La preside al timone del ’Bandini’. Lydia Gori, una vita per la scuola
Stava per compiere 101 anni quando ha lasciato questa vita e il piccolo universo senese che conosceva molto bene, avendo visto passare tante generazioni di studenti. Nell’aprile del 2009 scompare Lydia Gori, la ’storica’ preside dell’Istituto Bandini, donna di grande polso, che era tranquillamente sopravvissuta a tutti gli sconvolgimenti ideologici e didattici che la scuola aveva avuto in tanti decenni. Nonostante i duri contrasti con la parte più politicizzata degli studenti, non era solo temuta, ma era fortemente rispettata e soprattutto ascoltata.
Si era diplomata, lei della classe 1908, proprio all’Istituto Sallustio Bandini a soli 17 anni, per poi laurearsi in Chimica e Farmaceutica nel 1930. Inutile aggiungere con il massimo dei voti. Non era certo facile per una donna mostrare il proprio talento, ma lei, con una tenace coerenza, seppe aggiungere al suo curriculum il diploma di erborista, di infermiera della Croce Rossa Italiana, per diventare facilmente docente di Chimica e di Merceologia. Il 1949 la sua carriera arrivò ad un punto fermo con la nomina a preside proprio dell’Istituto Bandini. Il resto è storia, leggenda, tanti episodi, tanta voglia di educare i ragazzi, questo fino al 1977 che fu l’anno del suo pensionamento.
Eccola, fermata dall’obiettivo di Augusto Mattioli durante una gita negli anni sessanta. Attenta anche quando ci si poteva distrarre un attimo. La sua presenza era costante, precisa, apparentemente severa ma sempre con la massima attenzione al bene degli studenti, ai loro bisogni primari, che identificava con la riuscita del loro percorso scolastico. Generazioni di bancari, di geometri, possono dire di aver imparato un mestiere, esercitata una professione, anche attraverso il suo continuo controllo ai programmi scolastici.
Mangia d’argento lo stesso anno in cui andò in pensione, Lydia Gori ci rappresenta alla perfezione un’epoca in cui si dava per scontato diploma uguale lavoro. E lei questo lo sapeva alla perfezione, per questo appariva come figura intransigente e severa. Qualcuno direbbe ’donna di altri tempi’, in parte probabilmente sì, ma sempre per una fine quanto mai nobile, il bene degli studenti, a cui ha dedicato tutta la sua vita e che ha mostrato a tutti, anche a chi la contestava duramente, che il detto ’per aspera ad astra’ è sempre valido, e che non si lega a nessuna epoca in particolare.
Massimo Biliorsi
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