Via il cinturone e giù nel Ticino a salvare la ragazzina disperata
Hanno rischiato la vita senza neanche pensare ai rischi che stavano correndo. Volevano salvare una giovane che annaspava nelle acque gelide del Ticino e ci sono riusciti. Ieri pomeriggio il viceispettore della polizia di Stato Giovanni Bonvicino e l’agente Mattia Ciulla hanno ricevuto in Comune dall’onorevole Paola Chiesa una targa, il riconoscimento di Pavia per aver strappato al fiume un’adolescente marocchina residente in provincia di Monza che si era buttata dopo aver subìto la violenza da parte di un coetaneo. È accaduto la sera di Santo Stefano.
“Dovevamo effettuare il turno notturno dalle 19 all’una – ha raccontato il viceispettore Bonvicino – ed eravamo appena usciti quando alle 19,15-19,20 è arrivata una chiamata al 112 che parlava di una ragazza che piangeva. Siamo andati sul Ticino ma non abbiamo trovato nulla. Il collega in centrale ha riascoltato la chiamata che proveniva dalla cella telefonica del Ticino, così abbiamo parcheggiato l’auto e abbiamo cercato la ragazza finché non l’abbiamo trovata”.
La quindicenne si era lanciata poco prima nel fiume dal lato di Borgo Ticino. “Quando l’abbiamo raggiunta si dimenava come se non volesse essere presa. Non è stato facile portarla a riva”. Arrivata a terra, la ragazzina non parlava. “Solo quando l’abbiamo fatta sedere su una panchina, ha raccontato d’essere stata stuprata e si è aperta con noi”. Trasportata al San Matteo, è stata raggiunta dalla madre. “Appena ci ha visti – ha ricordato l’agente Mattia Ciulla – ci ha abbracciati ed è stata un’emozione enorme. Quell’abbraccio per noi vale più di mille parole. Sotto il Ponte coperto non si toccava, l’acqua era fredda e la corrente molto forte. Non abbiamo pensato a nulla di tutto questo quando ci siamo tolti il cinturone e ci siamo buttati”. Da ieri avranno anche una targa a ricordare il gesto d’altruismo compiuto. “I cittadini devono avere fiducia nelle forze dell’ordine”, hanno detto il prefetto Francesca De Carlini e il sindaco Fabrizio Fracassi. “Il momento più bello è quando la comunità comprende che il nostro impegno è rivolto a servire lo Stato”, ha concluso il questore Nicola Falvella.
M.M.
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