Visite di controllo e attese. Il 70 per cento rinuncia
Esami e visite di controllo, compresi quelli di prevenzione: il settanta per cento dei bolognesi non li fa più in modo regolare. La motivazione principale è l’attesa troppo lunga e la non possibilità di effettuarli in modo privato considerati i costi.
La preoccupante tendenza emerge dall’ultima indagine dell’Osservatorio di Unisalute con Nomisma. Sarebbe quindi solo il trenta per cento di chi vive sotto le Due Torri a effettuare controlli regolari sulla propria salute. Una percentuale in calo rispetto al 47 per cento della rilevazione precedente, che risale a un anno fa. Dalle risposte degli intervistati emerge che ridurre i tempi di attesa potrebbe essere una delle chiavi per incentivare i bolognesi ad andare dal medico. Infatti circa il 30 per cento dichiara che sarebbe disposto a effettuare più controlli se i tempi di attesa si accorciassero e poco meno del venti per cento se ci fosse maggior disponibilità di date e orari. Tra chi non ha effettuato alcun esame di prevenzione da oltre tre anni, il 14 per cento afferma che la motivazione è legata a costi troppo elevati e 51 intervistati su cento dichiarano che ne effettuerebbero di più se fossero gratuiti. Il 54 per cento dei bolognesi dichiara di curarsi solo quando comincia ad avvertire un disturbo piuttosto elevato o una malattia vera e propria.
Secondo quanto emerge dall’indagine sono le visite specialistiche quelle a essere più trascurate: un bolognese su quattro non fa una visita odontoiatrica o un’igiene dentale da oltre tre anni, mentre il 56 per cento non ha mai eseguito una visita dermatologica per la valutazione dei nei. Anche la situazione dei controlli sulla salute femminile non è rassicurante. Non va dal ginecologo da almeno tre anni quasi una bolognese su tre (pari a trenta su cento) e da altrettanto tempo il 31 per cento non effettua un Pap test.
Nessun commento da parte dell’Azienda Usl di Bologna a quanto emerge dall’indagine, ma la rassicurazione che il piano di smaltimento delle liste di attesa per visite, esami e interventi chirurgici è ormai pronto.
D’altra parte l’assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini, rispondendo alla fine di marzo a un’interrogazione della capogruppo di Forza Italia, Valentina Castaldini, sulle liste d’attesa aveva assicurato che “il piano per la riduzione dei tempi d’attesa si sta componendo con l’interlocuzione delle Aziende interessate. Deve essere qualcosa di strutturale, concordato con le organizzazioni sindacali e a 360 gradi, intervenendo su domanda, offerta, produzione sanitaria, condivisione degli obiettivi con il privato accreditato , appropriatezza della domanda e divisione tra le prime visite e quelle di controllo”.
Monica Raschi
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