“Cifre basse per gli espropri, il sottopasso è un danno: serve altro per snellire il traffico”
“Un parcheggio a due passi dal centro lo valutano 1.500 euro”. È una delle reazioni negative di alcuni residenti e commercianti di via Carducci che da anni si battono contro la realizzazione del sottopasso ferroviario e che, da qualche giorno, hanno ricevuto le prime lettere per gli espropri. “Mi è arrivata la comunicazione – spiega Miriam Morlacco – e da quanto ho capito le cifre che offrono sono uguali per tutti e, per giunta, molto basse. Dispongo di un locale commerciale che non riesco ad affittare proprio per il sottopasso, inoltre non avrò più il posto auto. Danno per certo che saranno rifatti. Chi lo garantisce? Nel frattempo continuerò a pagare l’Imu sul locale”.
C’è chi ha deciso di investire sul commercio, ma adesso è preoccupato per le sorti della propria attività. “Vengo da Tolentino – spiega Francesco Marcelli – e in via Carducci ho aperto un negozio di borse: con quest’opera, il mio esercizio perderebbe tutta la visibilità. Qui ci sono tre posti auto: li valutano 7.500 in totale, cioè 1.500 euro a stallo. Ci rendiamo conto? Non voglio farne una questione privata ma pubblica: questa zona è il biglietto da visita della città, con il sottopassaggio diverrebbe molto più brutta e degradata. La soluzione passa per una riduzione del tempo di abbassamento delle sbarre”. “Nella mia palazzina – specifica Irina Berdini – ci sono quattro appartamenti tutti affittati e un asilo nido che in questo modo rischierebbe di trasferirsi. Chi garantirebbe i posteggi a tutte queste persone? I bambini del nido sono spesso portati in un piazzale esterno che con la costruzione di tale infrastruttura scomparirebbe”. Piergiovanni Castellucci è il leader del Comitato ‘No Sottopasso’ e da anni porta avanti la battaglia con proteste e interventi sui giornali. “A me – chiarisce – non è ancora arrivata la lettera ma conosco diversi proprietari di immobili ed esercizi che stanno interpellando legali e professionisti perché i rimborsi annunciati sono ridicoli. Dal punto di vista personale, subirò la svalutazione dell’immobile di casa, oltre che di un negozio che più volte mi è stato chiesto ma a cui in tanti hanno rinunciato per via di tale opera. Se venisse portata a termine, una donna disabile che abita da queste parti non potrebbe entrare in casa dal garage. Inoltre, il progetto risale a otto anni fa e finora non ci è stata data alcuna possibilità di visionare il nuovo. In ballo non c’è solo la nostra questione personale e l’interesse pubblico deve sempre essere anteposto a quello privato. Ma qui siamo noi a difendere la collettività perché poniamo la questione inquinamento. Ho cronometrato il tempo di chiusura delle sbarre una volta che il treno è passato. Beh, si tratta di quasi un minuto e mezzo, aspettando che il mezzo arrivi in stazione. Per ridurre lo smog bisogna smaltire il traffico, perciò è necessario un casello autostradale a nord di Civitanova”.
Opzione, quest’ultima, cui sarebbero favorevoli anche alcuni cittadini di Fontespina, come Claudio Ameri, autotrasportatore. “Una necessità – sostiene – perché l’attuale uscita di Civitanova è la più utilizzata in regione per via della superstrada verso Foligno. Quindi, un secondo casello autostradale sarebbe necessario anche a vantaggio del centro, ogni giorno paralizzato dalla mole di traffico che si registra sulla Statale”.
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