Milano, 15 febbraio 2024 – L’evasione fiscale c’è stata, ma le cifre in ballo – almeno secondo chi ha indagato – sarebbero state talmente “esigue” da giustificare l’archiviazione di ogni accusa, seguendo i dettami della riforma Cartabia del 2022.
E così Alvise e Ludovica Casellati, figli della ministra delle Riforme ed ex presidente del Senato Elisabetta Casellati, non dovranno rispondere più dell’accusa di evasione fiscale che veniva loro inizialmente contestata all’interno di un’inchiesta avviata in procura a Milano.
Maria Elisabetta Alberti Casellati, ministro per le riforme istituzionali, durante la discussione generale sul un ddl in materia di modifiche al codice penale, Senato, Roma 6 febbraio 2023. ANSA/FABIO FRUSTACI
“Evasori ma di poco conto”
A riportare la vicenda è il Corriere della Sera, in un articolo ripreso dalle agenzie, in cui si precisa che si tratta di “causa di non punibilità della condotta quando, per le modalità o per l’esiguità del danno, sia di particolare tenuità e non risulti abituale”.
Insomma, “non ci sono dubbi sulla commissione dell’evasione fiscale” ma i pm chiedono l’archiviazione in quanto “si deve convenire con i difensori Nadia Alecci e Ernesto De Toni che l’evasione di poche migliaia di euro per l’annotazione nelle dichiarazioni di due sole fatture per ciascuno dei fratelli, una per ogni anno, appare condotta illecita obiettivamente riconducibile alla categoria della particolare tenuità”.
Il “pentimento”
Anche perché i due rampolli della ministra, esponente di lungo corso di Forza Italia, hanno “eliso le conseguenze” correndo a sanare le dichiarazioni dei redditi e pagare le tasse evase al Fisco. Nel loro reato (punito fino a 6 anni sotto i 100.000 euro) hanno quindi avuto due fortune: la riforma Cartabia ha alzato da 5 a 6 anni la pena dei reati ai quali si può applicare la tenuità; e “la Cassazione a Sezioni Unite ha stabilito che la continuazione tra due condotte (come qui i due anni di fatture) non integra di per sé quell’abitualità che impedirebbe di applicare la tenuità”.
Ora si attende la parola finale sulla vicenda, con la decisione del gip sulla richiesta di archiviazione avanzata dalla procura. L’ex presidente del Senato aveva sempre difeso i figli, arrivando a definirli “parte lesa” nella vicenda.
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