Netanyahu tira dritto: gabinetto di guerra su possibile attacco all'Iran

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Gaza

Josep Borrell: “Prove sempre più evidenti di carestia a Gaza”

“È con grande sconcerto che prendiamo atto delle prove sempre più evidenti della carestia in atto a Gaza e dell’escalation della situazione umanitaria a un livello catastrofico. La Commissione Europea ha preso atto dell’impegno di Israele ad aprire nuovi punti di accesso agli aiuti umanitari a Gaza, tra cui il porto di Ashdod e il valicodi Erez, e ad aumentare le consegne di aiuti dalla Giordania.Tuttavia, a questi impegni devono seguire azioni significative eprioritarie”. Lo dichiarano in una nota congiunta l’altorappresentante Ue Josep Borrell e il commissario per le emergenze Janez Lenarcic.

Il gabinetto di guerra israeliano si riunirà nella giornata di domani. In agenda lapossibile risposta all’attacco iraniano

Il gabinetto di guerra israeliano si riunirà nella giornata di domani: è quanto riporta il sito israeliano Ynet.In agenda il possibile attacco contro gli obbiettivi iraniani, le trattative per il rilascio degli ostaggi e una tregua a Gaza e gli scontri con le milizie libanesi di Hezbollah al confine settentrionale

il portavoce dell’Onu, Stephane Dujarric: “Minacce Israele a Iran una retorica molto pericolosa”

“Noi stiamo vedendo molta retorica nella regione, una crescente pericolosa retorica. Noi siamo molto preoccupati e continuiamo a chiedere la massima moderazione. Il mondo non può permettersi un altro conflitto”. Lo ha detto il portavoce dell’Onu, Stephane Dujarric, commentando le parole del premier israeliano Benjamin Netanyahu che ha detto che Israele deciderà come rispondere all’attacco lanciato dall’Iran.

La polizia israeliana ha detto che intende incriminare la sorella del leader di Hamas, Ismail Haniyeh

La polizia israeliana ha detto che intende incriminare la sorella del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, che e’ stata interrogata con l’accusa di sostegno all’organizzazione e incitamento al terrorismo. Lo scrive il quotidiano israeliano ‘Haaretz’.

Hamas sostiene che gli ostaggi sono vittime di ”calcoli interni” del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

Gli ostaggi sono vittime di ”calcoli interni” del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu,  responsabile di aver bloccato i negoziati per il loro rilascio. Lo  sostiene Hamas, ribadendo la richiesta di un cessate il fuoco permanente nella Striscia di Gaza, il ritiro delle truppe israeliane e l’ingresso di aiuti umanitari. Israele “sta affogando nella sua crisi politica e nei calcoli interni del suo governo”, ha affermato Zaher Jabarin un alto funzionario del braccio politico di Hamas. ”Non ci  sarà alcun accordo sugli ostaggi fino a quando Netanyahu non risolverà i suoi calcoli”, ha aggiunto citato dal quotidiano ‘Felestin’. Jabarin si è poi rivolto alle famiglie degli ostaggi per dire loro che “il tempo stringe” e che le condizioni in cui si trovano i loro cari  sono le stesse che devono patire i detenuti palestinesi e gli altri  abitanti della Striscia di Gaza.

Rapporto Onu descrive abusi dei palestinesi detenuti da Israele

Abusi fisici, botte e umiliazioni. E’ quanto hanno raccontato gli abitanti di Gaza rilasciati da Israele all’Unrwa. In un rapporto dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi sono state raccolte testimonianze drammatiche. Alcuni detenuti palestinesi hanno riferito diessere stati costretti a sedersi in ginocchio per ore di seguito con le mani legate mentre erano bendati, di essere stati privati di cibo e acqua e di essere stati sottoposti a umiliazioni di vario genere (ad esempio persone che urinavano su di loro). Altri, invece, sono stati duramente picchiati con sbarre di metallo, con il calcio delle pistole o con gli stivali, oppure chiusi dentro delle gabbie e attaccati dai cani.  Nel rapporto, una prigioniera liberata ha raccontato che un ufficiale israeliano ha minacciato di uccidere tutta la sua famiglia se non avesse fornito loro maggiori informazioni. E un altro ha detto che era stato costretto a sedersi su una sonda elettrica che gli aveva bruciato il fondo schiena. L’esercito israeliano afferma di aver arrestato coloro che erano sospettati di coinvolgimento con Hamas e altri gruppi, ma secondo il rapporto dell’Unrwa sono stati arrestati anche bambini, donne e anziani. Pur non avendo commentato questo dossier, come riporta il New York Times, alla domanda su similiaccuse di abusi avvenute in passato, i funzionari israeliani hanno affermato che i diritti fondamentali dei detenuti sono stati rispettati.

Israele, manovre in Galilea. Estesa esercitazione, scenari difensivi e offensivi verso il Libano

Le forze armate israeliane hanno resonoto che la “91esima divisione ha completato un’estesa esercitazione” a nord di Israele “incentrata su scenari difensivi e offensivi”. L’esercitazione avviata “lunedì in Galilea è stata completata in collaborazione con l’aeronautica israeliana, la polizia israeliana e l’unità di ricerca e delle forze di salvataggio”.

“L’esercitazione rappresenta una parte significativa dei preparativi della divisione per una serie di scenari nel nord, che affrontano terreni complessi, condizioni meteorologiche difficili ed eventi con numerose vittime – prosegue l’Idf -.Tutte le forze nella regione operano per mantenersi pienamente pronte per una forte difesa dell’Alta Galilea e per un’offensiva in Libano”.

Secondo l’agenzia Axios Israele voleva colpire l’Iran già lunedì, ma ha deciso di rinviare l’attacco

Israele voleva colpire l’Iran già lunedì, in risposta all’attacco della Repubblica islamica di sabato notte, ma alla fine ha deciso di rinviare l’attacco. Lo hanno detto ad Axios cinque diverse fonti israeliane ed americane, dopo che  all’inizio della settimana in effetti la risposta israeliana era data  per “imminente”

La Turchia ha accusato il primo ministro israeliano di voler trascinare il Medio Oriente in guerra “per restare al potere”

La Turchia ha accusato il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu di voler trascinare il Medio Oriente in guerra “per restare al potere”, in un contestodi guerra nella Striscia di Gaza con Hamas. “È ovvio che Netanyahu sta cercando di trascinare la regione in guerra per rimanere al potere”, ha detto ilministro degli Esteri turco Hakan Fidan nel corso di una conferenza stampa in Qatar.

L’aviazione israeliana ha colpito la valle orientale della Bekaa nella regione di Baalbek

L’aviazione israeliana ha colpito la valle orientale della Bekaa nella regione di Baalbek,roccaforte degli Hezbollah. Non si registrano vittime al momento, ma dal luogo giungono notizie frammentate. Secondo l’agenzia di notizie libanese Nna, un drone israeliano ha lanciato tre missili contro un edificio nellalocalità di Iaat, alla periferia nord-occidentale di Baalbek.  Questo attacco giunge poche ore dopo il raid di Hezbollah su Arab Aramshe, una località israeliana a ridosso della linea didemarcazione tra i due paesi e dove sono stati feriti alcuni soldati israeliani. L’attacco odierno di Hezbollah era in risposta ai raid aerei israeliani nel sud del Libano e che avevano ucciso trecombattenti del partito libanese.

Hamas in una nota rende noto che: “E’ legittimo e meritato l’attacco che l’Iran ha sferrato contro Israele”

E’ ”legittimo e meritato” l’attacco che l’Iran ha sferrato sabato notte contro Israele. Lo ha dichiarato  Hamas in una nota ricordando ”il raid dell’entità sionista al  consolato iraniano a Damasco”. Nella prima reazione ufficiale di Hamas si legge che ”la risposta della Repubblica islamica dell’Iran conferma che è finito il tempo in cui l’entità sionista poteva agire come voleva senza responsabilità o punizione”.

”Fermate l’Iran adesso, prima che sia troppo tardi” il messaggio diffuso in un post dallo Stato di Israele accompagnandolo ad una foto di Londra

”Fermate l’Iran adesso, prima che sia troppo tardi”. Ovvero prima che gli iraniani possano ”arrivare  presto una città vicino a voi”. E’ il messaggio che viene condiviso  sull’account ufficiale di X dello Stato di Israele, che sceglie di  diffondere un’immagine di Londra per avvertire del rischio che corrono le capitale europee.  ”L’attacco missilistico del regime iraniano contro Israele questa settimana ha mostrato al mondo esattamente di cosa è capace l’Iran e cosa è disposto a fare”, recita il post. Viene quindi rivolto un  appello a ”sanzionare il programma iraniano di missili balistici e  dichiarare il Corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane un’organizzazione terroristica, prima che sia troppo tardi”. Il post è stato condiviso il giorno in cui il ministro degli Esteri  britannico David Cameron ha incontrato in Israele il premier  israeliano Benjamin Netanyahu.

Un raid di Hezbollah “buca” di nuovo le difese a nord di Israele

Diciotto persone sono rimaste ferite in un attacco ad Arab al-Aramshe, villaggio beduino nel nord di Israele, vicino al confine con il Libano, colpito da razzi e droni lanciati da Hezbollah. Tra di loro, una è in condizioni critiche, ha fatto sapere il Galilee Medical Center di Nahariya dove sono ricoverati. Le forze armate israeliane (Idf) hanno precisato che, tra i feriti, 14 sono soldati riservisti, di cui sei gravi.  E’ il terzo giorno consecutivo in cui si registrano feriti israeliani causati dal gruppo sciita filo-iraniano, in una situazione di forte tensione regionale dopo l’attacco lanciato lo scorso fine settimana dalla Repubblica islamica contro lo Stato ebraico come rappresaglia per il raid sferrato contro il consolato di Teheran a Damasco il primo aprile, in cui sono morti diversi Pasdaran, tra cui il generale Mohammad Reza Zahedi e il suo vice. Hezbollah ha rivendicato l’attacco odierno, sostenendo di aver lanciato missili e droni contro una “struttura militare israeliana” in risposta all’uccisione ieri da parte di Israele di suoi miliziani e comandanti. Immediata la reazione dell’Idf che ha riferito di aver “colpito un complesso militare di Hezbollah nell’area di Ayta ash Shab, nel sud del Libano, dove operavano i terroristi”. Inoltre, sono stati presi di mira “complessi militari e infrastrutture terroristiche nelle aree di Naqoura e Yarine”, ha aggiunto.Ieri le autorità israeliane avevano reso noto che tre persone erano rimaste ferite in un attacco proveniente dal Libano, mentre lunedì altri quattro soldati erano rimasti feriti nell’esplosione di un ordigno in territorio libanese, la prima operazione di questo tipo in sei mesi di scontri.

Secondo fonti americane, venerd’ al Consiglio di Sicurezza dell’Onu ci sarà il voto sull’ ammissione della Palestina

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite metterà ai voti venerdì la richiesta della Palestina di entrare a far parte dell’Onu come membro a pieno titolo. Lo riportano media americani che citano fonti diplomatiche. I quindici membri del consiglio si riuniranno alle 15, le 21 in Italia, per votare una bozza di risoluzione che chiede ai 193 membri dell’Assemblea generale di “ammettere l’adesione dello Stato della Palestina alle Nazioni Unite”. La risoluzione ha bisogno di almeno nove voti a favore e nessun veto da parte di almeno uno dei cinque membri permanenti – Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna – ma le possibilità che il testo venga approvato sono minime. Gli Stati Uniti, secondo le previsioni degli analisti, metteranno il veto non perchè siano contrari all’ingresso della Palestina, ma perchè ritengono che questo riconoscimento dovrebbe far parte di una trattativa più ampia da avviare con Israele. L’ingresso della Palestina comporterebbe anche doveri perchè ogni membro deve “perseguire la pace”. Israele, però, si è schierata subito contro la proposta e ha accusato l’Onu di voler legittimare i palestinesi come “premio” dopo il massacro di 1200 israeliani avvenuto da parte della milizia palestinese di Hamas il 7 ottobre. Inizialmente, tra le date per la riunione del Consiglio di sicurezza, si era parlato di voto già domani, ma lo spostamento, se confermato, potrebbe essere legato al tentativo di rivedere la bozza, smussandone alcuni punti che non hanno incontrato finora l’unanimità.

Mattarella da Sofia: “Bene G7 per soluzione stabile di pace in MO”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita dalla Bulgaria afferma: “Bene G7 per soluzione stabile di pace in Medio Oriente”.

E’ al via a Capri la riunione dei Ministri degli Esteri del G7 a guida italiana. Presenti Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti.

Oltre al ministro Antonio Tajani sono arrivati i vertici delle diplomazie straniere, tra cui il segretario di Stato Usa Antony Blinken e domani approderà sull’isola il segretario della Nato Jens Stoltenberg.

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Netanyahu: in caso di attacco iraniano “abbiamo diritto all’autodifesa”, “è una decisione che prenderò da solo”

“Israele si riserva il diritto all’autodifesa”. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu incontrando i ministri degli esteri di Regno Unito e Germania che ha ringraziato per il loro sostegno “inequivoco” allo Stato ebraico e per la posizione dei loro rispettivi paesi nella difesa contro l’attacco senza precedenti dell’ Iran a Israele. In precedenza sia Cameron sia Baerbock avevano chiesto di evitare escalation con Teheran.

“Tutti hanno ogni tipo di suggerimento e consiglio, io l’apprezzo, ma voglio essere chiaro, prenderò io la decisione da solo e lo stato di Israele farà quello che deve fare per difendersi”, ha detto Netanyahu, in apertura della riunione del suo gabinetto di governo, riferendo del recente colloquio avuto con il premier britannico Rishi Sunak, e degli incontri di oggi con i capi delle diplomazie britannica e tedesca, David Cameron e Annalena Baerbock.

Hezbollah: “Presa di mira una base militare nel nord d’Israele”

Hezbollah ha reso noto di aver preso di mira con droni una base militare israeliana come rappresaglia per la morte di alcuni suoi combattenti.

La milizia del “Partito di Dio” libanese sostenuta dall’ Iran, ha lanciato “un attacco combinato con missili guidati e droni esplosivi contro un centro di comando di ricognizione militare” nel nord di Israele, “in risposta all’assassinio da parte del nemico di alcuni combattenti della resistenza a Ain Baal e Shehabiya”, ha dichiarato il movimento.

Sanità Gaza: 33.899 morti dall’inizio del conflitto tra cui oltre 14.520 bambini e 10.000 donne

Almeno 56 persone sono rimaste uccise negli attacchi messi a segno nelle ultime 24 ore dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito il ministero della Sanità dell’enclave palestinese controllata da Hamas, precisando che sale così a 33.899 il numero dei palestinesi morti dall’inizio del conflitto, il 7 ottobre scorso, tra cui si contano oltre 14.520 bambini e 10.000 donne. Altre 89 persone sono rimaste ferite nelle ultime 24 ore, per complessivi 76.664 feriti.

Pace a Gaza, studenti della Sapienza in sciopero della fame e incatenati

Si sono incatenati e sono in sciopero della fame da oggi le ragazze e i ragazzi dei collettivi che da tre giorni sono in presidio con le tende all’interno dell’università La Sapienza. “Il nostro Paese non è ancora disposto ad adoperarsi per costruire le condizioni per la pace, ma non c’è più tempo – si legge in un appello scritto dagli studenti – Siamo incatenati e in sciopero della fame davanti al rettorato della Sapienza perché è dal cuore della più grande università d’Europa che ottenere un passo indietro da chi è complice di un genocidio, può produrre un importante cambiamento”.

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Nuove sanzioni all’Iran, rapporti con la Cina e prezzo del petrolio a rischio, la discussione approda al G7

Gli Stati Uniti e gli alleati europei stanno discutendo nuove sanzioni economiche all’Iran a seguito dell’attacco di sabato notte con cui Teheran, con un lancio di oltre 300 droni e missili contro Israele, ha risposto al raid israeliano contro il consolato iraniano a Damasco. Discussioni in corso al vertice di primavera del Fondo monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, e che saranno portate avanti al vertice dei ministri degli Esteri del G7 che inizia oggi a Capri, con gli esperti però che sottolineano come gli Stati Uniti si trovino davanti opzioni limitate di nuove sanzioni senza creare tensioni con la Cina o rischiare un picco del prezzo del petrolio.

Le opzioni sono limitate perché l’Iran è già uno dei Paesi più sanzionati al mondo, con gli Stati Uniti che hanno adottato misure che colpiscono il suo settore bancario, manifatturiero ed energetico. Una delle possibili, e più ovvie, azioni sarebbe quella tesa a rafforzare le sanzioni sulle società cinesi che acquistano grandi quantitativi di greggio iraniano, offrendo un vero salvagente finanziario a Teheran.

Gli Stati Uniti nell’ultimo anno hanno imposto sanzioni su alcuni collegamenti commerciali, per lo scambio petrolifero, tra Cina e Iran, ma gli esperti ritengono che l’amministrazione potrebbe andare oltre colpendo un numero maggiore di raffinerie e banche con restrizioni. Un’azione del genere però presenta dei rischi, in un momento in cui la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, e altri esponenti dell’amministrazione Biden stanno cercando di stabilizzare negli ultimi mesi le relazioni con Pechino.

Il portavoce del Cremlino Peskov: “Abbiamo contatti sia con Iran che con Israele”

La Russia ha contatti sia con l’Iran che con Israele ed entrambi sono “costruttivi”. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Sapete che la Russia mantiene stretti contatti. Abbiamo contatti di lavoro molto costruttivi con Teheran e a nostra volta, abbiamo contatti anche con Israele, anch’essi sono costruttivi”, ha aggiunto.

Erdogan: “Il leader di Hamas sarà in Turchia nel weekend”

“Durante il fine settimana, il leader della causa palestinese visiterà la Turchia”. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in un discorso al gruppo parlamentare del suo partito Akp, trasmesso dalla tv di stato Trt. “Hamas non è un’organizzazione terroristica”, ha ribadito Erdogan durante il suo discorso. “Lo stato terrorista di Israele è coinvolto in azioni inumane a Gaza, Israele è sostenuta dall’ Occidente senza condizioni”, ha aggiunto il leader turco, affermando che lo stato ebraico ha “superato Adolf Hitler” con le operazioni militari in corso dopo il 7 ottobre.

Qatar: “Colloqui Israele-Hamas sulla tregua sono in stallo”

I colloqui tra Israele e Hamas sulla tregua a Gaza sono in fase di stallo. Lo riferisce il mediatore del Qatar.

Baerbock e Cameron in visita in Israele, Herzog li ringrazia “per appoggio contro attacco iraniano”

Il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha incontrato questa mattina il ministro degli esteri di Germania, Annalena Baerbock, e della Gran Bretagna, David Cameron, giunti in visita in Israele. Herzog li ha ringraziati “per l’appoggio dato al paese di fronte al riprovevole attacco dell’ Iran”. “Apprezzo – ha detto Herzog – la nostra calorosa discussione insieme questa mattina a Gerusalemme. Il mondo intero deve lavorare con decisione e coraggio contro la minaccia rappresentata dal regime iraniano che sta cercando di minare la stabilità dell’intera regione”.

“Israele – ha aggiunto – è inequivocabile nel suo impegno a difendere il suo popolo. L’immediato ritorno a casa di tutti gli ostaggi tenuti prigionieri da Hamas a Gaza rimane per noi, e per la comunità internazionale, una priorità assoluta, mentre continuiamo a promuovere e potenziare drasticamente gli aiuti umanitari alla popolazione civile”.

Ghebreyesus, Oms: “Il livello di distruzione degli ospedali di Gaza è straziante”

“Chiediamo ancora una volta che gli ospedali siano protetti, non attaccati o militarizzati. Chiediamo nuovamente un cessate il fuoco. La medicina chiave di cui la popolazione di Gaza ha bisogno è la pace” ha scritto sui social il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, dopo che le squadre dell’Organizzazione “hanno raggiunto l’ospedale Al-Shifa e l’ospedale indonesiano” nella Striscia di Gaza “per valutare la loro attuale capacità”.

L’Iran risponde a Israele: “I nostri caccia e gli aerei Sukhoi 24 sono nelle migliori condizioni per svolgere le loro missioni”

L’esercito iraniano si dice pronto “allo scontro a tutti i livelli” con Israele. Secondo fonti militari, citate dall’emittente televisiva “al Jazeera”, Teheran avverte che “qualsiasi errore commesso dai nemici verrà affrontato con un attacco massiccio. Se Israele commettesse un qualsiasi errore strategico, subirebbe un duro colpo”. In particolare fa sapere l’Iran che “i nostri caccia e gli aerei Sukhoi 24 sono nelle migliori condizioni per svolgere le loro missioni”. Un comandante delle forze navali iraniane ha fatto sapere che le sue forze accompagneranno le navi commerciali del suo Paese nel Mar Rosso alla luce dell’attuale tensione. La fonte ha confermato che il cacciatorpediniere Jamaran opera nel Golfo di Aden e scorta le navi commerciali iraniane nel Canale di Suez.

Cameron: “Non ci sia un’escalation di Israele contro l’Iran. Meglio essere intelligenti che duri”

Non ci deve essere un’escalation da parte di Israele contro Teheran dopo l’attacco con droni e missili condotto dall’Iran. Lo ha detto il ministro degli esteri britannico in visita nello stato ebraico. Cameron ha affermato di sperare che la promessa risposta israeliana non aggravi la situazione in Medio Oriente sottolineando come in questo momento sia “meglio essere intelligenti piuttosto che duri. La vera necessità è tornare a concentrarsi su Hamas, sugli ostaggi, sull’arrivo degli aiuti, su una pausa nel conflitto a Gaza”, ha aggiunto il responsabile del foreign office britannico.

Herzog riceve Cameron e Baerbock: “Lavorare contro l’Iran”

Il presidente di Israele, Isaac Herzog, ha ricevuto a Gerusalemme i ministri degli Esteri del Regno Unito e della Germania e ha invitato la comunità internazionale a lavorare “decisamente” contro l’Iran. Il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, e la sua controparte tedesca, Annalena Baerbock, sono i primi diplomatici occidentali a visitare Israele dopo l’attacco di droni e missili che l’Iran ha lanciato contro il territorio israeliano. “Il mondo intero deve lavorare in modo deciso e provocatorio contro la minaccia del regime iraniano, che cerca di minare la stabilità dell’intera regione”, ha affermato Herzog. Il presidente ha detto di aver avuto una “calorosa conversazione” con entrambi i ministri.

Hamas: “Da Israele crimini atroci contro i nostri prigionieri”

Il gruppo palestinese di Hamas ha affermato che l’amministrazione carceraria israeliana sta commettendo i crimini più atroci contro i prigionieri palestinesi, sottolineando che tra questi crimini figurano la negligenza medica, la tortura e l’omicidio diretto. Hamas ha confermato – in una nota diffusa in occasione della Giornata del Prigioniero – che i detenuti palestinesi sono al centro della battaglia su Gaza e che “la loro liberazione dalle prigioni occupanti è la nostra massima priorità”.

Capri, al via la riunione dei Ministri degli esteri del G7

Inizia a Capri la tre giorni (17-19 aprile) che vedrà riuniti i ministri degli Esteri del G7 sotto la Presidenza del Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’On. Antonio Tajani. “In uno scenario internazionale caratterizzato da fortissime tensioni, il G7 a guida italiana ha il compito di lavorare per la pace” ha commentato Tajani, aggiungendo che “il Governo è impegnato in uno sforzo a tutto tondo per raggiungere questo obiettivo e siamo certi che la riunione di Capri darà un importante contributo”. L’agenda dei lavori sarà incentrata sui principali temi al centro del dibattito internazionale, a partire dalla situazione in Medio Oriente, con un’attenzione particolare sugli ultimi sviluppi seguiti all’attacco iraniano a Israele, su Gaza e sulla crisi nel Mar Rosso. I ministri avranno inoltre modo di confrontarsi sulla risposta all’aggressione russa all’Ucraina.

L’ammonizione di Teheran agli Stati Uniti: “Non intervenite”

Dopo l’attacco di sabato scorso a Israele, Teheran ha trasmesso un messaggio agli Stati Uniti attraverso l’ambasciata Svizzera a Teheran ammonendo a non intervenire contro l’Iran. Lo riporta il sito Iran Nuances, citando un funzionario iraniano, secondo cui l’ambasciatore svizzero è stato convocato alle tre del mattino di domenica dai Guardiani della rivoluzione, e non dal ministero degli Esteri iraniano, “per ammonire gli Stati Uniti a non intraprendere la minima azione contro l’Iran”.

L’Iran evacua basi in Siria per timori dell’attacco a Israele

Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica ha adottato “misure di emergenza” per le sue strutture in tutta la Siria per timore di un attacco di Israele. Lo riporta Haaretz citando il Wall Street Journal che cita un consigliere del governo siriano informato dai delegati siriani dei pasdaran. Secondo le fonti, alcune basi dell’Irgc in Siria sarebbero state evacuate preventivamente. Le fonti hanno detto che solo alcuni membri sono rimasti a guardia degli arsenali di armi.

Il presidente turco Erdogan: “Israele cerca di allargare il conflitto”

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, accusa apertamente il governo israeliano del premier Benjamin Netanyahu di aver compiuto “provocazioni” per far esplodere il conflitto in tutta la regione e punta il dito contro i Paesi occidentali, colpevoli di chiudere gli occhi dinanzi alle azioni dello Stato ebraico. “Il principale responsabile per le tensioni che ci hanno tenuto con il fiato sospeso la sera del 13 aprile (Giorno dell’attacco lanciato dall’Iran, ndr) è Netanyahu e la sua sanguinaria amministrazione”, ha detto il leader turco. “A partire dal 7 ottobre il governo israeliano ha posto in atto sistematiche provocazioni, ha gettato benzina sul fuoco. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’attacco all’ambasciata iraniana di Damasco, una evidente violazione della convenzione di Vienna” ha rincarato la dose Erdogan che ha poi accusato i governi occidentali. “Tutti coloro che sono rimasti in silenzio dinanzi le aggressioni di Israele, durate mesi, stanno ora facendo a gara a condannare l’Iran. Nessuno critica Netanyahu che ha ucciso 34mila civili. Chiudere gli occhi non ha portato benefici a nessuno”, ha detto Erdogan.

Studenti occupano un’aula dell’Università di Padova. Chiesta la “discussione” sul boicottaggio a Israele

Alcuni studenti appartenenti ai gruppi ‘Spazio Catai’ e ‘Potere al Popolo’ hanno occupato un’aula dell’Università di Padova per rinnovare la richiesta alla rettrice Daniela Mapelli di discutere una mozione relativa al boicottaggio accademico di Israele. Tra le richieste alla rettrice anche l’interruzione di un accordo con Eni, la cui proroga è prevista per il 27 maggio. Il gruppo di studenti ha convocato per domani pomeriggio alle 17:30 nel cortile di Palazzo Bo un’assemblea pubblica. “Rimarremo in Aula Ederle – conclude una nota delle due associazioni – finché la Rettrice non ci darà appuntamento per un confronto pubblico”.

Raisi: “Risponderemo con forza a qualsiasi mossa israeliana”

Il presidente iraniano Ibrahim Raisi ha affermato che l’attacco dell’Iran a Israele “ha rovesciato il potere dell’entità sionista”, sottolineando che la risposta di Teheran è stata ponderata e precisa. Raisi ha affermato che qualsiasi mossa israeliana contro il suo Paese, anche se fosse semplice, dovrà affrontare una risposta forte e decisiva. Parlando durante l’incontro avvenuto a Teheran con il vicepresidente del Consiglio supremo islamico sciita in Libano, Sheikh Ali Al-Khatib, Raisi ha sottolineato che i paesi della regione possono “contare” sulle capacità militari dell’Iran.

Cameron è atterrato in Israele, vedrà il premier Netanyahu

Il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, è atterrato in Israele. A riferirne è la Bbc, precisando che nel corso della sua visita nel paese il capo della diplomazia britannica avrà un incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

I colloqui del principe Mohammed bin Salman con i leader del Golfo

Il principe ereditario e primo ministro dell’Arabia Saudita, il principe Mohammed bin Salman, ha discusso con il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Mohammed bin Zayed, circa le ripercussioni dell’escalation militare nella regione e la gravità delle sue ripercussioni sulla sicurezza e la stabilità. Il colloquio è avvenuto tramite una telefonata. Le due parti hanno discusso dell’importanza di compiere sforzi per evitare che la situazione peggiori e per risparmiare alla regione i pericoli di guerra. Poco dopo il principe ereditario dell’Arabia Saudita ha discusso con l’emiro dello Stato del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani, gli sviluppi della situazione a Gaza e nei suoi dintorni. Durante una telefonata i due leader si sarebbero confrontati sulla recente escalation militare nella regione e delle sue ripercussioni sulla sicurezza e la stabilità, nonché dell’importanza di compiere tutti gli sforzi per risparmiare alla regione i pericoli di un’escalation. Nei giorni scorsi la regione è stata teatro di una tensione senza precedenti, dopo che Israele si è impegnato a rispondere all’attacco iraniano, che a sua volta è avvenuto in risposta al raid israeliano del 1° aprile contro l’edificio del consolato iraniano a Damasco, che ha provocato l’uccisione di due alti generali della Forza Quds della Guardia Rivoluzionaria.

L’appello Onu: “Per i palestinesi servono 2,8 miliardi”

Un appello per la raccolta di donazioni per un valore di due miliardi e 800 milioni di dollari in favore delle popolazioni colpite dal conflitto mediorientale nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania sarà promosso dalle Nazioni Unite. A preannunciare la misura, nel corso di una videoconferenza è stato Andrea De Domenico, a capo dell’Ufficio per il coordinamento dell’assistenza umanitaria (Ocha) nei Territori palestinesi. Secondo il responsabile, il 90 per cento dei fondi dovrebbe essere destinato alle comunità di Gaza. I beneficiari degli interventi potrebbero essere circa tre milioni di persone. La richiesta di donazioni ha la forma del “flash appeal”, l’appello urgente.

Esercito israeliano: “Colpiti 40 obiettivi nella Striscia di Gaza”

L’aeronautica israeliana ha colpito più di 40 obiettivi nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore, compresi lanciarazzi pronti per attacchi contro Israele. Lo ha riferito l’esercito israeliano. I lanciarazzi sono stati distrutti nel centro della Striscia di Gaza, dove i militari stanno conducendo un’operazione mirata contro Hamas. Inoltre un attacco aereo è stato effettuato contro una cellula che utilizzava un drone armato. L’esercito afferma anche che le truppe della Brigata Nahal hanno utilizzato un drone per uccidere un uomo armato e ne hanno ucciso un altro con il fuoco dei cecchini. Altri obiettivi includevano posizioni sotterranee di lancio di razzi, edifici con trappole esplosive, strutture in cui venivano raccolti gli agenti, posti di osservazione, siti sotterranei e altre infrastrutture.

Funzionario statunitense alla Cbs: “La risposta di Israele all’Iran sarà un attacco limitato”

La risposta di Israele a Teheran includerà “un attacco limitato” sul territorio iraniano. Lo ha detto un funzionario dell’amministrazione Biden alla Cbs – ripresa dai media israeliani – secondo cui queste sono le aspettative da parte statunitense.

Wall Street Journal: “In Siria i pasdaran adottano misure di emergenza in considerazione del possibile contrattacco di Israele”

I pasdaran iraniani hanno hanno adottato “misure di emergenza” per le proprie strutture in Siria nell’attesa di un possibile attacco israeliano in risposta a quello di Teheran. Lo ha rivelato il Wall Street Journal che cita fonti politiche siriane. Tra le misure ci sarebbero l’evacuazione completa di alcune basi. Le stesse fonti – citate dal quotidiano statunitense – hanno riferito che solo alcuni membri sono rimasti di guardia ai depositi di armi, mentre la maggior parte è stata evacuata.

Al Jazeera: “11 morti dopo attacco d’Israele al campo profughi, tra loro ci sarebbero diversi bambini”

Undici persone – tra cui diversi bambini – sarebbero state uccise dopo un attacco aereo israeliano contro il campo profughi di Maghāzī, nel centro di Gaza. Lo scrive Al Jazeera, che fa riferimento all’agenzia di stampa palestinese Wafa. L’attacco sarebbe avvenuto la scorsa sera. Altre sette persone sarebbero state uccise, e diverse ferite, in seguito a un attacco aereo a Rafah. Secondo quanto riferito, un aereo da guerra israeliano ha attaccato una casa nel campo profughi di Yabna. Si suppone che tra le persone uccise ci siano quattro bambini. Oltre 1,5 milioni di sfollati palestinesi risiedono attualmente a Rafah.

Guterres, ONU: “Chiediamo a Teheran una de-escalation”

Il Segretario generale dell’Onu António Guterres ha chiesto al ministro degli Esteri iraniano Hosein Amirabdolahian una de-escalation “urgente” della situazione, durante un colloquio telefonico. “Il Segretario generale ha ribadito al ministro degli Esteri i punti che aveva espresso nelle sue osservazioni al Consiglio di sicurezza in merito alla serie di attacchi iraniani contro obiettivi militari israeliani e agli attacchi contro gli edifici diplomatici iraniani a Damasco. Guterres ha chiesto una de-escalation urgente della situazione e di porre l’attenzione sul portare la pace in Medio Oriente”, ha detto il portavoce di Guterres Stéphane Dujarric durante un briefing con la stampa.

Amir-Abdollahian aveva precedentemente annunciato sui social i contenuti della telefonata, dicendo di aver sottolineato con Guterres il fatto che l’attacco a Israele di sabato scorso era stato condotto in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e come risposta “legittima” al bombardamento del consolato iraniano a Damasco (Siria).

La Casa Bianca annuncia nuove sanzioni contro l’Iran

A seguito dell’attacco iraniano a Israele del fine settimana scorso, gli Stati Uniti imporranno nuove sanzioni contro Teheran. Ad annunciarlo è stato il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan. “In seguito all’attacco aereo senza precedenti dell’Iran contro Israele, il presidente Biden si sta coordinando con gli alleati e i partner, compreso il G7, e con i leader bipartisan del Congresso, per una risposta globale”, ha scritto in un comunicato. “Nei prossimi giorni, gli Stati Uniti imporranno nuove sanzioni contro l’Iran, il suo programma di missili e droni, nonché nuove sanzioni contro le entità che sostengono il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) e il Ministero della Difesa iraniano. Prevediamo che i nostri alleati e partner seguiranno presto con le loro sanzioni”.

Ministero degli esteri della Giordania: “Non saremo un campo di battaglia per nessuno”

“Il nostro messaggio a tutti, all’Iran e a Israele, è di non violare il nostro spazio aereo. Non lo permetteremo. Da sempre la nostra politica è di neutralizzare qualsiasi proiettile che violi il nostro spazio aereo e minacci la nostra gente e la nostra sicurezza. Dunque abbiamo intrapreso azioni contro i droni iraniani che, secondo noi, minacciavano la nostra sicurezza. Voglio essere chiaro: non saremo un campo di battaglia per nessuno. Avremmo intrapreso la stessa azione contro i droni israeliani”. Lo ha affermato in un’intervista al Corriere della Sera il ministro degli Esteri della Giordania, Ayman Safadi.

“L’Iran ha risposto all’attacco al suo consolato a Damasco. L’onere di allentare la tensione ora ricade sul governo israeliano. Dunque che il primo ministro israeliano non pensi di distogliere l’attenzione dall’aggressione a Gaza, o di sfruttare il conflitto con l’Iran per salvare la sua carriera e servire l’agenda radicale dei ministri estremisti del suo gabinetto”, ha aggiunto. “L’attenzione deve continuare a concentrarsi sulla fine della catastrofe di Gaza. Il primo passo per la de-escalation deve essere la fine della crisi alimentare per 2,3 milioni di palestinesi. E non dimentichiamoci che il numero di bambini uccisi da Israele nella guerra a Gaza è superiore al numero di bambini uccisi da tutti i conflitti nel mondo in più di quattro anni. Per questa ragione lavoriamo per una pace giusta e duratura che garantisca la sicurezza ai palestinesi e agli israeliani. La soluzione dei due Stati, che le misure israeliane stanno uccidendo, è l’unica via verso quella pace”, ha concluso Safadi.

Gravemente ferito un soldato dell’Unità d’élite Shaldag

L’esercito israeliano ha reso noto che un soldato appartenente all’unità delle forze speciali Shaldag è stato gravemente ferito nel nord di Gaza. Lo riporta il Times of Israel. Il militare è stato portato per cure in Israele e la sua famiglia è stata informata.

Il Consiglio dell’Onu voterà sulla piena ammissione della Palestina

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu voterà giovedì sulla richiesta della Palestina di essere membro a pieno titolo delle Nazioni unite. Lo hanno rivelato alcune fonti diplomatiche all’Afp. Nel mezzo dell’offensiva a Gaza, a inizio mese l’autorità nazionale palestinese aveva presentato la richiesta che era già stata sottoposta al palazzo di vetro per la prima volta nel 2011.

Gli Stati Uniti annunciano nuove sanzioni contro l’Iran

Gli Stati Uniti hanno dichiarato che imporranno nuove sanzioni al programma missilistico e dei droni dell’Iran dopo l’attacco del fine settimana a Israele e si aspettano che alleati e partner seguano misure parallele. “Queste nuove sanzioni e altre misure continueranno a esercitare una pressione costante per contenere e degradare la capacità e l’efficacia militare dell’Iran e affrontare l’intera gamma dei suoi comportamenti problematici”, ha dichiarato il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan.

Le misure, ha spiegato Sullivan in una dichiarazione, riguarderanno in particolare il programma missilistico e di droni, le entità che sostengono le Guardie Rivoluzionarie e il ministero della Difesa iraniano. “Prevediamo che i nostri alleati e partner seguiranno presto le proprie sanzioni”, ha spiegato.

Dipendenti Google contro gli accordi con Israele: “Niente affari con il genocidio”

Decine di dipendenti di Google hanno fatto irruzione nella sede del gigante tech in California per protestare contro la decisione della compagnia di firmare un accordo da oltre un miliardo di dollari con il governo di Israele. I dipendenti, che hanno intonato cori pro-Palestina e indossavano i tradizionali copricapo arabi, hanno usato anche i social X e Twitch per postare immagini e documentare con dirette video la loro protesta. Gli attivisti, riuniti in un gruppo chiamato “No Tech for Apartheid”, hanno letto alcune dichiarazioni in cui accusano Google di fare affari con chi “porta avanti il genocidio”, bombardando la Striscia di Gaza, e chiesto di cancellare la sua partecipazione al “Progetto Nimbus”, un accordo da 1,2 miliardi di dollari che vede coinvolte Google Cloud e Amazon Web Services. Un altro gruppo ha occupato per protesta il decimo piano della sede di Google a Manhattan.

Video CNN documenta l’ultima strage israeliana, 13 morti di cui 7 bambini

La Cnn ha un video che documenta l’ultima strage avvenuta a Gaza, in cui almeno tredici persone sono state uccise tra cui sette bambini, e altre 25 ferite, dopo un attacco aereo israeliano al campo di rifugiati di Al-Mahgazi, nella zona centrale della Striscia.

La rete americana parla di immagini sconvolgenti che mostrano macerie, corpi coperti di sangue, tra cui bambini, decine di persone che corrono in preda al panico. Coperto dalle macerie anche un calcio-balilla. Il testimone che ha fornito le immagini, Nihad Owdetallah, ha raccontato di aver sentito una forte esplosione alle 15,40, ora locale. “Sono andato immediatamente a vedere che cosa era successo – ha aggiunto – e ho trovato corpi ovunque per terra, adulti che urlavano, bambini che urlavano, bambini morti. Stavano solo giocando a biliardino”

Blinken a Gantz: “Israele libero di decidere ma non vogliamo un’escalation”

Antony Blinken ha parlato con Benny Gantz e ha “messo in chiaro che non vogliamo vedere un’escalation nella  regione”. E’ quanto ha riferito il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller, precisando che il segretario di Stato Usa, parlando con il ministro del gabinetto di guerra israeliano, ha comunque sottolineato che quella dell’eventuale risposta all’Iran è una decisione deve prendere come stato sovrano. Miller ha anche detto che Israele non ha passato a Washington alcuna informazione a riguardo.

L’Onu: “Oltre 10mila donne uccise a Gaza, 19mila i bambini orfani”

”A sei mesi dall’inizio della guerra, 10mila donne palestinesi a Gaza sono state uccise, tra cui circa seimila madri, lasciando 19mila bambini orfanì’.

È quanto si legge in un rapporto delle Nazioni Unite, aggiungendo che più di un milione di donne e ragazze palestinesi nella Striscia di Gaza stanno soffrendo una ”fame catastroficà’, con quasi nessun accesso al cibo, all’acqua potabile, a servizi igienici funzionanti o all’acqua corrente. “Le donne sopravvissute ai bombardamenti soffrono quotidianamente la fame, le malattie e hanno una paura costante. La guerra a Gaza è senza dubbio una guerra contro le donne, che stanno pagando un prezzo alto per una guerra che non hanno provocato”, ha affermato Susanne Mikhail, direttrice regionale di Un Women durante una conferenza stampa a Ginevra.

Unrwa: “Nessun cambiamento per gli aiuti a Gaza”, uccisi 178 operatori umanitari

L’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha affermato che “non c’è stato alcun cambiamento significativo nel volume delle forniture umanitarie che entrano a Gaza o nel miglioramento dell’accesso al Nord”. Nel suo ultimo rapporto sulla situazione a Gaza, l’Unrwa scrive che “dall’inizio di aprile, una media di 181 camion umanitari al giorno sono entrati a Gaza attraverso i valichi di terra di Karem Abu Salem (Kerem Shalom) e Rafah. Ciò rimane ben al di sotto della capacità operativa di entrambi i valichi di frontiera e dell’obiettivo di 500 camion al giorno”. Nel medesimo documento, l’agenzia dell’ Onu rileva che “al 14 aprile, il numero totale dei colleghi dell’ Unrwa uccisi dall’inizio delle ostilità ammonta a 178”.

Iran: “Se Israele ci attacca pronti a usare un’arma mai utilizzata”

“I sionisti farebbero meglio a comportarsi razionalmente, perché se dovessero intraprendere un’azione militare contro Teheran in risposta all’attacco dell’ Iran contro Israele, siamo pronti a usare un’arma che non abbiamo mai usato prima”: lo ha dichiarato il portavoce della Commissione per la sicurezza nazionale del parlamento Abolfazl Amouei. “Abbiamo piani per tutti gli scenari e agiremo con coraggio. Il nostro messaggio è la pace e allo stesso tempo la preparazione militare dell’ Iran”, ha aggiunto, citato dall’ Irna.

Raisi a Putin: “L’Iran non vuole un’escalation”

In una conversazione telefonica il presidente iraniano Raisi ha detto a Putin che l’Iran non è interessato ad un’ulteriore escalation in Medio Oriente.

Il Cremlino rende noto che il presidente russo ha espresso a Raisi “la speranza che Iran e Israele esercitino la moderazione per evitare una nuova escalation”.

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