Ristoranti, stop allo spreco: “Avanzi a casa obbligatori. Ma qui si fa già dal 2019”
Una proposta di legge in nome dell’anti-spreco, con tanto di multa in caso di mancato adempimento: ecco la ‘Doggy Bag’, termine di eredità statunitense con cui si intende la ‘borsa per il cane’, dove si raccolgono gli avanzi di cibo. Presentata dai deputati di Forza Italia Giandiego Gatta e Paolo Barelli, l’iniziativa consiste nell’introduzione di un obbligo per i ristoratori di dotarsi di contenitori e vaschette riciclabili per consentire ai clienti di portare via ciò che non sono riusciti a consumare. La sanzione per il mancato rispetto dell’obbligo verrebbe imposta dai 25 ai 125 euro.
Negli scorsi anni, il Comune di Forlì si è fatto precursore della citata proposta di legge con il progetto ‘Food Bag’, nato nel 2019, con l’intento di ridurre al minimo possibile lo spreco di cibo. Quasi cinquanta tra ristoranti e locali di vario genere aderirono al progetto, poi continuato anche nel 2021, dopo il Covid, con ottimi risultati: circa 15 le tonnellate di cibo risparmiate. L’ente comunale aveva distribuito vaschette e sporte in cui riporre gli alimenti avanzati, oltre a materiale informativo e promozionale per i clienti. Adesso l’amministrazione ha l’obiettivo di portare avanti un nuovo progetto, dal titolo ’In Cibo Civitas’.
Il progetto forlivese della ’Food Bag’ si è rivelato un successo per gli obiettivi raggiunti e per aver dato il via alla diffusione di una pratica generalmente non comune nel nostro paese.
“Abbiamo deciso di aderire a questo progetto e di promuoverlo sul nostro territorio per sensibilizzare la cittadinanza ai valori del recupero, della sostenibilità ambientale, del risparmio economico e della lotta allo spreco alimentare – commenta l’assessore Giuseppe Petetta –. I numeri hanno confermato la grande attenzione che i forlivesi riservano a questi temi, impegnandosi in prima persona nella prevenzione e riduzione dello spreco alimentare”. La pratica, anche dopo il 2021, è rimasta ampiamente diffusa nel territorio. Diversi locali hanno proseguito in autonomia la loro campagna anti-spreco, dotandosi di contenitori e promuovendone l’utilizzo.
“Ridurre gli sprechi – dichiara Fabio Lucchi, membro della presidenza provinciale di Confesercenti e Fiepet – è già nell’interesse dell’ambiente dei consumatori ma anche dei ristoratori stessi. Metterla in termini di obbligo la trovo un po’ una forzatura . Se effettivamente l’obiettivo di questa norma è quello di ridurre gli sprechi, si può sicuramente operare in termini di promozione dei comportamenti”.
Opinione differente, ma stesse finalità, per le associazioni dei produttori del territorio: “Noi come Fipe – spiega Andrea Zocca, presidente della Federazione dei pubblici esercizi di Confcommercio – da anni sensibilizziamo i nostri associati all’adesione a questa pratica, indipendentemente dagli obblighi legali. Personalmente, posso dire che spesso sono più in difficoltà i clienti a chiederlo che i ristoratori a farlo. Noi come ristoratori non possiamo essere sfavorevoli a norme del genere. Crediamo che sarebbe utile sensibilizzare anche proprio il consumatore, se la vediamo dal lato del concreto spreco alimentare”.
Sergio Tomaselli
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