L’ex addetta accusa: “Nel vino dell’Oltrepò un miscuglio di uve di dubbia origine”
Pavia – Un mix di uve non tutte provenienti dal territorio oltrepadano, unite per creare una massa omogenea che poi viene imbottigliata con etichette differenti. Ma anche vino allungato con l’acqua e altri accorgimenti per abbassarne la gradazione. L’altra sera Report, la trasmissione d’inchiesta della Rai, è arrivata in Oltrepò.
Attraverso il racconto documentato di un’ex dipendente di un produttore industriale di Redavalle, è stato descritto come “la grande distribuzione detti le regole del mercato chiedendo un Barbera a 12 gradi, un Pinot Grigio a 12 e mezzo con questo standard di acidità totale, questa intensità colorante, questo Ph, questa acidità, questo residuo zuccherino”. Le uve di differente tipologia, stando a un documento del 2015, sarebbero state mischiate in un’unica vasca per dar vita a 850 ettolitri di vino bianco omogeneo imbottigliato con etichette differenti. Il vino rosso, invece, sempre frutto di un mix, secondo un vecchio ordine di lavoro sarebbe stato allungato con acqua in modo da calare la gradazione. Le bottiglie sarebbero poi state vendute nei discount.
Di fronte alle accuse che gettano un’ombra sull’intero territorio costellato da vigneti e oltre 4mila cantine, l’azienda imbottigliatrice respinge ogni addebito ed è pronta a difendersi nelle sedi opportune, mentre il Gambero Rosso si schiera con l’Oltrepò: “I fatti risalgono al 2015, nel maggio 2023 l’Ispezione Frodi ha perquisito l’azienda, acquisendo documenti per indagare su una serie di cisterne fantasma: dettaglio omesso da Report”.
Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese invece sostiene di voler continuare a lavorare lasciando le polemiche ad altri. Un silenzio che non è piaciuto a Umberto Callegari, ad della prima cooperativa vitivinicola territoriale, Terre d’Oltrepò: “Mi sarei aspettato un comunicato. Uno dei consiglieri d’amministrazione molto attivo da anni nel Consorzio è sotto attacco e non proferiscono parola? Le accuse mosse da Report sono gravi, non basta fare spallucce”.
Immediatamente Callegari con una Pec ha chiesto al Consorzio una presa di posizione perché l’Oltrepò, che in passato ha vissuto dei momenti bui, ora rischia un ulteriore colpo. “Dobbiamo essere tutti uniti e fare sistema – aggiunge Callegari – Altri territori che lavorano uniti sono più forti e conosciuti, noi invece siamo polverizzati”.
A parlare è il senatore della Lega Gian Marco Centinaio: “Accuse e luoghi comuni per infangare un settore, quello del vino, e impressionare i telespettatori. Di tutto il lungo servizio, l’unica cosa che mi ha colpito è l’ignoranza dimostrata nel non conoscere nemmeno i nomi dei prodotti: il Riesling è sempre stato chiamato Raisling”.
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