Suviana, la nuova fase. Idrovore più potenti per togliere l’acqua e sopralluogo nel sito
Le idrovore che hanno lavorato notte e giorno, fino a venerdì, per tenere a livello di sicurezza l’acqua nella centrale di Suviana e permettere il lavoro dei soccorritori, hanno ceduto il passo, ieri, a pompe molto più potenti. Questo, per riuscire a svuotare dall’acqua i piani interrati rimasti sommersi dopo la drammatica esplosione di martedì, costata la vita a sette lavoratori. Un intervento preliminare necessario per permettere agli inquirenti di avviare gli accertamenti sull’impianto. Perizie che saranno affidate a consulenti individuati dalla Procura tra ingegneri ed esperti nel campo dell’idroelettrica.
Ieri mattina, intanto, a Bargi c’è stato un primo sopralluogo esterno dell’impianto, teso a individuare altri possibili problemi o pericoli della struttura. Tutti gli estranei nel corso dell’intervento sono stati allontanati. Contestualmente, dalle centrali toscane sono state fatte arrivare da Enel Green Power alcune pompe di grande portata, con una capacità di aspirazione molto maggiore rispetto a quelle utilizzate durante le operazioni di ricerca dei dispersi. E ora la bonifica del sito, affidata a Enel sotto la supervisione della Regione e con l’ausilio dei vigili del fuoco, va di pari passo con il lavoro degli inquirenti. Che, dopo aver già ascoltato in questi giorni tutti i sei lavoratori che si trovavano ai piani alti della centrale e che sono rimasti illesi, da domani inizieranno a sentire i feriti. La loro testimonianza sarà fondamentale per capire cosa sia accaduto, come sia iniziato tutto.
“Abbiamo sentito un rumore, come di un motore che gira a vuoto”, hanno detto ai carabinieri del Nucleo investigativo e del Nil i sei illesi. Tra loro, Alessio Fortuzzi, che vive a Castiglione come Emanuele Santi, e lo spezzino Pier Francesco Firenze. Nell’immediatezza della tragedia, era stato sentito informalmente anche Simone De Angelis, il responsabile d’esercizio di Suviana, che dopo tre giorni passati al fianco dei soccorritori, venerdì, quando l’ultima vittima è stata tirata fuori dal pozzo, si è sentito male. “Ora sto un po’ meglio”, ha detto ieri.
I tecnici sentiti dai carabinieri hanno raccontato tutti di aver udito, poco prima del boato, un rumore meccanico anomalo. Alcuni hanno parlato anche di un odore acre: ma nella confusione di quei momenti di panico, gli inquirenti vogliono chiarire se questo odore sia stato avvertito prima o dopo l’esplosione, che ha portato alla combustione dell’olio lubrificante presente nel sito. Tra loro Santi, che ieri era di turno, e che è andato a lavoro regolarmente. Il tecnico ha raccontato agli inquirenti di aver urlato agli altri di fuggire subito dopo aver sentito quel rumore anomalo. Fortuzzi, invece, non vuole pensare all’accaduto. Lo ha raccontato sua mamma: “Se mio figlio fosse stato sotto sarebbe morto. Dobbiamo andare ad accendere i ceri alla Madonna”, ha detto la donna. “Alessio è sconvolto, ora vuole stare in pace. Quando ho provato a chiedergli qualcosa, si è preso la testa con le mani e mi ha chiesto di non dirgli nulla”.
Nicoletta Tempera
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