Tesla cacciata dall’Olimpo delle “magnifiche 7”. Sul trono ora sale Eli Lilly

Tesla cacciata dall’Olimpo delle “magnifiche 7”. Sul trono ora sale Eli Lilly

A novembre 2021 un’azione Tesla costava 413 dollari. Il 25 gennaio del 2024 quella stessa azione scambiava a 183. Di fronte a un ribasso del genere, superiore al 50%, è giusto ancora considerare l’azione automobolistica di Elon Musk nell’olimpo delle “magnifiche 7”? Insieme a Microsoft, Apple, Amazon, Nvidia, Google e Meta? E’ la domanda del giorno nelle sale degli operatori, soprattutto in considerazione del fatto che in questo momento Tesla vale, nonostante il forte calo in Borsa, 44 volte gli utili e ben 6 volte i ricavi.

Non sono i multipli di una comune azienda automobilistica, ma sono quelli di una delle “magnifiche”, quelle che hanno abituato il mercato a tassi di crescita esponenziali e riescono quindi a vendere il sogno agli investitori di meritarsi quotazioni fuori dalla media.

Ma ora che Musk ha messo in dubbio la sostenibilità dei “vecchi” ritmi di crescita, sottolineando l’importanza di imporre dazi alla Cina per fronteggiare la concorrenza nel settore delle auto elettriche, vendere quel sogno al mercato potrebbe essere sempre più difficile.

Mentre il mercato si sta interrogando su questo (la trimestrale del 25 gennaio va ancora digerito) c’è un dato oggettivo: Tesla, tecnicamente, non appartiene più all’elenco delle “magnifiche 7”. Con il -12% accusato dopo la presentazione dei conti in termini di capitalizzazione è stata rimpiazzata da Eli Lilly, colosso farmaceutico in continua ascesa anche per le vendite legate ai farmaci contro l’obesità.

L’uscita dalle elite delle “magnifiche 7” non è solo simoblica. Ma rischia di avere un effetto anche per le distorsioni legati all’industria del risparmio gestito e degli Etf.

«La market cap di Tesla ГЁ scesa sotto quella di Eli Lilly. E questa non ГЁ cosa di poco conto – spiega Paolo Belvederesi, ad di Zeygos -. Il peso di Tesla ГЁ inferiore a quello di Eli Lilly. Questo si traduce in flussi potenziali piР“в„– elevati (in controvalore) sullРІР‚в„ўazienda farmaceutica rispetto a quella automobilistica. Questo vuol dire, in pratica, che tutte le gestioni passive e le gestioni attive finte, cioГЁ quelle che si dichiarano attive ma in sostanza replicano il benchmark, saranno costrette a comprare piР“в„– Eli Lilly rispetto a Tesla per i futuri acquisti. Ogni 1.000 dollari che andranno sullРІР‚в„ўindice S&P 500 ad esempio, tenderanno ad avere un maggiore impatto rialzista su Eli Lilly di quanto non fosse prima. Questo perchГ© dovranno distribuire un maggiore quantitativo di denaro su questo titolo. Ma attenzione, e qua arriva il punto della questione. Non ГЁ detto che 100 dollari allocati su Tesla abbiano lo stesso market impact di 100 dollari allocati su Eli Lilly Il market impact, cioГЁ, lРІР‚в„ўimpatto sul prezzo derivante da flussi in acquisto su un titolo dipende dalla liquiditГ  del titolo funzione del turnover giornaliero. Questa mattina, ad esempio, il turnover giornaliero di Tesla ГЁ di 36 miliardi di dollari mentre quello di Eli Lilly ГЁ di 1,5 miliardi di dollari. Tesla scambia 24 volte di piР“в„– di Eli Lilly. Questo significa che lРІР‚в„ўimpatto che ha un flusso in acquisto su Eli Lilly ha potenzialmente un market impact pari ad almeno 20 volte quello che ha su Tesla. E questo pesa. Pesa molto. PiР“в„– di quanto si possa intuire. LРІР‚в„ўindustria ha scelto il nuovo titolare ed il meccanismo perverso dei fondi passivi e degli Etf porterГ  Eli Lilly (ed in Europa valo lo stesso per Novonordisk) sullРІР‚в„ўOlimpo della finanzaР’В».