Filiera dell’energia: «Svolta in Europa per il prezzo unico dell’elettricità»
Filiera dell’energia: «Svolta in Europa per il prezzo unico dell’elettricità»
«Sarebbe importante avere un costo dell’energia e una fiscalitàcomune in tutti i Paesi Ue, insieme a una rete elettrica europea interconnessa, dove Stati con maggiore capacitàproduttiva possano bilanciare la minore produzione di altri, e a standard tecnici uguali per tutti. Nonché reti intelligenti protette con investimenti in cybersecurity.
La transizione verde deve essere condivisa e proporzionale alla capacità dell’industria di realizzarla, per una competitività a livello globale più forte e per la costruzione di un futuro dove, a livello produttivo e distributivo, non ci sia dipendenza da Paesi terzi». Così Filippo Girardi, presidente di Anie –la federazione che rappresenta i settori industriali dell’elettrotecnica e dell’elettronica – sintetizza le richieste del comparto all’Europa: «Il settore delle tecnologie per le reti dovrebbe essere un interesse vitale. L’Europa ha bisogno di una base industriale forte per supportare il sistema elettrico e consentirgli di crescere e innovare in modo sempre più resiliente».
A maggio il valore medio del Pun in Italia è stato di 95 euro al MWh, contro i 67 della Germania, i 27 della Scandinavia, i 30 della Spagna e i 27 della Francia. Ad aprile il Parlamento europeo ha approvato la riforma del mercato dell’energia elettrica dell’Ue, che introduce soluzioni a lungo termine, come i contratti per differenza, che promuovono l’uso delle rinnovabili. Il procedere con decisione sulla strada dell’energia pulita è una richiesta di tutte le imprese della filiera dell’energia.
«L’Europa nel 2022 ha risparmiato oltre 170 miliardi grazie al minor approvvigionamento di fossili per la produzione di energia elettrica. È di fondamentale importanza che il nuovo indirizzo politico confermi la direzione della decarbonizzazione per raggiungere gli obiettivi al 2030, accelerando la strada verso una maggiore sicurezza energetica, a beneficio della competitivitàeconomica e industriale e per contrastare il veloce cambiamento climatico in atto», commenta Agostino Re Rebaudengo, presidente di ElettricitàFutura.
Sul prezzo unico dell’energia, teoricamente interessante per la maggior parte, gli operatori delle rinnovabili sono prudenti, segnalando alcune difficoltà (come compensare gli extraprofitti pagati dagli italiani? Come mettere sullo stesso piano il nucleare francese con l’idroelettrico italiano? Come superare i limiti fisici all’interconnessione?) e indicando altre priorità.
Il settore idroelettrico per esempio lamenta l’introduzione di gare per le concessioni scadute delle grandi derivazioni solo in Italia, in violazione del principio di reciprocità: «Abbiamo 15 miliardi di euro di investimenti bloccati per l’incertezza sulle concessioni. Chiediamo che sia rivisto il sistema delle gare che l’Europa impone, in modo sincrono in tutti gli Stati. Il nostro è un Paese con industria a crescente intensità energetica. Pensare di mettere a gara l’idroelettrico quando gli altri non lo fanno significa mettere a dura prova il nostro sistema industriale», commenta Paolo Taglioli, direttore generale di Assoidroelettrica. Paolo Picco, presidente Federidroelettrica mette sul piatto un’ulteriore questione: «Bisognerebbe procedere con una verifica della Direttiva Derivazione che impone regole comuni ai nostri fiumi, che hanno caratteristiche diverse da quelli degli altri Stati. Questa diversità ha soffocato l’opzione di allargare il parco rinnovabile».
Sul fronte del solare, la fonte che ha visto aumentare maggiormente la capacità installata negli ultimi anni, l’aspettativa è una progressione, «ricordando che il fotovoltaico è oggi la tecnologia più conveniente e sicura per ridurre i costi dell’energia», sottolinea Italia Solare. Posizione condivisa da Alleanza per il fotovoltaico, critica sul decreto Fer 2 che incentiva tecnologie innovative per le rinnovabili, a cui la Commissione europea ha dato il via libera: «Occorre avere una visione strategica che al contempo permetta lo sviluppo di tecnologie collaudate come il fotovoltaico utility scale e l’agrivoltaico base». Resta sullo sfondo, la ricostruzione della filiera del solare in Europa, che non riesce a competere con la Cina.
Il decreto Fer 2 è stato invece salutato con favore da Anev, associazione nazionale energia del vento, perché tra le tecnologie incentivate c’è anche l’eolico offshore. Per il presidente, Simone Togni, «il costante sviluppo delle rinnovabili deriva proprio da una spinta europea. Non vedo grossa discontinuità rispetto al passato, questo percorso dovrebbe continuare».