Gaza
Borrell: “Sanzioni Iran? Ci sono, siano più efficienti”
“Il sistema di sanzioni contro le componenti per produrre droni e missili iraniani già esiste. Dobbiamo rivedere questo sistema, allargarlo e renderlo più efficiente”: cosi’ il capo della diplomazia Ue, Josep Borrell, a proposito delle nuove sanzioni che potrebbero esser emanate contro l’Iran dalla comunità internazionale, dopo l’attacco di sabato scorso del regime a Israele.
Borrell: “Appello a Israele è molto chiaro, non attacchi Rafah”
“Se ci fosse un attacco a Rafah, dove ci sono in strada 1,7 milioni di persone, ci sarebbe una vera catastrofe umanitaria. Quindi l’appello a Israele è stato molto chiaro da parte dello stesso presidente Biden e da parte di tutti i leader europei, a non attaccare Rafah”. Lo ha dichiarato l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell, nel corso di un punto stampa a Capri, dove è in corso il G7 Esteri, commentando le indiscrezioni che vorrebbero un sostanziale via libera occidentale a un’operazione israeliana a Rafah in cambio di moderazione nei confronti dell’Iran.
“Ci sono 1,7 milioni di persone in strada senza alcuna possibilità di difendersi e di scappare. Quindi non attaccare Rafah”, ha ribadito Borrell.
“Abbiamo dimostrato che stiamo difendendo Israele non solo a parole perché i missili e i droni iraniani sono stati abbattuti grazie alle capacità militari degli Stati Uniti, della Francia e della Gran Bretagna”, ha proseguito l’Alto rappresentante, secondo cui “allo stesso tempo dobbiamo tenere a mente che va risolto il problema tra Israele e palestinesi” tenendo conto anche dei “diritti” del popolo palestinese.
Mohanad Hage Ali: “Il Libano sarà il nuovo fronte, rischia di pagare il prezzo più alto”
Il Libano sarà il nuovo fronte. Mohanad Hage Ali, vicedirettore di ricerca presso il Malcolm H. Kerr Carnegie Middle East Centre di Beirut, analizza in un’intervista a ‘La Stampa’ la crisi mediorientale e i rischi che sia il Libano a pagare il prezzo di una escalation. Il coinvolgimento del paese dei Cedri “è una delle opzioni sul tavolo di Benjamin Netanyahu, per rispondere all’attacco iraniano”, afferma. “Ci sono forze all’interno di Israele che spingono affinché le priorità restino l’operazione su Gaza e il fronte nord, cioè il sud del Libano e raggiungere gli obiettivi in questi due fronti, anziché allargare il conflitto a un confronto diretto con l’Iran”.
“In quest’ottica – spiega – l’attacco iraniano potrebbe servire come pretesto che Israele ha cercato per intensificare le tensioni con Hezbollah. Israele da mesi minaccia di lanciare una vasta operazione in Libano se Hezbollah non si ritirasse dal confine meridionale per consentire a decine di migliaia di sfollati di ritornare in sicurezza a casa”.
“Leggiamola dal Libano”, prosegue. “Hezbollah ha mostrato moderazione nelle sue risposte, sottolineando pubblicamente che non vuole un conflitto totale, ha cercato di evitare vittime civili israeliane, ha scelto i bersagli meticolosamente cercando di confinare l’area operativa. Questo finora. Se tutti decidono di togliere i guanti ci sarà un prezzo da pagare, per tutti, in termini di vittime civili, di consenso interno (soprattutto per quanto riguarda Hezbollah) e internazionale per Israele”.
Colloquio Bin Farhan – Borrell
Il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, il principe Faisal bin Farhan, ha ricevuto nella notte una telefonata dal capo della politica estera dell’Unione europea Josep Borrell. Lo ha riferito l’agenzia di stampa di Riad “SPA”. I funzionari hanno discusso degli ultimi sviluppi nella Striscia di Gaza e nelle aree circostanti e degli sforzi internazionali compiuti per porre fine alla guerra. All’inizio di febbraio, il principe Faisal e Borrell hanno tenuto discussioni simili a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco.
Fonte Usa: “Improbabile attacco fino a fine Pasqua ebraica”
È improbabile che Israele attacchi l’Iran prima della fine della Pasqua ebraica che comincia lunedì 22 aprile e termina il 29. Lo ha detto una fonte Usa all’emittente Abc, ripresa dai media israeliani. La stessa fonte ha tuttavia aggiunto che “tutto può sempre cambiare”. Poi ha sottolineato che i comandanti dei Pasdaran e l’altra leadership iraniana sono ancora in una situazione di allarme elevato, con alcuni nascosti in case sicure e strutture sotterranee.
Usa concordi su Rafah in cambio attacco limitato a Iran
Una fonte egiziana ha detto al giornale arabo di base a Londra ‘Al-Araby Al-Jadeed’ che gli Usa hanno concordato con il piano per un’azione militare a Rafah in cambio di un attacco limitato all’Iran. Lo ha riferito Haaretz, ma al momento non ci sono conferme in Israele.
Israele: “Idf colpisce obiettivi Hezbollah in Libano”
Dopo i lanci di ieri dal Libano, l’esercito israeliano durante la notte ha colpito “obiettivi terroristici degli Hezbollah” nell’area di Khiam, “incluse una serie di infrastrutture del terrore e altre militari”. “Inoltre – ha detto il portavoce militare – i soldati hanno sparato per rimuovere una imminente minaccia nell’area”.
L’UNRWA: “Nel nord di Gaza si muore di fame, abbiamo cibo e acqua che non possiamo consegnare”
“Nel nord di Gaza, neonati e bambini piccoli hanno cominciato a morire di malnutrizione e disidratazione. Oltre il confine ci sono cibo e acqua pulita, ma ci viene negato il permesso di fornire tali aiuti e salvare vite umane”.
Lo ha detto al Consiglio di sicurezza Onu il capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, Philippe Lazzarini: “I bambini stanno portando il peso di questa guerra”, ha aggiunto. “Più di 17.000 minori sono separati dalle loro famiglie, lasciati soli ad affrontare gli orrori di Gaza”. Lazzarini ha anche detto che “dobbiamo rifiutarci di scegliere tra mostrare empatia per i palestinesi o gli israeliani, e compassione per gli abitanti di gaza o per gli ostaggi israeliani e le loro famiglie”.
Raid israeliani su Rafah, altri 7 morti inclusi 3 bambini
Sette civili, tra cui una donna e tre bambini, sono stati uccisi da attacchi aerei israeliani contro un sito e una struttura residenziale nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Il corrispondente dell’agenzia palestinese Wafa ha detto che gli aerei da guerra israeliani hanno preso di mira le abitazioni che ospitano gli sfollati.
Borrell, UE: “Prove sempre più evidenti di carestia a Gaza”
“È con grande sconcerto che prendiamo atto delle prove sempre più evidenti della carestia in atto a Gaza e dell’escalation della situazione umanitaria a un livello catastrofico. La Commissione Europea ha preso atto dell’impegno di Israele ad aprire nuovi punti di accesso agli aiuti umanitari a Gaza, tra cui il porto di Ashdod e il valico di Erez, e ad aumentare le consegne di aiuti dalla Giordania. Tuttavia, a questi impegni devono seguire azioni significative e prioritarie”.
Oggi si riunisce il gabinetto di guerra israeliano, in agenda la risposta all’Iran
Il gabinetto di guerra israeliano si riunirà oggi, riporta il sito israeliano Ynet.
In agenda il possibile attacco contro gli obbiettivi iraniani, le trattative per il rilascio degli ostaggi e una tregua a Gaza, gli scontri con le milizie libanesi di Hezbollah al confine settentrionale.
Rapporto Onu: abusi sui palestinesi detenuti da Israele
Abusi fisici, botte e umiliazioni. E’ quanto hanno raccontato gli abitanti di Gaza rilasciati da Israele all’Unrwa. In un rapporto dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi sono state raccolte testimonianze drammatiche.
Alcuni detenuti palestinesi hanno riferito di essere stati costretti a sedersi in ginocchio per ore con le mani legate mentre erano bendati, di essere stati privati di cibo e acqua e di essere stati sottoposti a umiliazioni di vario genere (ad esempio persone che urinavano su di loro). Altri, invece, sono stati duramente picchiati con sbarre di metallo, con il calcio delle pistole o con gli stivali, oppure chiusi dentro gabbie e attaccati dai cani. Nel rapporto, una prigioniera liberata ha raccontato che un ufficiale israeliano ha minacciato di uccidere tutta la sua famiglia se non avesse fornito loro informazioni. E un altro ha detto che era stato costretto a sedersi su una sonda elettrica che gli aveva bruciato il fondo schiena.
L’esercito israeliano afferma di aver arrestato coloro che erano sospettati di coinvolgimento con Hamas e altri gruppi, ma secondo il rapporto dell’Unrwa sono stati arrestati anche bambini, donne e anziani. Pur non avendo commentato questo dossier, come riporta il New York Times, alla domanda su simili accuse di abusi avvenute in passato, i funzionari israeliani dicono che i diritti fondamentali dei detenuti sono stati rispettati.
Axios: Israele voleva colpire l’Iran lunedì, ma ha deciso di rinviare
Israele voleva colpire l’Iran già lunedì, in risposta all’attacco della Repubblica islamica di sabato notte, ma alla fine ha deciso di rinviare l’attacco. Lo hanno detto ad Axios cinque diverse fonti israeliane ed americane, dopo che all’inizio della settimana in effetti la risposta israeliana era data per “imminente”.
Domani al Consiglio di Sicurezza Onu il voto sull’ammissione dello Stato di Palestina
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite metterà ai voti venerdì la richiesta della Palestina di entrare a far parte dell’Onu come membro a pieno titolo. Lo riportano media americani che citano fonti diplomatiche. I quindici membri del consiglio si riuniranno alle 15, le 21 in Italia, per votare una bozza di risoluzione che chiede ai 193 membri dell’Assemblea generale di “ammettere l’adesione dello Stato della Palestina alle Nazioni Unite”. La risoluzione ha bisogno di almeno nove voti a favore e nessun veto da parte di almeno uno dei cinque membri permanenti – Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna – ma le possibilità che il testo venga approvato sono minime.
Gli Stati Uniti, secondo le previsioni degli analisti, metteranno il veto non perché siano contrari all’ingresso della Palestina, ma perché ritengono che questo riconoscimento debba far parte di una trattativa più ampia da avviare con Israele – che però ha bloccato da decenni ogni dialogo in tal senso. Tel Aviv infatti si è schierata subito contro la proposta e ha accusato l’Onu di voler legittimare i palestinesi come “premio” dopo il blitz di Hamas del 7 ottobre.
Gaza, 33.899 morti – tra i quali oltre 14.520 bambini e almeno 10.000 donne
Almeno 56 persone sono rimaste uccise negli attacchi messi a segno nelle ultime 24 ore dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza.
Lo ha riferito il ministero della Sanità dell’enclave palestinese controllata da Hamas, precisando che sale così a 33.899 il numero dei palestinesi morti dall’inizio del conflitto, il 7 ottobre scorso, tra cui si contano oltre 14.520 bambini e 10.000 donne. Altre 89 persone sono rimaste ferite nelle ultime 24 ore, per complessivi 76.664 feriti.
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