"La calma prima della tempesta". La tattica cinese per Taiwan

“La calma prima della tempesta”. La tattica cinese per Taiwan

Per il presidente cinese Xi Jinping nella diplomazia internazionale il dossier Taiwan rappresenta una “linea rossa da non oltrepassare”. Poco importa a Pechino se i taiwanesi, nel corso delle ultime elezioni presidenziali, abbiano premiato William Lai, il candidato più critico nei confronti di Pechino, lo stesso che all’ombra della Città Proibita è stato definito un “distruttore della pace”; presto o tardi, ripetono da oltre Muraglia, la provincia ribelle tornerà stabilmente nell’orbita della sua “madrepatria”. Dal punto di vista militare, nelle settimane precedenti le richiamate elezioni, da metà gennaio in poi, la Cina ha intrapreso una notevole riduzione delle incursioni di aerei e navi militari nei pressi dell’isola. A detta degli analisti statunitensi questa nuova calma apparente non dovrebbe essere interpretata come un allentamento della tensione, quanto piuttosto come un segno di un approccio moderato. In vista, va da sé, di un affondo che potrebbe riportare Taiwan sotto il controllo del Dragone.

Calma apparente

La settimana delle elezioni presidenziali taiwanesi, la seconda di gennaio, ha visto la media più bassa di aerei dell’Esercito popolare di liberazione cinese penetrare nella zona di difesa aerea di Taiwan (da quando le attività avevano raggiunto il picco in seguito ad una visita a Taiwan, avvenuta nell’agosto 2022, dell’allora presidente della Camera Usa Nancy Pelosi).

Come ha fatto notare il sito The Daily Signal, il giorno delle elezioni nessun velivolo cinese è stato rilevato nello spazio aereo circostante l’isola, dove invece se ne vedevano abitualmente almeno nove al giorno. Lo stesso è accaduto per le navi da guerra della marina cinese. Ebbene, questo tipo di riduzione delle attività è insolito viste le recenti attività di Pechino, che ha sempre fatto affidamento sulla cosiddetta aggressiva “diplomazia del lupo guerriero” per raggiungere i propri obiettivi.

La calma apparente non è mancata neppure alla fine di febbraio, quando il deputato statunitense Mike Gallagher, presidente del comitato ristretto della Camera sulla competizione strategica tra gli Stati Uniti e il Partito comunista cinese, ha guidato una delegazione del Congresso a Taiwan. Storicamente le delegazioni di alti funzionari statunitensi hanno sempre scatenato manifestazioni militari cinesi nello Stretto di Taiwan, cosa che nel caso citato è avvenuta in maniera a dir poco ridimensionata. Qual è, dunque, il piano del Dragone?

La possibile strategia della Cina

Gli analisti Usa ritengono che, anche se aerei e navi cinesi non sono stati visti in gran numero nello Stretto di Taiwan, la Cina abbia comunque ampliato il suo “arsenale intimidatorio” includendo quelli che apparentemente sembrano essere palloni aerostatici di sorveglianza. Da quando Taiwan ha iniziato a pubblicare gli avvistamenti, all’inizio di dicembre, è stato rilevato un centinaio di questi oggetti volanti nei pressi o sopra l’isola. Pechino ha taciuto sullo scopo di questi palloncini, che i portavoce del Partito Comunista Cinese chiamano “palloncini meteorologici” e chei legislatori statunitensi considerano “palloncini spia”.

Terminata la parentesi elettorale, la Cina ha ripreso ad inviare navi e aerei. Anche perché, a causa delle condizioni meteorologiche e operative ideali nello Stretto di Taiwan, la metà di aprile è considerata da molti esperti militari come una papabile finestra per un ipotetico confronto attraverso lo stretto tra Cina e Taiwan. Non dovrebbe accadere niente di simile ma, allo stesso tempo, è bene ricordare che il governo cinese è solito condurre esercitazioni e wrgame di alto livello nel Mar Cinese Meridionale tra la metà e la fine dell’estate.

Manovre come queste possono rapidamente trasformarsi in qualcosa di più, ha avvertito il comandante della flotta statunitense del Pacifico, ammiraglio Samuel Paparo. Considerando i recenti progressi militari cinesi, ha fatto presente lo stesso Paparo – che a maggio assumerà la carica di comandante del Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti – “presto saremo al punto in cui una forza sufficiente per eseguire un’operazione militare profonda sarà sul campo e opererà sotto una foglia di fico”. L’insediamento di Lai come presidente di Taiwan è fissato per il 20 maggio, e questa sarà probabilmente un’opportunità che la Cina sfrutterà per fare aumentare la pressione. Il rallentamento delle intimidazioni con aerei e navi da parte del Dragone, dunque, potrebbe rappresentare la calma prima di una esercitazione militare più ampia e seria.

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