Eni vende gli asset upstream in Alaska, una vera exit strategy
Eni vende gli asset upstream in Alaska, una vera exit strategy
Eni dice addio ai suoi due maggiori giacimenti in Alaska. Il gruppo guidato dall’ad, Claudio Descalzi, ha chiuso un accordo vincolante con Hilcorp per la vendita del 100% degli asset di Nikaitchuq e Oooguruk. L’acquirente è una delle maggiori società private americane attive in Alaska. Stavolta, quindi, non si tratta della cessione di una quota di minoranza di attività upstream, come quella in corso in Costa d’Avorio, ma di una vera e propria exit strategy. Il giacimento offshore di Oooguruk è in produzione dal 2008, quello di Nikaitchuq dal 2011.
«L'operazione», spiegano da Eni, «è in linea con la strategia del gruppo di ottimizzazione delle attivitàupstream tramite un ribilanciamento del proprio portafoglio e la dismissione di asset non strategici».
Cessioni per 8 miliardi di euro
Nell'aggiornamento del piano strategico 2024-2027, comunicato al mercato a marzo 2024, Eni prevede un afflusso netto di portafoglio di 8 miliardi di euro. Si prevede che i proventi derivino da tre fonti principali: l’ottimizzazione del portafoglio upstream, la diluizione dell’elevata partecipazione azionaria nelle scoperte esplorative (il cosiddetto dual exploration model) e l'accesso a nuovi bacini di capitale attraverso la strategia satellitare, che prevede gli spin-off dei business legati alla transizione, come è stato per Plenitude ed Enilive.
Al closing, soggetto all'autorizzazione delle autorità locali e regolatorie competenti, sarà comunicato il valore dell’operazione. (riproduzione riservata)