Un’azione cyber americana contro la Behshad, la nave iraniana sospettata di assistere gli attacchi degli Houthi in Mar Rosso. Operazione avvenuta una decina di giorni fa, secondo la rete NBC, in parallelo alla rappresaglia del Pentagono dopo i bombardamenti su alcune delle sue basi.
L’unità-spia è stata schierata da Teheran nella regione a partire dall’estate del 2021, quando ha “rilevato” la Saviz, un cargo trasformato in postazione mobile dai pasdaran e danneggiata probabilmente da un sabotaggio israeliano.
La Behshad, dotata di apparati per l’intelligence, lunga 174 metri, in grado di ospitare commando e battelli veloci, ha raggiunto una zona mediana al largo dello Yemen e progressivamente ha esteso l’attività in supporto della milizia sciita impegnata nel conflitto contro sauditi ed Emirati.
Dopo il 7 ottobre, con la crisi a Gaza, avrebbe iniziato a raccogliere dati usati dagli Houthi nelle loro incursioni marittime. La nave, successivamente, si è spostata più a sud, davanti al porto di Gibuti, territorio che ospita basi di numerosi paesi, dalla Francia agli Usa, dalla Cina all’Italia. E qualche esperto si è chiesto perché gli americani non avessero preso di mira una nave ritenuta coinvolta nelle missioni dei militanti lungo la rotta, con conseguenze serie per il traffico commerciale. Ma uno strike diretto avrebbe elevato lo scontro con gli ayatollah e Washington – sempre secondo l’NBC – ha optato per u na manovra cyber nel tentativo di disturbare la missione della Behshad. Una risposta meno “visibile”, perfino negabile ma utile per trasmettere un ammonimento alla Repubblica islamica.
Nei giorni scorsi, un alto ufficiale iraniano aveva definito il mercantile «una caserma galleggiante» in chiave anti-pirateria, un riconoscimento pubblico e inusuale della sua funzione accompagnato da una messa in guardia rivolta agli Stati Uniti: reagiremo se cercherete di colpirla. Gli osservatori non escludono, però, che in zona stia operando almeno un altro cargo “fantasma” incaricato di segnalare alla fazione yemeniti possibili target. Le rivelazioni della tv sono coincise con un’altra mossa.
Il 28 gennaio un’unità della Guardia costiera statunitense ha intercettato un piccolo cargo con a bordo materiale bellico di produzione iraniana destinato dagli Houthi. Abbordaggio condotto al largo delle coste della Somalia. Secondo un comunicato del Comando Centrale nei contenitori c’erano parti per missili a medio raggio, esplosivi, componenti per sistemi antitank, altre destinate a droni sottomarini e di superficie. Quest’ultimo dato è interessante perché conferma un allarme dell’Us Navy sulla minaccia rappresentata da mezzi in dotazione ai militanti appoggiati da Teheran. Ad oggi è nota la presenza di barchini-esplosivi radiocomandanti ma l’aspetto subacqueo sarebbe una novità. Il sequestro segue iniziative analoghe condotte dagli alleati in Mar Rosso per contrastare i traffici di armi.
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