È il giorno del dolore, oggi a Cisterna di Latina. Sono iniziati i funerali di Nicoletta Zomparelli e di sua figlia Renée Amato, le due donne uccise il 13 febbraio da Christian Sodano, fidanzato dell’altra figlia Desirée nella villetta di via Monti Lepini a Cisterna. Duemila persone si sono ritrovate nella chiesa di Santa Maria Assunta, riempendo anche la piazza. Occhiali scuri e cappuccio del giubbotto sulla testa, una Desyrée in lacrime è entrata in chiesa dietro alle bare della mamma e della sorella.
«Oggi siamo qui, purtroppo, perché ancora una volta non si è riuscito a capire che cosa significhi amare. Siamo qui perché è stato infangato il nome dell’amore con tutto ciò che amore non è: possesso, assenza di libertà, controllo… e addirittura negazione della vita», ha detto durante l’omelia il parroco don Paride Bove, che celebra le esequie. «Ma siamo qui, in questa chiesa soprattutto per un altro motivo: perché vogliamo che sia il vero amore a muoverci. Sicuramente l’amore per le nostre Nicoletta e Renée, che sono diventate sorelle e amiche non solo delle persone che hanno avuto il dono di conoscerle, ma per tutta la nostra città, anch’essa fortemente colpita e ferita. Vogliamo lasciarci muovere dall’amore che ha caratterizzato Nicoletta e Renée che davanti a chi non sa amare hanno dimostrato il vero senso dell’amore che sempre difende e custodisce la vita. Nicoletta e Renée hanno scelto di stare dalla parte dell’amore e questo è un grande esempio per tutti noi».
Il sacerdote, rinnovando il dolore della comunità, registra alcune circostanze: «Tutto è successo alla vigilia di una festa importante: San Valentino. E tra l’altro in un quartiere che porta questo nome. È talmente assurdo questo fatto che difficilmente si può non pensare ad un’opera malvagia oltreumana e che, continuamente, cerca di rendere il cuore dell’uomo duro e incapace di vivere una logica diversa. Ma se da una parte c’è, ed è evidente, quest’opera, dall’altra non si ferma la delicata opera di Dio».
Il parroco ha sottolineato ancora: «In questa terra bella, in questa città ricca di persone meravigliose, oggi noi abbiamo una missione urgente: essere tra i protagonisti dell’edificazione di una civiltà dell’amore». Quindi una preghiera: «Noi confidiamo e preghiamo perché Renée e Nicoletta ora possano entrare in quella casa dove l’odio, la violenza e l’egoismo sono completamente assenti e dove sussiste solo la logica del donarsi reciproco. Vogliamo confidare che Nicoletta rimarrà incantata dalla bellezza della casa in cui è entrata e dove Renée potrà danzare sulle note di un canto d’amore così intenso da cancellare in lei ogni dolore per quanto accaduto».
«Carissimi, le nostre care Nicoletta e Renée ci hanno lasciato un messaggio di speranza e noi dobbiamo e vogliamo raccoglierlo. Grazie Nicoletta, grazie Renée, per l’amore che avete donato». Al termine dell’omelia la folla ha fatto un lungo applauso.
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