Oggi è il Blue monday: cos'è e perché è il giorno più triste dell'anno

oggi è il blue monday: cos'è e perché è il giorno più triste dell'anno

Oggi è il Blue monday: cos’è e perché è il giorno più triste dell’anno

Oggi, 15 gennaio, in tutto il mondo si celebra (si fa per dire…) il Blue monday, il giorno più triste dell’anno in assoluto. Ma per quale motivo dovrebbe essere considerato tale e cosa si nasconde esattamente dietro il suo significato? Ecco tutto quello che è necessario sapere a riguardo.

La storia del Blue monday

Abbiamo iniziato a parlare di questo mesto evento in tempi piuttosto recenti. La prima menzione del Blue monday è apparsa su un articolo pubblicato nel 2005 dal The Guardian, legato ad un comunicato stampa redatto da Cliff Arnall, psicologo per l’università di Cardiff, rispetto al quale però il medesimo istituto universitario avrebbe presto preso le distanze.

Arnall si era convinto, attraverso una serie di complessi calcoli, di aver trovato una data precisa in cui generalmente le persone si sentono di pessimo umore: il risultato della sua analisi, teoricamente, avrebbe potuto risultare molto prezioso per tutte quelle compagnie di viaggio capaci di sfruttare il momento proponendo ai loro clienti offerte speciali per sollevare il loro morale.

Per portare a termine il suo studio lo psicologo aveva preso in considerazione diverse variabili: tra queste anche le condizioni meteorologiche del periodo (nell’emisfero Boreale, si sa, gennaio è un mese di freddo intenso), la capacità di affrontare i debiti accumulati nel corso delle festività, il breve arco di tempo trascorso dal Natale, il fallimento dei buoni propositi fatti con l’arrivo del nuovo anno e in generale dei bassi livelli di motivazione. Evidentemente, il Blue monday è associato anche al fatto che cade, per l’appunto, di lunedì, giorno per eccellenza di ripresa delle attività lavorative dopo un piacevole weekend di relax.

Nonostante i tentativi del suo inventore, la teoria del Blue monday è ormai universalmente riconosciuta dagli studiosi come pura pseudoscienza. A parlarne in questi termini in un’intervista concessa al The Daily Telegraph nel 2013 era stato in realtà lo stesso Arnall, che a riguardo aveva dichiarato:

“Inizialmente mi fu chiesto di individuare quale pensassi fosse il miglior giorno per prenotare una vacanza estiva, ma quando iniziai a riflettere sui motivi per prenotare una vacanza, ripensando a ciò che migliaia di persone mi avevano raccontato durante i workshop sulla gestione dello stress o sulla felicità, emersero questi fattori che indicavano il terzo lunedì di gennaio come particolarmente deprimente. Ma non credo comunque che sarebbe stato di grande aiuto saperlo.”

Per Arnall, in sostanza, il concetto è più che altro quello che si può definire una profezia autoavverante.

Cosa c’entra il blu?

Per un italiano può essere piuttosto complesso capire il motivo per cui a questo lunedì venga associato il blu e, di conseguenza, una tristezza diffusa. Vale a questo punto la pena spiegare che in lingua inglese il blu è storicamente associato a sentimenti negativi: non è un caso, ad esempio, se il personaggio di Tristezza nella pellicola di animazione Disney Pixar ‘Inside out’ fosse proprio di questo colore.

Tutto nasce grazie al poeta inglese Geoffrey Chaucer (famoso soprattutto per ‘I Racconti di Canterbury’) che nel 1300 scrisse il breve poema ‘Il lamento di Marte’ all’interno del quale era riportato anche il primo verso in assoluto (“Wyth teres blewe and with a wounded herte”) dove veniva associato il colore al relativo sentimento: il termine “blewe” si riferisce al colore blu e fa riferimento a ‘teres’, la forma arcaica di ‘tears’; da qui le “’lacrime blu” sono diventate lacrime di tristezza.

Nel corso dei secoli la letteratura inglese avrebbe poi presto registrato molti altri episodi in cui il colore blu veniva associato a eventi negativi, forse a causa della sua connessione con il colore dei volti cianotici delle persone malate e dei cadaveri (ma anche con le possessioni demoniache e l’abuso di alcol). Anche negli Stati Uniti il blu è diventato nel tempo il colore più strettamente associato alla tristezza: pensiamo ad esempio al genere musicale “blues”, carico di nostalgia, sentimenti cupi e negatività.

Il Blue monday in musica

Esistono anche ben due canzoni “dedicate” al Blue monday, seppure per motivi ben diversi. Il primo pezzo è una canzone originariamente scritta da Dave Bartholomew, registrata per la prima volta nel 1953 da Smiley Lewis e resa famosa soprattutto grazie alla reinterpretazione di Fats Domino nel 1956. La canzone fu un grande successo all’epoca e divenne una delle prime canzoni rhythm and blues a entrare nelle classifiche di Billboard.

L’altro celebre pezzo intitolato ‘Blue monday’ è dei New Order (1995). Peter Hook, uno dei compositori della canzone, ha dichiarato a proposito: “Ho sentito parlare dei Fats Domino. Avevano una canzone chiamata Blue Monday, era un lunedì ed eravamo tutti infelici, così ho pensato che come titolo fosse abbastanza appropriato”.

Il boom delle richieste di psicologi

Per quanto legata ad una teoria bizzarra, la nascita del Blue monday (ampiamente sfruttato da diverse aziende a scopo promozionale) ha pur sempre avuto un effetto positivo, spingendo molti a cercare supporto riguardo alla propria salute mentale. Ad evidenziarlo sono stati diversi studi che hanno dimostrato un aumento significativo nella richiesta di supporto psicologico durante la settimana del Blue Monday, con un incremento che di norma raggiunge addirittura il 10% in più rispetto al periodo precedente. Nel gennaio 2023, le richieste di assistenza psicologica correlate al “lunedì triste” hanno registrato un picco del 28%, superando il 17% della settimana precedente, con una media mensile del 20%. Questo trend si è ripetuto in realtà anche negli anni precedenti, con il 24%, il 22% e il 25% delle richieste concentrate nella settimana del Blue Monday nel 2022, 2021 e 2020, rispettivamente, rispetto a una media mensile intorno al 20%.

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