Papa Francesco alle prese con il (reale) rischio di uno scisma tedesco, i timori del cardinale Schoeborn. Ecco cosa ha detto
La corda è talmente tesa che stavolta potrebbe strapparsi. Il rischio è talmente alto che si è fatta sentire persino l’autorevole voce del cardinale Christoph Schönborn di Vienna: ai vescovi tedeschi ha suggerito di non abbandonare il dialogo con Roma, evitando lo scisma altrimenti inevitabile con la loro una rottura. Il tema spinosissimo è sempre lo stesso che da quattro anni in qua, tra alti e bassi, scontri sotterrane e proclami di autonomia sta mettendo a dura prova le relazioni tra il Papa e l’episcopato della Germania avviato a realizzare una riforma che prevede un progressivo allontanamento da Roma. Non più è solo la sfida a ottenere il diaconato femminile o il sacerdozio femminile – cose al momento vietate – ma di arrivare a qualcosa di più esplosivo, ben più rivoluzionario: i cattolici tedeschi sono a un passo dalla istituzione nelle diocesi di organismi consultivi e deliberativi in cui al vertice decisionale, oltre al vescovo, ci sarebbero anche dei laici. Una specie di governo democratico, cosa che ovviamente non può essere contemplata dalla dottrina e dall’impostazione della Chiesa cattolica dato che inficerebbe il sacramento dell’ordinazione episcopale.
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Insomma, il nodo è altamente esplosivo da aver costretto il Papa a inviare alla Germania una nuova lettera in vista dell’assemblea plenaria dei vescovi prevista in settimana ad Augusta. Si tratta di una specie di cartellino giallo dove fa di nuovo presente che ulteriori sono da considearsi fuori da ogni regola. Tuttavia la potentissima associazione dei laici tedeschi, d’accordo con molti vescovi, hanno chiesto apertamente all’episcopato di restare compatto e fare muro, di resistere, di sfidare il Vaticano e andare avanti con la riforma votata.
Nella lettera, di cui dà notizia l’agenzia cattolica KNA, i cardinali Parolin (Segretario di Stato), Fernandez (Dicastero della Fede) e Prevost (Dicastero dei Vescovi) per conto di Francesco riaffermano la posizione del Vaticano. La Chiesa in Germania non è autorizzata a istituire un organo decisionale in cui i laici, oltre ai vescovi, hanno anche voce in capitolo su questioni ecclesiastiche fondamentali.
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Su questo antefatto si è mosso anche il cardinale di Vienna, Schoenborn dando man forte a Roma e al Papa. In una intervista al portale Communio.de – molto letto e autorevole – ha ripetuto che i vescovi tedeschi non dovrebbero prendere alcuna decisione che possa portare a uno scisma. Dovrebbero «seriamente chiedersi se vogliono davvero lasciare la comunione con e sotto il Papa o piuttosto accettarla lealmente. Rifiutare di arrendersi sarebbe obstinatio – un chiaro segno di uno scisma che nessuno può desiderare». Ignorare gli avvertimenti di Roma sarebbe negligente.
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«Sono impressionato dalla pazienza con cui il Papa sta cercando di rimanere in dialogo con i vescovi tedeschi e mantenere l’unità e la comunione», ha sottolineato il cardinale «Non pochi accusano il Papa e i suoi collaboratori di essere troppo pazienti, dicendo che eÌ€ arrivato il momento di reagire con misure drastiche. No, anche dopo l’ultima lettera di Roma: la finestra del dialogo rimane aperta!Ho l’impressione che il Papa e i dicasteri romani abbiano fatto di tutto per venire incontro ai vescovi tedeschi. Dovremmo quindi aspettarci che anche i vescovi tedeschi facciano delle concessioni in cambio – e i vescovi tedeschi dovrebbero anche aspettarsi che il Comitato centrale dei cattolici tedeschi non oltrepassi il limite». Lo scisma stavolta sembrerebbe davvero dietro l’angolo.
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La temperatura è evidentemente salita e la riunione dell’episcopato tedesco ad Augusta con le decisioni conseguenti che verranno prese, avranno conseguenze dirette sulla seconda parte del Sinodo sulla Sinodalità che si terrà in Vaticano ad ottobre. Un appuntamento già sotto i riflettori e sul quale potrebbero allargarsi gli scontri tra conservatori e riformisti. Le richieste sono le più varie: vanno dall’introduzione di una maggiore democrazia nella Chiesa, al sacerdozio femminile, alla modifica del catechismo per la parte riguardante la sessualità e, in particolare, l’omosessualità, fino alle richieste dei tedeschi.
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