Ospedali al collasso in Brasile per la Dengue. Le contromisure in Italia

ospedali al collasso in brasile per la dengue. le contromisure in italia

Epidemia di Dengue, è allarme in Brasile dove si sono ormai superati i 740.000 contagi. Con aree del Paese latino americano dove le strutture sanitarie sono al collasso. Mentre i morti, in queste prime settimane del 2024, hanno superato quelli dell’intero 2023. E in Italia? È allerta, ma la situazione è sotto controllo, ha dichiarato nei giorni scorsi il ministro della Salute Orazio Schillaci. E all’Istituto nazionale malattie infettive “Spallanzani” di Roma sono iniziate le vaccinazioni per chi deve intraprendere un viaggio in luoghi dove la malattia è endemica. In ogni caso: guardia alta, oggi e – ancor più – in prospettiva. Anche perché le temperature in crescita aumentano il rischio di contagio. E tra gli effetti del clima più caldo, c’è la diffusione – anche in Italia e in Europa – di malattie che siamo abituati ad associare ad altre latitudini ed altri scenari.

La più importante malattia al mondo trasmessa da zanzare

Considerata, a livello planetario, la più importante malattia virale trasmessa da zanzare all’uomo – e in aumento negli ultimi decenni – la Dengue è endemica in oltre cento Paesi – in Africa, America, Sud e Sud Est Asiatico, Pacifico occidentale –: è diffusa nelle regioni tropicali e subtropicali, ma alcuni focolai epidemici si sono verificati anche in Europa. La Dengue è causata da un arbovirus trasmesso attraverso la puntura della femmina di zanzara Aedes aegypti. I sintomi principali sono febbre alta, dolori muscolari e articolari, eruzioni cutanee. Nelle forme più gravi, la dengue può causare emorragie interne e portare alla morte.

In Brasile 740.000 contagi e 151 morti (contro i 118 di tutto il 2023)

Fra i Paesi più sotto pressione, vi è certamente il Brasile. Nelle prime settimane del 2024 sono state registrate 151 morti per patologie riconducibili al contagio da febbre dengue in Brasile: un numero superiore ai 118 decessi registrati nell’intero 2023. A riferirlo è il ministero della Salute che, diffondendo il bollettino dell’epidemia, ha annunciato come siano in corso esami per confermare altre 501 morti sospette. In base agli ultimi dati il numero di contagi ha raggiunto quota 740.942, una cifra quasi sei volte superiore al totale dei casi registrati nel 2023, 165.839. A preoccupare le autorità del gigante latino americano è in particolare l’aumento di casi gravi della malattia. Almeno 7.575 persone infatti hanno fatto ricorso alle cure ospedaliere tra gennaio e il 17 febbraio, mentre lo scorso anno erano state 2.553.

Il Minas Gerais, nel Sud est del Brasile, è in testa alla classifica degli Stati con il maggior numero di contagi, 258.194, seguito da San Paolo con 124.597 casi e dal Distretto federale con 83.284 casi. L’aumento dei contagi causati dalla malattia ha portato gli stati di Acre, Espírito Santo, Goiás, Minas, Goiás, Paraná, Distretto federale Santa Catarina e Rio de Janeiro a decretare lo stato di emergenza epidemica.

Nella capitale Brasilia strutture sanitarie al collasso

Il Distretto federale – il territorio della capitale federale Brasilia – è il terzo Stato per numero di contagi, ma è quello con il più alto tasso di incidenza, con 2.956 casi per centomila abitanti. Una situazione che ha portato al collasso le strutture sanitarie pubbliche e private di Brasilia. Lo ha riferito il governatore del Distretto federale Ibaneis Rocha in una conferenza stampa. «Stiamo vivendo una crisi molto grande. Tanto che abbiamo pubblicato un decreto che amplia i servizi delle unità sanitarie di base e prevede l’allestimento di nuove tende per l’idratazione dei pazienti. Il momento è serio, secondo il nostro segretario alla Sanità non abbiamo ancora raggiunto il picco dei contagi, quindi dobbiamo monitorare la situazione con molta attenzione», ha detto Rocha, annunciando l’assunzione temporanea di 651 operatori sanitari medici, infermieri, operatori sanitari e agenti sanitari di comunità.

Il ministro Schillaci: in Italia è sotto controllo, ma siamo allertati

E in Italia? Sulla Dengue «la situazione è sotto controllo, ma siamo allertati e per questo motivo stiamo facendo tutto ciò che necessario. Al momento siamo tranquilli», ha dichiarato nei giorni scorsi il ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Poco più di una settimana fa una Nota del ministero, su disposizione del direttore generale della Prevenzione, Francesco Vaia, aveva innalzato il livello di allerta e vigilanza degli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf) e dei Servizi territoriali per l’assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e dell’aviazione civile (Sasn) «nei confronti dei vettori provenienti e delle merci importate dai Paesi in cui è frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia».

Vaccinazioni al via allo “Spallanzani” di Roma

Da martedì 20 febbraio, all’Istituto nazionale malattie infettive “Spallanzani” di Roma, sono partite le vaccinazioni contro la Dengue nell’ambulatorio di malattie tropicali e del viaggiatore. Una profilassi – ha spiegato in una intervista l’ex direttore generale della Prevenzione al Ministero della Salute, Giovanni Rezza – destinata a chi deve intraprendere un viaggio dove la malattia è endemica. La vaccinazione, fa sapere lo Spallanzani, è a carico del paziente così come la visita infettivologica per malattie del viaggiatore/tropicale che dovrà precederla, durante la quale verranno forniti i consigli sui rischi e precauzioni correlati al viaggio.

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