Le tre dame del latte tra leadership, storie di vita e social

Le tre dame del latte tra leadership, storie di vita e social

Che cosa spinge un brand di prodotti skincare a base di latte di bufala a produrre tre videoritratti di donna, tre documentari appassionati che rappresentano tre modelli di leadership al femminile? Il motivo è almeno duplice: da un lato rispecchia il mutato ruolo che le aziende assumono online nel momento in cui provano a raccontare i propri target di riferimento, dall’altro risiede nella ricerca di format più attraenti rispetto ai post che lanciano abitualmente per promuovere e vendere prodotti.

Questa nuova missione avvicina i brand agli editori di una volta, con la differenza che ora i contenuti non passano più esclusivamente attraverso libri, cinema e televisione, ma nascono direttamente nel web. Già, perché quando un’azienda comunica per 52 settimane all’anno lo fa allestendo un vero e proprio palinsesto, che gli specialisti chiamano PED, ovvero piano editoriale digitale, che sfrutta, solo per fare qualche esempio, canali come Facebook, Instagram, TikTok, Youtube, insieme al blog del sito aziendale. In ciascuno di questi canali si studiano i messaggi da lanciare, il tono di voce da adottare, i pubblici a cui puntare, le leve emotive da attivare, il tipo di coinvolgimento da suscitare.

Ecco, dunque, che dopo le tre dame del caffè salgono in cattedra le tre dame del latte. Questa volta però Carolina, Lorenza e Sara sono state selezionate attraverso un casting di oltre 100 candidate su scala nazionale per essere le concorrenti del contest Bdonna.it Lo hanno fatto riconoscendosi in un tipo ideale di donna che l’azienda ha proposto in un apposito regolamento e hanno appena cominciato a correre affinché il proprio profilo possa raccogliere i consensi della rete. Le loro storie sono state raccolte attraverso interviste in profondità e trasformate, prima in storyboard e poi in set di riprese, fino alla produzione dei videoritratti prodotti dall’azienda Biancamore di Paestum.

Il tema della leadership è da sempre al centro di numerose branche del sapere umano, dagli studi organizzativi, alla sociologia, alla psicologia, al diritto, all’economia aziendale, passando per la storia e la filosofia, per la pedagogia e le scienze della comunicazione, fino agli studi e militari e in un certo senso anche gli studi religiosi e la teologia si interrogano sulla forza spirituale di leader in grado di plasmare le credenze e i valori di diverse comunità e popoli. Un tema così grande trova una cornice favorevole all’affermazione di racconti di donne negli studi di genere, esplorando come le differenze tra donne e uomini influenzino l’accesso alla leadership e le esperienze dei leader.

Esemplare, in questo senso, la testimonianza di Lorenza Morello, concorrente Bdonna 2023, che rivendica la sua appartenenza al movimento boycottmanels, dove mannels è il neologismo ottenuto dalla somma di “man” e “panel” e che invita a disertare i convegni di soli uomini. Nel video Lorenza racconta di un caso eclatante «al convegno mondiale sulla fertilità e i problemi di natalità erano presenti solo uomini, capiamo da soli…» e aggiunge «Bene se noi donne smettiamo di presenziare anche come uditrici, sai quale sarà il risultato? Che si troveranno questi saloni deserti», con l’inevitabile e auspicabile conseguenza «che questa assurdità anacronistica cesserà da sola». Questo è il link per guardare e votare il videoritratto di Lorenza.

Con una caratterizzazione diversa ma altrettanto efficace in termini carismatici c’è la storia di Carolina Patino, attrice cilena che ha scelto Roma come città in cui esprimere il suo estro creativo. Nel video viene ritratta mentre recita in lingua una delle sue poesie, qui l’arte, la letteratura ma soprattutto il cinema portano all’attenzione del navigante il duro lavoro che sta dietro la preparazione di un’artista. Bellissime sono le sue storie sulle inalazioni di sale: «questo libro è di Yukio Mishima… che ha scritto lo spettacolo teatrale Madame de Sade… e quando ho finito di studiare recitazione in Cile…  nella messa in scena con tutto il pavimento dove c’era del sale grosso… usciva il sangue dal naso» Questo è il link per guardare e votare il videoritratto di Carolina.

Non meno avvincente la storia di Sara, atleta avviata di Karate che decide di ridimensionare i suoi impegni agonistici sul tatami per dedicarsi alla carriera di social media specialist. La sua passione per il Giappone, l’allenamento continuo, l’educazione al rispetto religioso dell’avversario, l’impegno totalizzante di una arte marziale che prima ancora di essere una disciplina impartita da un allenatore molto speciale, è una filosofia di vita: «Mio padre mi diceva sempre quando magari ero giù e non volevo allenarmi che il duro lavoro batte il talento quanto il talento non lavora duro, quando il talento si culla sul suo talento, dicendo io sono forte non mi serve l’allenamento» Questo è il link per guardare e votare il videoritratto di Sara.

L’azienda produttrice dei video ha messo in palio un weekend a Paestum con un bagno rigenerante nel latte di bufala. Ho chiesto ad un’altra donna, Daniela Senatore, fondatrice di Biancamore, cosa si aspetta dal contest Bdonna, ricevendo una risposta carica di tensione «Non sappiamo chi tra Carolina, Lorenza e Sara riuscirà ad aggiudicarsi questa immersione integrale nel latte di bufala ma sappiamo che le motivazioni che hanno spinto le partecipanti a giocare con noi, non sono di natura meramente competitiva ma riguardano la possibilità di affermare messaggi importanti. I tre videoritratti veicolano l’idea stessa di essere donna, senza paura, in un’epoca dove – ricorrendo ad un eufemismo – la rappresentazione delle donne sopraffatte rischia di avere il sopravvento. Se una piccola azienda come la nostra ha investito, non senza sacrifici, sul progetto Bdonna.it lo ha fatto perché ci crede e perché si augura che se saranno le donne a salvare il mondo, potranno farlo solo da leader, in una leadership al femminile».

Se davvero esistono delle differenze tra la leadership femminile e quella maschile come affermano diversi studi in materia, queste sembrano più marcate nello stile comunicativo, più collaborativo e democratico rispetto a quello degli uomini; nella risoluzione dei conflitti, dove le donne in posizioni decisionali tendono a valorizzare il compromesso e la negoziazione; nella maggiore propensione alla creatività e all’innovazione delle leader rosa. Quella femminile sembra una “leadership trasformazionale” basata su un carisma che investe sulle motivazioni, prestando la massima attenzione allo sviluppo dei singoli, ricercando l’ispirazione e il coinvolgimento emotivo dei seguaci, ottenibile attraverso una stimolazione intellettuale sfidante e mai fine a se stessa.

La gara è lunga, c’è ancora tempo per votare fino a fine anno, mentre vale la pena godersi i tre videoritratti online che, di certo, aiuteranno a riflettere sui diversi modi di interpretare la leadership, declinandola in stili e storie di vita differenti.