Case e ospedali di comunità, nelle Marche servono oltre 2mila sanitari
La nuova struttura sanitaria che sorgerà in località San Lazzaro
ANCONA Se con la telemedicina si cerca di allentare la morsa sugli ospedali, facendo così rifiatare il personale sanitario ridotto al lumicino, contestualmente si realizzano strutture che poi dovranno camminare sulle gambe di quegli stessi medici e infermieri che già ora non si trovano. Sembra un paradosso, ma è la realtà. Per il potenziamento dell’assistenza territoriale attraverso la realizzazione di Case e Ospedali della comunità, Centrali operative territoriali, e con il mantenimento delle Unità di continuità assistenziale, la Regione ha stimato un fabbisogno di personale sanitario aggiuntivo pari a 2272 unità.
Il nodo
Figure in più tra medici, infermieri, Oss e tecnici per dare sostanza all’implementazione nel numero di strutture di prossimità richiesta anche dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. E con la carenza cronica di personale che si registra nel Sistema sanitario tanto nazionale, quanto regionale, il rischio che si trasformino in cattedrali nel deserto è dietro l’angolo. Scendendo nel dettaglio di quanto previsto dal Piano declinato sulle Marche, con i finanziamenti da 70.786.725 euro del Pnrr incanalati nella Misura 6 per le nuove infrastrutture, verranno realizzate (o riconvertite) 29 Case della comunità, 9 Ospedali di comunità e 15 Centrali operative territoriali (queste già completate e pronte a diventare operative dal 23 giugno). Gli standard di personale di personale di una Casa di comunità hub prevedono tra i 7 e gli 11 infermieri, un assistente sociale, dalle 5 alle 8 unità di personale di supporto (sociosanitario e amministrativo). Per gli Ospedali di comunità, invece, il numero degli infermieri deve oscillare tra i 7 e i 9, tra i 4 e i 6 per gli operatori sociosanitari, 1-2 unità di altro personale sanitario con funzioni riabilitative e un medico per almeno 4,5 ore al giorno 6 giorni su 7. Chiudono l’elenco le 15 Cot, per ciascuna delle quali saranno necessari un coordinatore infermieristico, 3-5 infermieri e 1-2 unità di personale di supporto. Case e ospedali di comunità dovranno essere completati e collaudati entro il 2026, come stabilito dalla serrata road map del Pnrr. Ammesso (e non concesso) che si riesca nell’impresa, risolvere in due anni il problema della carenza di personale sanitario è impensabile.
Le carenze
Con i Pronto soccorso sempre più sguarniti e i reparti ospedalieri alla costante ricerca di infermieri e oss, è difficile pensare che la mano tesa possa arrivare proprio da quei nosocomi che si vorrebbero aiutare realizzando più strutture di presa in carico territoriale. La coperta è molto corta e considerando che il numero di risorse umane richiesto dalle Case e dagli Ospedali di comunità è rilevante, la domanda sorge spontanea: con la rete ospedaliera già in sofferenza, dove si andranno a pescare i medici e gli infermieri necessari per renderle operative?