Napoli-Juventus risultato 2-1: gol di Kvaratskhelia, Chiesa e Raspadori
L’ultimo treno è comodo e veloce, il Napoli ci sale al volo e continua a sperare. La rocambolesca vittoria sulla Juve, arrivata a due minuti dal novantesimo, vale per l’orgoglio e per la classifica: il quarto posto del Bologna resta lontanissimo, 8 punti, ma se l’Italia riuscisse a qualificare in Champions anche la quinta, il traguardo sarebbe distante solo 4 punti, la metà.
Il grande aggiustatore Calzona, ammonito nel convulso finale, vince la seconda partita di fila in quattro giorni, la prima dentro il Maradona che festeggia come se i primi sei mesi di questa stagione disastrosa neppure fossero esistiti. E la squadra cresce: essenziale, logica, cinica, abile a capire i vari momenti della partita, anche fortunata perché dopo la rete di Kvaratskhelia al tramonto del primo tempo si fa raggiungere dalla rasoiata di Chiesa a nove minuti dal novantesimo. E quando il pareggio sembra scritto, arriva il colpo di Raspadori, il più lesto a riprendere il rigore di Osimhen, respinto da Szczesny.
La Juve cade ancora, a un passo dal traguardo, alla fine di una partita giocata con coraggio e non sulle ripartenze. Ma gli errori pesano. E la classifica piange: terza sconfitta nelle ultime sei partite con appena 5 punti conquistati. E se l’Inter da tempo è volata via, il Milan è in scia e il secondo posto è in pericolo. La volontà non basta. La difesa subisce gol per la sesta volta di fila e in attacco troppi errori gravi, almeno due di Vlahovic nel primo tempo, uno di Cambiaso sull’1-0 e quello clamoroso di Rugani nel recupero.
Allegri all’inizio preferisce Chiesa a Yildiz e Miretti a Weah, ma le vere sorprese sono Alex Sandro per Gatti e la prima partita da titolare in questo campionato di Iling-Junior, preferito a Kostic. La Juve all’inizio si muove di più e meglio e ha le occasioni migliori, ma non concretizza: Alcaraz cicca il pallone giusto dopo meno di due minuti ed è il segnale di una serata sbagliata, soprattutto di Vlahovic. Il centravanti sbaglia di testa all’inizio e di piede alla fine e nel mezzo è anche sfortunato, il pallonetto morbido salta Meret ma si ferma sul palo interno. Il Napoli è ordinato e aspetta il momento giusto che arriva prima dell’intervallo dopo un salvataggio di Alex Sandro sulla linea per respingere il colpo di testa di Olivera. Sulla rete di Kvara sono pesanti le responsabilità della difesa bianconera: Bremer colpisce male il cross innocuo di Di Lorenzo, Rugani lo disturba, Cambiaso si stacca dal georgiano che anticipa il tiro e sorprende Szczesny.
Pagelle Napoli-Juventus: Vlahovic che rimpianto (5), Chiesa basta un tiro (6), Alcaraz debutto no, Kvara un cecchino
La Juve nel secondo tempo alza la linea, tenta di recuperare palla nella metà campo del Napoli, accettando il rischio di allungarsi e prestare il fianco alle ripartenze degli azzurri. Il coraggio non basta. E dopo un errore clamoroso di Cambiaso, davanti a Meret, la Signora perde convinzione e fiducia e non riesce più a diventare pericolosa.
Così Allegri nell’ultimo quarto d’ora tenta con Yildiz a fianco di Chiesa e Vlahovic. Proprio la rasoiata di Federico, sino a quel momento inesistente, gela il Maradona. Ma non è più la Juve pratica di un tempo. Nonge, entrato da poco, rifila un pestone a Osimhen. Rigore pescato con la Var. Szczesny strega il nigeriano, ma Raspadori è più lesto a avventarsi sul pallone. Napoli gode e insegue la Champions. La Juve deve meditare sui propri errori.
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