Regione Puglia, caos commissioni. Sulle nomine è tutto fermo: per Emiliano resta il nodo di Amati dopo l’uscita di Azione dalla maggioranza

Regione Puglia, caos commissioni. Sulle nomine è tutto fermo: per Emiliano resta il nodo di Amati dopo l’uscita di Azione dalla maggioranza

Quando le situazioni politiche cominciano a farsi complicate, una complicazione chiama l’altra. Non è una massima cinese: basta analizzare quel che sta succedendo in Regione e rapportarlo al caos di Bari per rendersene conto. Oggetto della contesa sono le sette commissioni regionali. Giunto a metà mandato, il Consiglio deve rinnovarle. Ma questa volta l’operazione è più difficile del solito. In questa specie di rimpasto bisogna capire che fine farà Fabiano Amati, l’ex assessore regionale di Fasano che recentemente ha lasciato i dem per andarsene con Carlo Calenda.

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Agli strali del presidente Michele Emiliano, con il quale i rapporti non erano idilliaci da tempo, si sono aggiunte le mire degli ex compagni di partito. Per i quali la presidenza della Prima commissione, competente sul bilancio, non può restare in mano all’infedele Amati, che l’ha ottenuta in quanto Pd. Sul piano logico non fa una piega. Ma la logica della politica non è quella dei comuni mortali: defenestrare Amati significa consumare uno strappo che è avvenuto soltanto a metà.

Da tempo Emiliano tenta un riavvicinamento con Calenda, suo grande detrattore fin dai tempi della vertenza ex Ilva (quando il leader romano e il governatore erano su posizioni opposte). Il miracolo è avvenuto a Foggia, dove Azione è parte della coalizione extralarge che ha eletto Maria Aida Episcopo, sedendo sullo stesso tavolo di coloro che considerano l’antipodo della loro visione antipopulista, il Movimento 5 Stelle. A Brindisi, invece, gli azionisti stano con Pino Marchionna, ex socialista eletto con il centrodestra. A quale delle due città preferisce somigliare Bari alla vigilia delle comunali 2024? Nel centrosinistra giurano che tutto questo non c’entra nulla con la decisione annunciata dalla presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, di rinviare il rinnovo delle commissioni consiliari.

Ma l’opposizione attacca con veemenza: «Bloccare il rinnovo delle commissioni significa bloccare l’attività del Consiglio regionale — scrivono il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Ventola, e i consiglieri regionale Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Michele Picaro — Farlo poi per regolare vecchi e nuovi conti interni al centrosinistra, utilizzandole per fare pressioni su amministrative ed europee, è da irresponsabili».

I meloniani ricordano che la clessidra è vuota da un pezzo: «Le sette commissioni scadevano il 10 giugno scorso, vale a dire dopo due anni e mezzo di legislatura, e andavano rinnovate così come prevede il regolamento. Abbiamo atteso che passasse la lunga estate pugliese nella speranza che la maggioranza rosso-gialla mettesse a posto i vari tasselli del complicato puzzle di una coalizione che perde e acquista pezzi, ormai, alla velocità della luce». Per il principale partito della destra pugliese «ormai la corte di Emiliano ha porte girevoli più veloci di quelle degli alberghi: c’è chi sta soltanto una notte e poi se la camera non è quella sperata esce. Ma a pagare il conto sono i pugliesi, che non solo assistono a nomine di consulenti e consiglieri e assunzioni propedeutiche a questa o a quella campagna elettorale, ma francamente mai ci saremmo aspettati che in questo tritacarne del potere finissero anche le commissioni consiliari, il cui rinnovo è stato calendarizzato prima per giovedì scorso, 16 novembre, poi per questa tornata». Infine l’affondo alla presidente, accusata di utilizzare il suo ruolo per interessi di bottega: «Loredana Capone invece di tutelare le prerogative di tutti i consiglieri e garantire il funzionamento del Consiglio regionale in senso lato, presta il fianco ai compagni di partito permettendo loro di continuare a fare giochetti politici».

Attraverso una nota la stessa presidente Capone fa sapere che la richiesta è arrivata dai consiglieri e in parte proprio dai banchi dell’opposizione. A chiedere il rinvio sono stati la Lega, aspirante alla presidenza della Settima commissione (quella che si occupa delle autonomie locali), per l’assenza del consigliere Joseph Splendido, e il Pd per problemi non politici. E oggi, comunque, garantisce la presidente Capone, «porterà l’argomento in conferenza capigruppo, affinché possa essere stabilita la nuova data». Nulla di premeditato, ma in tempi così convulsi come quelli baresi anche ventiquattr’ore possono risultare preziosissime. Anche perché Amati, per esempio, non ha ancora preso una decisione sulla querelle Pd-Laforgia, a differenza di Italia Viva, che si è affrettato a fare il proprio endorsement nei confronti dell’avvocato. «Ne parleremo al nostro interno», dice il consigliere regionale. Che ha deciso di avocare a sé la partita barese.