Camponogara. Porta due pianoforti a riparare poi la brutta sorpresa: sono stati venduti
Camponogara. Porta due pianoforti a riparare poi la brutta sorpresa: sono stati venduti
CAMPONOGARA - A processo per due pianoforti di cui è stata denunciata la sparizione, avvenuta dopo che gli strumenti erano stati portati dal proprietario alla Casa musicale Brusegan di Camponogara per essere sottoposti ad una riparazione.
L'udienza, per fatti che risalgono al 2018, si è aperta ieri di fronte al giudice penale di Venezia con l'audizione dei primi testimoni, tra cui il denunciante, l'avvocato vicentino Filippo Spellanzon, la moglie e un amico avvocato. I due imputati, Barbara Fabbris, 52 anni, e Massimo Brusegan, 64 anni, sono assistiti d'ufficio dall'avvocato Marino De Franceschi: l'imputazione contestata loro è di appropriazione indebita.
La denuncia
L'avvocato Spellanzon ha riferito di aver affidato due pianoforti a coda Stainway, a sua volta ereditati, per farli restaurare ed eventualmente trovare un acquirente interessato ad acquistarli. Si tratta di strumenti prestigiosi, il cui valore è stimato attorno ai 25 mila euro ciascuno, realizzati dal marchio più famoso al mondo per quanto riguarda i pianoforti a coda. Il legale vicentino ha spiegato che era stato stipulato un accordo nel quale si dava atto che i lavori di riparazione sarebbero costati poco meno di otto mila euro per ciascuno dei due strumenti, i quali poi sarebbero stati messi in vendita, per conto dello stesso avvocato, per una somma di circa ventimila euro ciascuno. L'accordo prevedeva che dal ricavato della vendita, Brusegan avrebbe dovuto trattenere la quota relativa ai lavori di restauro eseguiti. L'avvocato Spellanzon ha però denunciato di non aver più saputo nulla dei sui pianoforti, raccontando di una serie di contatti andati a vuoto con l'azienda di Camponogara per ottenere informazioni. Fino al giugno del 2019 quando, in occasione di una visita del legale nel negozio per chiedere chiarimenti, gli sarebbe stato comunicato che i due pianoforti erano stati venduti a sua insaputa e senza versagli alcuna somma.
Diversa la versione fornita nel corso delle indagini dagli imputati, secondo i quali gli accordi erano diversi e il proprietario non avrebbe mai risposto alle richieste di pagamento dei restauri eseguiti, presupposto necessario affinché i due pianoforti potessero essergli restituiti.
Il processo proseguirà il prossimo 1 ottobre, ma non è detto che il giudice riesca ad andare a sentenza prima che il reato si prescriva per il troppo tempo trascorso.