Nato, i Paesi baltici si preparano all’invasione russa: la nuova strategia, pronti 600 bunker. L’analisi di Newsweek
Ai confini Nato con la Russia, gli stati in prima linea si stanno preparando per un’eventuale guerra con Mosca. I ministri della Difesa di Estonia, Lituania e Lettonia hanno concordato un piano di azione per costruire strutture comuni lungo i confini, in particolare fortificazioni, con lo scopo di scoraggirare e fronteggiare ogni tipo di incursione. I funzionari estoni hanno detto che il governo sta progettando circa 600 bunker, in vista di una possibile invasione da parte di Mosca. Il ministero della Difesa estone ha infatti confermato che i tre Paesi baltici, tutti membri della Nato, «costruiranno strutture difensive anti-mobilità nei prossimi anni per scoraggiare e, se necessario, fronteggiare minacce militari».
I rischi
Da tempo i tre Paesi denunciano il rischio di poter diventare le vittime di una futura invasione, come è successo all’Ucraina, e hanno deciso di giocare d’anticipo. I ministri della Difesa hanno anche annunciato un progetto di cooperazione missilistica, che prevede collaborazione tra gli Stati per l’addestramento all’utilizzo dei sistemi di difesa e per la loro manutenzione, oltre a un coordinamento delle operazioni transfrontaliere. «La guerra in Ucraina ha dimostrato che riconquistare territori già conquistati è estremamente difficile e comporta un grande costo in termini di vite umane, tempo e risorse materiali», ha detto Susan Lilleväli, sottosegretario alla difesa presso il ministero della Difesa estone. «Oltre alle attrezzature, alle munizioni e alla manodopera, abbiamo bisogno di installazioni fisiche per difendere i nostri paesi in modo efficiente», ha aggiunto Lilleväli.
L’invasione e occupazione di aree dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022 ha accelerato un cambiamento strategico per l’alleanza.
L’approccio della Nato
La nuova linea del Baltico è allineata con l’approccio Nato: «Difendere ogni centimetro del territorio alleato in ogni momento – ha detto Lilleväli – Queste installazioni servono, in primo luogo, per evitare conflitti militari nella nostra regione. Potrebbero cambiare i calcoli del nemico. Le misure di contromobilità e di fortificazione hanno infatti avuto un ruolo significativo nelle guerre avvenute nella nostra regione, ad esempio in Finlandia, e, come ha dimostrato la guerra in Ucraina, sono valide anche in questo secolo». E ancora: «Le installazioni dovrebbero impedire al nemico di avanzare rapidamente nel territorio dei Paesi baltici e, in caso di incursioni militari, dovrebbero fermare l’avanzata del nemico già alle frontiere».
Il Corridoio di Suwałki
Il progetto riguarda in particolare il Corridoio di Suwałki, un lembo di terra di 65 km a cavallo del confine tra Lituania e Polonia, la cui occupazione isolerebbe gli Stati baltici dagli alleati europei a ovest. Le fortificazioni dell’Estonia saranno raggruppate attorno ai valichi di frontiera di Narva, a nord, e di Võru, a sud. Il lago Peipus, che segna gran parte del confine con la Russia, fornisce inoltre agli estoni una formidabile barriera difensiva. Con la guerra in Ucraina, l’esercito russo ha subito perdite importanti, ma Mosca rappresenta ancora una grave minaccia, come sottolineano i leader della Nato. «Abbiamo visto stime sulla rapidità con cui la Russia potrà ricostruire le forze armate e dobbiamo sfruttare questo tempo con saggezza – ha detto ancora Lilleväli – Siamo giunti alla conclusione che è il momento di fare tutti i preparativi necessari». I funzionari estoni hanno finora pianificato la realizzazione di 600 bunker: i prototipi sono in fase di costruzione e i test inizieranno quest’anno. L’Estonia vuole che i primi bunker vengano realizzati a partire dall’inizio del 2025.
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