I collant autoreggenti e il look di Annalisa a Sanremo 2024

Rusticamente arrotolate a metà coscia come insegnato da Silvana Mangano in Riso Amaro, o gioiosamente sexy, primo attributo che una conturbante Sophia Loren sfila alla guêpière in Ieri, oggi, domani. “La cosa più fine e più leggera che esista, liscia come la pelle che protegge ed esalta, simbolo stesso della creazione sovrannaturale perché non ha in sé, come la tunica dei santi, nessuna cucitura”, sosteneva Roland Barthes. Fenomenologia della calza autoreggente; vessillo di vanità femminile e di eleganza peccaminosa, di empowerment ed emancipazione. Oggi? È la postilla di una seducente Annalisa che sul palco dell’Ariston cambia “pelle” rimanendo salda lì; su quei collant autoreggenti che lei trasfigura da semplice accessorio, da trascurabile nota a margine, a punto fermo di uno dei look più “accordati” dell’intero Festival di Sanremo 2024 se è vero che l’artista savonese canta la libertà di “fare un passo avanti e uno indietro” e spazza via tutti i dubbi dei critici (di moda) più bacchettoni, intrecciando parole e mise in un medley total black d’autore.

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I collant autoreggenti di Annalisa a Sanremo 2024 e l’ultimo look Dolce&Gabbana

La firma è comme d’habitude di Dolce&Gabbana, e di chi sennò. Nero totale che intriga e affascina, e un gioco di pesi e volumi, di velature e consistenze che sono i codici di una femminilità trasgressiva eppure sofisticata. “Penso al look in base a quello che sto andando a dire: questi abiti sono pensati per quello. Sono grintosa, una donna deve essere sempre libera di osare ed elegante allo stesso tempo. Poi esiste anche la fragilità, fa parte del pacchetto”, aveva detto poche ore fa Annalisa a la Repubblica, anticipando ciò che avremmo visto questa sera. Un intreccio di forza e leggerezza che è pura energia traslata su quello chiffon finemente plissettato che vela e rivela a ritmo di Sinceramente. Scollatura da capogiro che arriva giù, fino all’ombelico e spalline imbottite a creare una silhouette vertigo da vera femme fatale. Curve (ben poche in realtà) strette in bustier e culotte, e un vedo-non-vedo che eleggono la popstar a vera diva dark della 74esima edizione del Festival di Sanremo.

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Ma la differenza del tutto la fanno quei collant autoreggenti, patina chic di un capitale erotico mostrato con raffinatezza (e fierezza), fil rouge di una cantante che vocalizza la libertà di essere senza timore del giudizio, “in ogni manifestazione, in ogni passaggio della vita, in ogni stato d’animo”, come ha spiegato Annalisa a Donna Moderna. E allora – e a rinforzo del messaggio di un brano tanto ballabile quanto potente – ha fatto bene, benissimo la brava stylist Susanna Ausoni a puntare su calze e reggicalze, suggestioni boudoir e peccaminosi see-through, “un filo conduttore che lega tutti i look”, come lo ha definito lei a Fanpage, in un “lavoro organico che bene rappresenta questo pezzo”. Quando il glamour valorizza tanto il physique du rôle, quanto la qualità artistica di una canzone e della sua performer è questo che succede, in uno scambio a due – tra moda e musica – senza cui non ci sarebbe il Festival. “Un grande carnevale”, come lo ha definito qualche sera fa Teresa Mannino, di cui non potremmo fare a meno. Chi vincerà la gara (anche) di stile?