Il premier libanese Najiib Miqati ha atteso con evidente grande impazienza la discesa del premier Giorgia Meloni dalle scalette dell’aereo di Stato italiano che, ieri, l’ha portata a Beirut. Il presidente del Consiglio italiano ha inserito questo viaggio nell’ampia agenda dei viaggi diplomatici per tessere rapporti di collaborazione tra i Paesi del Mediterraneo e, come sempre accade, è stata accompagnata dal suo fidato team di collaboratori, tra i quali c’è anche Patrizia Scurti. Braccio destro del premier da tantissimi anni, è stata proprio lei a scendere per prima dalla scaletta dell’aereo presidenziale, e questo ha tratto in inganno Miqati, che l’ha confusa con Meloni.
Il capo del governo libanese ha salutato con grande trasporto Scurti, accogliendola con due calorosi baci sulla guancia, senza rendersi conto che non era lei il premier italiano. È stata proprio la collaboratrice di Meloni a far notare l’equivoco, al quale Miqati ha immediatamente posto rimedio, tornando sotto la scaletta per accogliere allo stesso modo il premier italiano. Un momento che ha strappato qualche sorriso, un banale inciampo sul protocollo che non ha inficiato i colloqui tra le due parti, che sono stati cordiali e amichevoli. Durante l’incontro, stando a quanto si apprende da fonti italiane, i due leader hanno evocato anche il cosiddetto “Processo di Roma”, avviato con la Conferenza Internazionale su sviluppo e migrazione ospitata a Roma lo scorso luglio, alla quale ha preso parte lo stesso Miqati. Il tema è emerso in modo spontaneo quando i due hanno discusso della questione migranti in relazione alla drammatica emergenza dei rifugiati siriani in Libano che si attestano oramai su un numero di oltre un milione e mezzo.
Miqati ha espressamente chiesto a Meloni, quindi all’Europa, di mantenere alta l’attenzione sul tema, sottolineando l’importanza di iniziative come la Conferenza di luglio, una delle componenti del “Piano Mattei”. Ha ricevuto il massimo sostegno in tal senso da parte del premier italiano, che nelle ore in cui è stata a Beirut ha incontrato anche il contingente italiano in Libano. A loro, per mano del generale Enrico Fontana, comandante della Brigata alpina Taurinense, ha regalato un uovo di Pasqua in vista delle imminenti festività. Anche questo viaggio è stato produttivo per il premier Meloni, che si dimostra uno dei presidenti del Consiglio a effettuare il maggior numero di missioni all’estero.
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