Esercito europeo, è davvero possibile? Le armi nucleari, il ruolo di comando e gli intrecci con la Nato (e gli Usa)

esercito europeo, è davvero possibile? le armi nucleari, il ruolo di comando e gli intrecci con la nato (e gli usa)

Esercito europeo, è davvero possibile? Cosa succederebbe alle forze armate nazionali? Ecco tutte le ipotesi

Nel contesto di crescenti tensioni geopolitiche e minacce alla sicurezza internazionale, l’idea di un esercito europeo guadagna terreno, proponendosi come un possibile baluardo per la pace e la stabilità nel continente. L’ultimo a parlarne è stato Antonio Tajani, il ministro degli Esteri italiano: «Io credo che si debba cominciare a lavorare seriamente in Europa, per dare vita finalmente a un sistema di difesa europeo, a un vero esercito europeo», ha detto ai microfoni di Radio 24.

   

Il Contesto Attuale

L’Europa si trova a un bivio storico. Le sfide poste da rivalità internazionali, terrorismo, cyber-attacchi e crisi ai confini esterni dell’Unione Europea, ad esempio in Ucraina e Medio Oriente, sollecitano una riflessione profonda sulle capacità di difesa del continente. La dipendenza dalla NATO e, in particolare, dagli Stati Uniti per la sicurezza collettiva, ha sollevato più volte degli interrogativi sull’autonomia strategica europea.

Le dichiarazioni di Trump

A generare qualche preoccupazione tra gli alleati europei, sono stati i commenti dell’ex presidente Donald Trump, probabile candidato repubblicano alle prossime elezioni, che intervenendo durante una manifestazione nella Carolina del Sud pochi giorni fa ha affermato che gli Stati Uniti, se lui divetasse di nuovo presidente, non proteggerebbero più i membri della NATO che non contribuiscono abbastanza alle spese militari, andando contro l’articolo 5 dell’alleanza.

Argomentazioni a favore

Chi è a favore di un esercito europeo sottolinea come un’unione militare potrebbe non solo rafforzare la capacità di difesa dell’UE, ma anche servire come potente deterrente contro aggressioni esterne. Una forza armata unificata potrebbe promuovere una maggiore integrazione politica ed economica tra gli Stati membri, consolidando il progetto europeo.

L’esercito europeo garantirebbe, inoltre, una distribuzione più equa del carico finanziario e operativo tra i paesi membri, superando le disparità esistenti in termini di contributi alla sicurezza collettiva.

Le difficoltà e le sfide 

Le complicazioni sono chiaramente molteplici: innanzitutto, sarebbe un esercito europeo o un esercito dell’Unione Europea? Tra gli altri ostacoli vi è la preoccupazione per la sovranità nazionale, con molti Stati membri restii a cedere il controllo delle proprie forze armate a un’entità sovranazionale. La diversità delle politiche di difesa, le capacità militari, e gli obblighi internazionali complicano ulteriormente la visione di una difesa comune. Inoltre, la questione del finanziamento di un esercito europeo solleva dibattiti significativi. La necessità di un bilancio di difesa condiviso richiederebbe un impegno finanziario sostanziale da parte degli Stati membri, in un periodo in cui molte economie nazionali affrontano sfide significative.

Un problema per la NATO?

In molti ritengono che finché avrà potere la NATO ci sono pochissime possibilità che venga alla luce un esercito europeo vero e proprio. I paesi europei della NATO rimarrebbero tutti desiderosi di mantenere gli Stati Uniti quanto più legati possibile alla difesa del continente: un nuovo esercito europeo potrebbe pestare i piedi all’Alleanza atlantica o addiritturra indebolirla. Altri, invece, sono più ottimisti sul fatto che la NATO e una forza militare europea possano coesistere in armonia. Kurt Volker, ex ambasciatore americano presso la NATO, ha riferito a Newsweek che «la NATO e un esercito europeo possono lavorare per lo stesso obiettivo e dovrebbero lavorare per lo stesso obiettivo».

Come sarebbe un esercito europeo?

Sono due le principali opzioni per il funzionamento di un esercito europeo. Ogni stato potrebbe sciogliere le proprie forze armate, per convogliare tutto in una super forza transnazionale: questa è l’ipotesi, forse, meno percorribile vista la riottosità di molti stati nel rinunciare alla propria sovranità nazionale. L’altra opzione è che gli Stati membri offrano una parte delle risorse all’esercito comune, proprio come funziona con la NATO. Esistono già degli esempi in questo senso, come la Cooperazione nordica per la difesa (NORDEFCO).

Chi comanderebbe? Anche a questa domanda non è semplice rispondere. Senza Washington a indirizzare le principali decisioni, forse toccherebbe alla Francia in quanto unica potenza nucleare nell’Unione Europea. «La Germania sembrerebbe ancora poco credibile», ha riferito William Alberque, direttore dell’Istituto Internazionale di Studi Strategici, che ha poi parlato della Polonia che «è in ascesa, una fiorente potenza militare sul fianco orientale, che guarda dall’alto in basso la Russia».

Prospettive Future

La strada verso l’istituzione di un esercito europeo richiederà tempo, visione strategica e compromessi politici. Il recente Patto di Difesa Europeo e la Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO) rappresentano passi significativi verso una maggiore cooperazione militare. Tuttavia, l’effettiva realizzazione di un esercito europeo dipenderà soprattutto dalla volontà politica degli Stati membri di superare le differenze nazionali in favore di un obiettivo comune.

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