F1 | Dati: Mercedes spinge sul dritto, Red Bull più conservativa

La prima giornata in pista della stagione si è conclusa un po’ a sorpresa, con una doppietta Mercedes come non si vedeva da tanto tempo a questa parte, non solo per una questione di risultato, ma anche di sensazioni da parte dei piloti, che hanno mostrato un cauto ottimismo.

Alle spalle delle due Frecce d’Argento figurano altre monoposto spinte dal motore della Stella, ovvero l’Aston Martin di Fernando Alonso e la McLaren di Oscar Piastri. Al contrario, le squadre che alla vigilia arrivavano con il favore dei pronostici, ovvero Ferrari e Red Bull, hanno invece concluso più staccate, a circa 4 decimi dalla vetta raggiunta da Lewis Hamilton, che a fine sessione si è detto sorpreso dalla prestazione solida mostrata dalla W15.

Dall’altra parte, in casa Red Bull si predica calma per due differenti motivi. Da una parte, il team di Milton Keynes è ben consapevole dei tempi messi a referti sul passo, con Max Verstappen che è stato l’unico a girare con una certa costanza sotto il minuto e trentasette, seppur abbia scelto un’introduzione molto lineare. Un approccio contrario del compagno di squadra, partito con un giro di attacco molto aggressivo per poi salire progressivamente, come se avessero cercato di stressare gli pneumatici, sebbene anche verso la fine dello stint i tempi fossero comunque estremamente competitivi.

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Max Verstappen, Red Bull Racing RB20

Max Verstappen, Red Bull Racing RB20

Photo by: Simon Galloway / Motorsport Images

I Mercedes spingono sui rettilinei

Dall’altra, l’olandese si è lasciato scappare una frase piuttosto chiara ed estremamente interessante, che lo ha portato a parlare con una certa tranquillità anche dal punto di vista del giro secco. Sebbene si aspetti che in qualifica il gruppo sia piuttosto compatto, con i rivali più vicini che sul passo gara, dall’altra il pilota di Hasselt si è detto poco preoccupato per i quasi 5 decimi accumulati da Hamilton, perché influenzati da mappature più aggressive. Il portacolori della Red Bull non ha parlato facendo riferimenti specifici proprio ai motorizzati Mercedes, ma è chiaro che il sospetto fosse quello.

In effetti, andando a guardare le telemetrie di questa prima giornata, le parole di Verstappen in qualche modo trovano conferma. Ad eccezione fatta della Williams, l’anno scorso le vetture spinte dalla Power Unit della Stella non brillavano per velocità di punta, complici soprattutto i problemi di drag delle auto: quest’oggi invece, a differenza anche dei test della scorsa settimana, si sono visti dati alquanto interessanti, ma non in termini di massime in fondo al rettilineo, bensì di progressione.

Infatti, sebbene sia Red Bull che Mercedes arrivino al punto di staccata con una velocità massima molto simile di 316 km/h, la W15 può contare su un vantaggio in progressione, in certi tratti si attesta tra i 4 e i 5 km/h. Ciò significa che non solo i piloti della scuderia di Brackley riescono a raggiungere prima velocità più alte dei colleghi del team di Milton Keynes, ma anche che sono in grado di rimanere più a lungo attorno ai 316 km/h, con un chiaro vantaggio dal punto di vista del cronometro. Un comportamento che si ripresenta anche con l’Aston Martin di Fernando Alonso, ma non con la McLaren di Oscar Piastri, che mostra una progressione più lineare.

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Confronto telemetrico tra Verstappen e Hamiton nella FP2 del Bahrain

Confronto telemetrico tra Verstappen e Hamiton nella FP2 del Bahrain

Photo by: Gianluca D’Alessandro

Chiaramente è presto per dare valutazioni definitive, anche considerando che i team sono distanti dalle velocità di punta che avevano raggiunto l’anno scorso, segnale che c’è ancora del margine da esprimere, come di solito avviene tra prove libere e qualifiche. Tuttavia, si tratta di un aspetto a cui sarà interessante prestare attenzione nella giornata di sabato, quando i team tireranno fuori il vero potenziale. Alla vigilia del GP George Russell aveva sottolineato come a questa W15, sebbene più guidabile, mancasse del carico aerodinamico, ma il tema delle velocità di punta non era emerso nei test.

Verstappen conservativo in determinati punti

Se sui rettilinei si registra in maniera piuttosto chiara il dominio dei motorizzati Mercedes, tanto che sono stati i più rapidi nel primo e nel terzo settore, dove conta maggiormente la potenza, dall’altra in curva il discorso assume scenari più complessi e di difficile lettura.

Prendendo come riferimento Verstappen, si può apprezzare come in quei tratti in cui conta davvero la stabilità e il carico aerodinamico complessivo, la RB20 sembra esserci: nel cambio di direzione 6-7, il pilota della Red Bull si è dimostrato il più rapido, guadagnando diverse centesimi sulla concorrenza. Un vantaggio conquistato anche grazie al fatto di essere riuscito a parzializzare l’acceleratore solo attorno all’85%, tra l’altro per un periodo di tempo inferiore agli avversari. Osservando i dati di Hamilton, si può notare come, pur parzializzando in maniera simili all’olandese, è costretto ad alzare il piede dal pedale con un certo anticipo, per poi tornare a gas completamente spalancato più tardi.

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Max Verstappen, Red Bull Racing RB20

Max Verstappen, Red Bull Racing RB20

Photo by: Steven Tee / Motorsport Images

Vi è, però, un altro aspetto interessante, ovvero l’uscita da questo tratto. Mentre tutti gli altri sono arrivati a gas totalmente aperto fino al punto di staccata, Verstappen ha anticipato di diversi metri la fase di rilascio, lasciando quasi scorrere la vettura prima di andare sul freno, quasi a volersi nascondere. L’aspetto curioso è che questo comportamento si è riproposto anche alla staccata di curva dieci, dove è arrivato con la velocità di punta più alta, ma anche alla frenata della 11, dove ha anticipato in maniera evidente anche la scalata.

Per quanto sia vero che tendenzialmente il portacolori della Red Bull ha uno stile che predilige una fase di frenata meno aggressiva, in questo caso vi è una tendenza a lasciar scorrere la vettura molto marcata. Inoltre, vi è da segnalare come, proprio in curva 11, nel tentativo precedente a quello del suo miglior giro Verstappen avesse registrato velocità minime di percorrenza più alte, segnale che in effetti vi è ancora del margine. Tuttavia, in curva 13 e 14, ovvero le ultime due del tracciato, Verstappen non si è reso protagonista di rilevamenti eccezionali.

Un Ferrari difficile da decifrare

Se c’è un elemento chiaro fino ad ora, questo è l’incertezza. Per quanto il tabellone dei tempi parli di distacchi anche attorno al mezzo secondo, ci sono molti elementi che hanno giocato un ruolo chiave nella ricerca del tempo.

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Carlos Sainz, Ferrari SF-24

Carlos Sainz, Ferrari SF-24

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

In casa Ferrari, ad esempio, si sono notate velocità di punta piuttosto basse, anche di 4-5 km/h risetto a Red Bull, che di certo non è stata riferimento assoluto sui rettilinei: un comportamento opposto a quello che si era visto nelle simulazioni long run dei test, dove il team del Cavallino aveva puntato su mappature più aggressive per avere dati reali e concreti sull’utilizzo e la gestione degli pneumatici.

Il primo aspetto che cattura l’occhio è quello della velocità di percorrenza di curva 1, dove la scuderia di Maranello ha faticato con entrambi i piloti per tutta la giornata, come lo scorso anno. Alla vigilia di questo fine settimana, Charles Leclerc non aveva nascosto che Ferrari accusasse un leggero sottosterzo nelle curve più lente, in maniera simile a quanto avveniva in casa McLaren nella passata stagione. Un comportamento che oggi si è presentato sia con Leclerc sia con Sainz, che spesso ha mantenuto una linea molto stretta in curva 1 per non far scorrere troppo la vettura e preparare al meglio l’uscita verso curva due, tanto da registrare velocità minime molto basse.

Allo stesso modo, anche nel cambio di direzione tra la sei e la sette la SF-24 sembra avere qualcosa in meno non solo della Red Bull, ma anche della McLaren, che nel 2023 aveva fatto di tratti del genere una delle sue armi migliori. Sainz è costretto a una fase di parzializzazione più ampia e spinta dei suoi avversari. Caso differente è quello di Leclerc, i cui riferimenti sono stati condizionati dal fatto di aver abortito ben due tentativi prima del giro in cui ha registrato il suo miglior crono, perdendo qualcosa dal punto di vista della freschezza delle coperture.

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Confronto telemetrico tra Sainz e Hamiton nella FP2 del Bahrain

Confronto telemetrico tra Sainz e Hamiton nella FP2 del Bahrain

Photo by: Gianluca D’Alessandro

L’aspetto più incoraggiante per la monoposto di Maranello sono le performance nelle curve a media velocità, come la 4, la 11, la 13 e la 14, ultimo settore della pista, dove mediatamente la SF-24 ha mostrato velocità di percorrenze positive. Ciò lo si nota soprattutto in curva 13, tratto dove se è pur vero che sia utile avere un anteriore preciso, è ancor più fondamentale avere un posteriore piuttosto saldo, che non faccia scappare il retrotreno in entrata con il rischio di allargare la traiettoria.

Ultimo elemento da segnalare è la difficoltà in staccata: Sainz è partito con un set di freni nuovo in mattinata, aspetto che gli è stato ricordato anche via radio, ma lo spagnolo non è riuscito a trovare un buon feeling in staccata. Un aspetto che si è riproposto anche per Leclerc.

Una griglia ancora incerta

La prima giornata di prove libere in Bahrain hanno lasciato più dubbi che certezze, soprattutto sul giro secco, più che sulla lunga distanza. Sul passo gara, infatti, Red Bull sembra avere ancora una volta un cospicuo vantaggio, con il gruppo composto da Ferrari, Mercedes, McLaren e Aston Martin racchiuso in pochi decimi alle sue spalle.

Sul giro singolo gli elementi di incertezza e le variabili in gioco sono molto più molteplici: anche McLaren ha completato una simulazione interessante con poco carburante a bordo, confermandosi la più rapida nel secondo settore, quello dove conta maggiormente la guidabilità, seppur Lando Norris non sia riuscito a mettere insieme un buon giro. La MCL38, su un tracciato che storicamente non è mai stato così favorevole alle vetture di Woking, ha evidenziato anche velocità di punte inferiore rispetto alle altre squadre motorizzate dalla casa della Stella.

Le qualifiche spazzeranno via diversi dubbi, dando un’immagine più chiara e realistica dei valori in campo, ma anche dei punti di forza e delle debolezze di ogni vettura.

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