Smog in Lombardia, bocciata richiesta Stato d’emergenza: bagarre in Consiglio Regionale. M5S con la maschera, Fontana esce

smog in lombardia, bocciata richiesta stato d’emergenza: bagarre in consiglio regionale. m5s con la maschera, fontana esce

Smog in Lombardia, bocciata richiesta Stato d’emergenza: bagarre in Consiglio Regionale. M5S con la maschera, Fontana esce

Si è concluso con la bocciatura della richiesta di stato di emergenza per l’inquinamento, presentata dal M5S e dal Pd, il Consiglio regionale dedicato oggi alle misure anti-smog, come chiesto dalle opposizioni.  È stato invece approvato a maggioranza (42 voti a favore, 26 contrari e 3 astenuti) un ordine del giorno, in cui si chiede alla Giunta di negoziare con la Commissione europea le istanze della Lombardia, sottolineando le criticità che derivano dall’applicazione della nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria.

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5Stelle in aula con maschere antigas: Fontana va via

La mattinata è stata caratterizzata anche da momenti di tensione: nel corso della seduta, il governatore Attilio Fontana ha lasciato l’Aula quando i consiglieri del M5S hanno indossato provocatoriamente delle maschere antigas. “Non mi sono arrabbiato. Mi sembra che il rispetto istituzionale dovrebbe essere tale che dovrebbe prescindere da queste manifestazioni direi infantili. Si stava parlando in modo serio di una situazione che esiste e fare i bambini non mi sembrava una cosa corretta”, ha poi commentato Fontana. In merito alla richiesta dello stato di calamità per lo smog in Lombardia, il presidente della regione l’ha definita “Una proposta che non ha senso. I dati –  ha aggiunto –  dimostrano che il trend è in netto miglioramento in tutti i territori della nostra regione”.

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Cosa prevede l’ordine del giorno approvato

Il testo ritiene sia opportuno sviluppare accordi specifici per raggiungere gli obiettivi nel rispetto delle caratteristiche sociali, economiche e ambientali dei territori e stanziando ulteriori risorse finanziarie. L’ordine del giorno, sottoscritto da tutti i Capigruppo di maggioranza (Giacomo Basaglia Cosentino per Lombardia Ideale, Christian Garavaglia per Fratelli d’Italia, Fabrizio Figini per Forza Italia, Alessandro Corbetta per la Lega e Nicolas Gallizzi per Noi Moderati), invita, inoltre, a proseguire nelle misure anti smog finora messe in campo e a sviluppare nuovi obiettivi ambiziosi e concreti di riduzione dell’inquinamento che riconoscano le caratteristiche geografiche, morfologiche e meteorologiche del bacino padano, che rendono più complesso il miglioramento della qualità dell’aria.

Cosa chiedevano M5S e Pd

L’ordine del giorno, bocciato, presentato dal Movimento 5 Stelle chiedeva, in particolare, il riconoscimento dello stato d’emergenza per attivare azioni e misure straordinarie di risanamento ambientale. Lo stato di emergenza era richiesto anche dal testo presentato dal Partito Democratico (primo firmatario il vice presidente del Consiglio regionale Emilio Delbono) che, tra le numerose proposte, chiedeva di individuare una road map per accompagnare l’agricoltura e il settore zootecnico intensivo verso una sempre maggiore sostenibilità.

Bocciate le proposte delle minoranze

L’Aula ha respinto anche altri 3 ordini del giorno presentati dalle minoranze: il gruppo consiliare di Azione Italia Viva ha presentato due documenti in cui chiedeva un impegno straordinario nell’attuazione delle misure antinquinamento, integrando i fondi nazionali e comunitari con quelli regionali e, in particolare, promuovendo la sostituzione dei veicoli più inquinanti e potenziando il trasporto pubblico locale. L’ordine del giorno presentato dal Patto Civico chiedeva alla giunta di presentare al Consiglio regionale entro un mese un cronoprogramma di interventi secondo quanto previsto nel programma regionale di sviluppo sostenibile.

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Majorino: “Insensato l’immobilismo di Fontana”

“La cosa senza senso è il totale immobilismo di Fontana che ignora completamente il tema della difesa della salute dei lombardi. Del resto, la destra in Lombardia è la responsabile politica del disastro costituito dal trasporto pubblico regionale. Fontana dice che le nostre proposte sono senza senso, ma le sue sono quelle di chi confida solo nella danza della pioggia”. Così il capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale della Lombardia Pierfrancesco Majorino ha replicato alle parole di Fontana in merito alle proposte del centrosinistra sulla qualità dell’aria, a partire dalla richiesta di stato di emergenza nazionale per la Lombardia e le regioni padane per l’attuazione della transizione ecologica.

Maione: “Per l’aria spesi 19 miliardi in 5 anni”

“La Lombardia ha fatto investimenti senza precedenti sul tema della qualità dell’aria: 19 miliardi di euro in cinque anni per infrastrutture, innovazione e agricoltura – ha detto nel suo intervento l’assessore all’Ambiente e Clima, Giorgio Maione –  . Per i prossimi anni sono previsti altri finanziamenti che abbatteranno ulteriormente le emissioni. La media annuale di Pm10 negli ultimi anni non ha mai superato in nessuna stazione i limiti normativi e nel 2023 anche la media annuale di Pm2.5 è rimasta per la prima volta entro i limiti in tutta la Lombardia. Non esistono elementi normativi per chiedere lo stato di emergenza – ha concluso l’assessore – . Strumentalizzare la questione ambientale per fini politici contro la Regione Lombardia significa screditare un sistema di imprese, enti locali, agricoltori, operatori turistici che ha investito sulla sostenibilità ambientale ottenendo risultati che sono dimostrati dai dati”.

Dati sforamento PM10 nel 2023 rispetto al 2003

L’assessore Maione ha evidenziato i dati provinciali relativi ai giorni di superamento della soglia di Pm10 nel 2023 rispetto al dato del 2003 nei capoluoghi della regione: Milano: da 163 giorni a 49 giorni; Monza: da 145 giorni (dato 2006) a 40 giorni; Como: da 102 giorni a 15 giorni; Bergamo: da 112 giorni a 21 giorni; Brescia: da 118 giorni a 40 giorni; Lodi: da 137 giorni a 43 giorni; Mantova: da 188 giorni a 62 giorni; Sondrio: da 97 giorni a 6 giorni; Lecco: da 97 giorni a 6 giorni; Varese: da 19 giorni (dato 2004) a 4 giorni; Cremona: da 136 giorni a 46 giorni; Pavia: da 122 giorni (dato 2004) a 33 giorni.

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