«Non voglio figli ma il mio fidanzato si: avevo paura mi lasciasse per questo e non sapevo cosa fare. Poi ho capito: nessun compromesso»
«Amor vincit omnia», scriveva Virgilio, ovvero l’amore vince tutto. Questo concetto ha attraversato i secoli e ha popolato non solo l’arte e la letteratura ma anche le vite di tanti che affidano a un sentimento così forte e puro la propria felicità. Eppure, una relazione non sempre può sopravvivere poggiandosi soltanto su questa consapevolezza e alcune differenze non possono essere conciliate.
Lo sa bene Cristabella che, nonostante l’amore per il suo fidanzato si è ritrovata a mettere in dubbio il loro futuro insieme: lei non voleva figli, ma lui si. A quel punto, si è trovata davanti a un bivio, una scelta che sembrava ingiusta e la prospettiva di un compromesso così grande da far traballare le fondamenta della sua identità.
Amore, figli e compromessi
«La prima volta che ho guardato il mio ex fidanzato negli occhi ho sentito una scintilla dentro di me – scrive Cristabella su BusinessInsider -, una corrente elettrica che scorreva lungo il petto. Non c’è stato nessuno sviluppo graduale. Era già lì. Era quello giusto per me, pensavo, e se gli fosse mai successo qualcosa, sarei stata single per il resto della mia vita». Un colpo di fulmine, insomma, una consapevolezza istantanea e sorprendente.
I due hanno cominciato a frequentarsi e subito è stato toccato l’argomento figli, «anche se sapevamo che era presto per parlarne seriamente. Lui voleva costruirsi una famiglia, un giorno, ma io no. In ogni caso, ci siamo messi insieme». Com’è naturale che sia quando ci si impegna in una relazione, le conversazioni riguardanti il futuro si fanno sempre più frequenti.
Si avvicinava il primo anniversario: «Ci siamo conosciuti nel 2019 e la pandemia ha accelerato i ritmi della nostra storia. Già vivevamo insieme, e insieme gestivamo un’attività. Negli anni successivi, la questione della famiglia si è fatta sempre più urgente e i nostri desideri, così diversi, sono diventati un ostacolo vero e proprio. Così si è concretizzata la domanda: qual è la direzione verso cui stiamo andando?».
Cristabella ammette che inizialmente non riusciva a vedere quella differenza di intenti come un vero problema: «Per me era facile ignorare il problema, non c’era nessuna fretta dato che non volevo figli. Anche se gli uomini hanno meno problemi di fertilità rispetto alle donne, il ticchettio dell’orologio si faceva sempre più insistente per lui perché non voleva essere un genitore troppo anziano». Quando, alla fine, ha capito quanto fosse importante per il suo ex avere una famiglia, l’ansia e la paura sono sbocciate dentro di lei.
La rottura
«Ho cominciato a pensare se magari l’amore per il mio partner potesse essere abbastanza per schiacciare il mio desiderio di non avere figli – scrive Cristabella -, o se fosse possibile per me cambiare idea, che non fossi davvero sicura. Mi sono chiesta se fosse normale avere dubbi sul voler diventare mamma». Questi pensieri non riguardavano solo lei: «A volte, entrambi ci chiedevamo se ci fosse la possibilitàdi cambiare idea. Era un tentativo nobile di salvare la nostra relazione, ma mi ha fatto soltanto notare il sollievo che provavo ogni volta che lui prendeva in considerazione l’idea di non avere figli».
«Ricordo di aver detto a qualcuno forse lo faccio, solo perché non riuscivo a sopportare l’idea di vivere senza di lui. A pensarci ora – ammette Cristabella – non stavo davvero cedendo all’idea di fare figli. Stavo combattendo con la possibilitàdi perderlo». L’intensitàdi questi dubbi ha iniziato a renderla instabile, infelice, e anche il tempo passato insieme era in qualche modo corrotto dalla prospettiva della fine. Anche grazia alla terapia, Cristabella ha capito che non era giusto per lei vivere con questa pressione, né era giusto per lui continuare ad aspettarla.
Quando la rottura è arrivata, inevitabile, «mi sono sentita di nuovo lucida, ero di nuovo piena di energia e avevo nuovo spazio, mentale ed emozionale, per ciò che ritenevo davvero importante. La relazione è finita, ma non la vedo come una perdita perché ho guadagnato (e ritrovato) molto di più».
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