La violenza degli antagonisti: a Livorno vogliono imbavagliare Salvini
I “democratici” antifascisti, ancora una volta, hanno paura di un libro e a Livorno hanno annunciato una manifestazione contro la presenza di Matteo Salvini, che sarà nella città toscana giovedì 2 maggio per presentare il suo nuovo volume. Per quell’occasione, le sigle dell’antagonismo locale stanno organizzando un’azione di disturbo che, chiedono, sarà “senza simboli di partiti e/o liste elettorali”. La paura di perdere voti in occasione delle europee, evidentemente, è tanta dalle parti dell’attuale opposizione, che preferisce operare in anonimato e senza vessilli.
Il ministro delle Infrastrutture e dell’Interno presenterà “Controvento” presso il cinema teatro “Quattro mori”, che evidentemente gli è stato concesso da chi lo gestisce. È difficile pensare a una sortita corsara da parte di Salvini e del suo editore per l’occupazione dei locali, questo è un marchio di fabbrica dei centri sociali che, probabilmente, si uniranno alla protesta di piazza. Ma gli organizzatori della manifestazione affermano che il ministro verrà “vergognosamente ospitato” nel cinema teatro “4 mori”, struttura, spiegano, “gestita dalla Compagnia Lavoratori Portuali, rappresentando un insulto alla storia di questa città e a quella dei suoi lavoratori, proprio all’indomani del Primo Maggio”.
Ma non è tutto, perché i temi sui quali i promotori della manifestazione cercano di incardinare le proprie ragioni sono quelli dell’antifascismo militante, con i soliti slogan e argomentazioni. Rivendicano la multiculturalità di Livorno, che a loro dire verrebbe “schernita” e “denigrata”, tanto dai partiti del centrodestra che da quelli di sinistra. “Salvini oltre ad essere stato fautore di politiche razziste, autoritarie e discriminatorie (ricordiamo il decreto Salvini, o il caso della Sea Watch), porta avanti le stesse parole d’ordine che sono state sfruttate durante il periodo più buio della nostra storia, il regime fascista: Dio, Patria e famiglia”, scrivono dall’Azione Livorno Antifascista.
Come se quelli non fossero, e non siano, i pilastri che ben prima del Ventennio hanno permesso alla società civile, non solo in Italia, di crescere e di realizzarsi. Ma la miopia in tal senso è diffusa. La contestazione al ministro è un insieme di tematiche slegate tra loro, che partono dai Cpr e arrivano alle grandi opere, in molti casi senza che esista un reale legame con Salvini. Nel loro manifesto, per esempio, tra le altre cose sostengono che il vicepremier abbia “le mani sporche di sangue” delle “donne uccise da uomini, figli sani del sistema patriarcale sostenuto da Lega e partiti limitrofi”. Ed è sulla base di argomentazioni come queste che intendono censurarne la presenza a Livorno: “Questa città è unita e non tollera la presenza di Salvini e delle sue politiche fasciste, razziste, e discriminatorie su ogni fronte”. Chissà quali saranno le bandiere che sventoleranno il 2 maggio alla manifestazione al grido di “via Salvini da Livorno”.
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