Corsie ciclabili promosse: “Chi è in bici risulta più visibile. Via Panni ora è più sicura”
“Vanno distinte le ’piste ciclabili’ dalle corsie ciclabili. Queste ultime rappresentano una novità introdotta nel 2020 nel codice della strada, ma a Modena purtroppo ancora poco diffuse, quindi non ancora assimilate”. Rete Modena30 e Aria tornano sulle contestate ciclabili di via Panni, salutando positivamente che il Consiglio comunale di Modena giovedì abbia discusso e approvato a larga maggioranza l’ordine del giorno ’Il nuovo Codice della strada rispetti il Piano nazionale per La sicurezza Stradale 2030’. Un ODG già discusso e approvato in tante città italiane come Roma, Torino, Milano, Bologna, Aosta e Chieri e in tante altre città. “Le corsie ciclabili come quelle – spiegano Davide Paltrinieri e Andrea Trenti – possono spaventare o sembrare particolarmente insicure. La realtà è che il codice della strada obbliga i velocipedi a circolare in percorsi a loro riservati solo quando esistenti. Le ciclopedonali, purtroppo troppo diffuse a Modena, non sono percorsi riservati alle biciclette, poiché sono condivisi con i pedoni. Pertanto va preso atto che in via Panni era già possibile circolare in bicicletta in carreggiata, e lo sarebbe stato anche in presenza di una ciclopedonale”.
Da qui la distinzione dalle piste ciclabili e corsie ciclabili. “Mentre le piste ciclabili (in sede propria o in carreggiata) sono invalicabili dalle automobili, le corsie ciclabili possono essere impegnate anche da altri veicoli se non occupate da ciclisti”. È facile osservare, proseguono le due associazioni, “come stando in strada nella loro naturale posizione, alla destra della carreggiata, i cittadini in bicicletta risultano più visibili, anche in corrispondenza di incroci e passi carrabili, dove invece nelle attuali ciclopedonali inframezzate da mille ostacoli visivi, spesso si rischia che l’altro utente ’compaia’ all’ultimo istante. Un automobilista che vede un ciclista in carreggiata ha sicuramente il vantaggio di poter prenderci le misure, e le nuove righe indicano lo spazio minimo necessario per un sorpasso in sicurezza”.
Tra l’altro in via Panni “bisogna prendere atto che non c’erano gli spazi fisici per altri tipi di soluzioni: i marciapiedi troppo stretti per diventare delle ciclopedonali promiscue (che comunque avrebbero penalizzato anche i pedoni) e la carreggiata troppo stretta per inglobare un pista ciclabile separata, a meno di trasformare la strada a senso unico per le auto”.
In quell’intervento, “al contrario di tante zone residenziali o scolastiche di Modena, sono stati introdotti frequenti sistemi di moderazione del traffico (dossi rialzati ai passaggi pedonali), che sono di per sé un elemento di sicurezza, poiché la velocità è una delle cause principali di incidentalità nelle strade urbane”.
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