava un segnale importante dopo tre weekend poco adatti all’auto di Milton Keynes. In buona parte di entrambe le sessioni, Verstappen ha lamentato sottosterzo a centro curva, che di fatto andava poi a compromettere la traiettoria e l’uscita, con il risultato di una perdita non indifferente sul piano cronometrico.

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Confronto telemetrico tra Hamilton e Verstappen - FP2 Spagna

Confronto telemetrico tra Hamilton e Verstappen - FP2 Spagna

Foto di: Gianluca D'Alessandro

Ciò lo si è notato soprattutto nel settore centrale, quello con curve più guidate a media velocità, come curva 4, 5 o la chicane 7-8, dove in effetti sono emerse le criticità di cui parlava via radio anche lo stesso pilota olandese. Andando a osservare i dati, infatti, è proprio da quell’intertempo che nasce la maggior parte del distacco accumulato. Al contrario, nei lunghi curvoni veloci e sugli allunghi, due delle migliori caratteristiche della RB20, la monoposto di Milton Keynes torna a dettare il passo, anche se vi è un discorso separato che merita attenzione.

Nonostante la squadra non abbia ancora trovato un buon bilanciamento complessivo, Helmut Marko si è detto sereno perché il lavoro notturno potrebbe fare la differenza e perché, a livello motore, sono state usate mappature più conservative rispetto agli avversari. Guardando le alte velocità di punta, si tratta di un elemento che non rispecchia fedelmente le parole di Marko, quantomeno fino a quando non si vedono determinate scelte prese in termini di carico. La RB20 ha girato più scarica degli avversari, tanto che lo stesso Verstappen, in realtà, avrebbe voluto fermarsi per passare a una soluzione più carica per provare a bilanciare meglio la vettura. Una scelta che non si è concretizzata anche per la mancanza di tempo.

Sarà interessante capire verso quale direzione andrà Red Bull in nottata, motivo per il quale il classico lavoro al simulatore avrà ancora una volta un grande peso specifico. Anche perché, come confermato da Sergio Perez, tra FP1 e FP2 sono stati provati così tanti settaggi differenti da aver perso il conto. Se la RB20 si trasformerà in nottata in una macchina che si andrà a giocare la pole, sicuramente il fattore Max Verstappen avrà ancora una volta un peso importante. Discorso ben diverso è la simulazione gara, dove si va meno alla ricerca del limite e della finestra perfetta, dove le indicazioni per Red Bull sono ben più incoraggianti, sia con la media che con il breve run sulla soft.

Se davanti c’è una Mercedes che si è ritagliata il ruolo di protagonista del venerdì, alle sue spalle ci sono una McLaren e una Ferrari che vogliono inserirsi nella lotta per le primissime posizioni. Provando a tirare le somme tra giro secco e passo gara, probabilmente la vettura più in forma e consistente è sembrata la MCL38, colei che è stata regina degli ultimi appuntamenti, anche se nell’ultimo trittico è sfuggita la vittoria. Così come la W15, anche la macchina di Woking patisce sui rettilinei le velocità di punta degli avversari, dove accusa anche un certo distacco da Ferrari, con quest'ultima più scarica.

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Confronto telemetrico tra Norris e Hamilton - FP2 Spagna

Confronto telemetrico tra Norris e Hamilton - FP2 Spagna

Foto di: Gianluca D'Alessandro

In casa McLaren hanno giocato sui livelli alari provando diverse soluzioni, anche se alla fine sembra che si sia optato per quella più carica. Rimangono ancora dei dettagli da sistemare, soprattutto nel cambio di direzione 1-2 che poi immette nell’uscita verso la 3, mentre il secondo settore è sembrato per ora il fortino della casa britannica. I dati sui long run la vedono lì davanti, soprattutto perché Norris è colui che ha percorso anche lo stint più lungo con una buona gestione del degrado nonostante le alte temperature. Con le recenti modifiche al tracciato, questa pista è diventata sempre meno severa sul retrotreno, principale difficoltà della MCL38, affaticando maggiormente l’anteriore.

Anche Ferrari ha mostrato buone indicazioni, seppur l’ala più scarica abbia aiutato a raggiungere velocità di punta maggior sui rettilinei, trovando un piccolo tesoretto sui rivali. Le sensazioni tra i due piloti sono state totalmente differenti: mentre Sainz ha girato subito con le novità, Leclerc ha sfruttato il vecchio pacchetto, trovandosi poco a suo agio con l’assetto scelto. Per questo il monegasco ha perso parte della FP1 per rivoltare il setup, avvicinandosi alle scelte dello spagnolo. Nel complesso, su una pista dove la questione warm-up non sembra essere così critica come su altre piste, la SF-24 è sembrata a suo agio sul giro secco, soprattutto con Sainz.

Si prevede che le temperature siano meno estreme di quelle del venerdì per il resto del fine settimana, quindi forse il degrado visto venerdì si ridurrà aiutando a porre minor stress sulla gomma. Tuttavia, una giornata così ha aiutato a evidenziare certi punti deboli delle monoposto, dando una chiave di lettura in più al weekend.

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