Roma, presentazione della Lista Stati Uniti d’Europa
Si rincorrono i rumors su quello che in molti definiscono un possibile passo indietro di Matteo Renzi rispetto a una sua candidatura annunciata per mesi nelle e-news. Le voci di corridoio continuano a girare ma pare che quello di Renzi non sia un passo indietro ma bensì un vero e proprio bastone infilato tra le ruote della bicicletta del leader di Italia Viva diretta in verso le Europee 2024.
Le indiscrezioni parlano di alcuni soggetti interni che non vogliono assolutamente inserire in lista il nome di Matteo Renzi. E verrebbe da dire ‘First reaction shock’ perché secondo molti il nome di Renzi sarebbe l’unico a trainare i voti. Insomma, se così fosse sarebbe un gioco suicida, un gioco a perdere.
Dalle cinque circoscrizioni allo stop improvviso: qualcosa è cambiato
Si sarebbe candidato, diceva, nel Nord-Ovest. Poi, a fine febbraio, il rilancio: «Mi candido in tutte e cinque le circoscrizioni». A un certo punto, però, la trattativa con +Europa si finalizza. Carlo Calenda e Azione scelgono la strada solitaria, mentre Renzi e Riccardo Magi – ma il vero kingmaker radicale sembra essere Emma Bonino – si coalizzano nella lista Stati Uniti d’Europa. Da quel momento, Renzi deve ritrattare sulla sua candidatura.
Il leader di Italia Viva colloca l’importanza dell’opposizione a Giorgia Meloni: “Se non mi candido, e un po’ mi dispiace non candidarmi, è perché capisco che nei prossimi mesi, con questo governo incapace e inconcludente, potrebbe riaprirsi una partita anche in Italia”.
Renzi aveva escluso perentoriamente retromarce
A leggere l’e-news del 29 febbraio, è lo stesso leader di Italia Viva a escludere perentoriamente retromarce: «Mancano 100 giorni alle elezioni che decideranno il futuro dell’Europa. Io mi candido, in tutte e cinque le circoscrizioni. Ci metto la faccia. Non mi tiro indietro. Perché è tempo di scelte forti, è tempo di uomini e donne forti».
E in quella del 15 febbraio: «Uno dei motivi per cui mi candido alle elezioni europee è rimettere le questioni geopolitiche al centro dell’agenda di Bruxelles. Capisco che possano sembrare noiose. Ma da queste questioni dipende il futuro del pianeta. E la dignità della politica».
Ancora, a ritroso, l’11 settembre: «L’Europa dell’economia e l’Europa delle Istituzioni: su entrambi i settori bisogna cambiare passo. E per questo ho detto di essere pronto a candidarmi personalmente anche io, nel territorio del NordOvest. In un mondo in cui molti politici vivono di tweet e tatticismi, io ci metto la faccia. E il cuore».
Le candidature “prendi i voti e scappa” non sono serie
Il termine ultimo per consegnare le liste è quello del primo maggio, il voto è in programma sabato 8 e domenica 9 giugno. La premier Meloni potrebbe sciogliere la riserva domenica 28 alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara.
Renzi su X osserva: “Si fa un gran discutere di candidature per le Europee. Io penso una cosa semplice: chi si candida per Strasburgo, se viene eletto, deve andare a Strasburgo. Le candidature “prendi i voti e scappa” non sono serie. Chi le fa considera i cittadini dei “citrulli” da prendere in giro. Le liste che mettono candidati finti non sono liste serie. Noi come Stati Uniti d’Europa siamo seri, spero che lo siano anche gli altri”. L’ex premier non ha ancora sciolto la riserva sull’eventuale candidatura al parlamento europeo ma dopo le parole di oggi e l’accordo con Più Europa, che non vuole candidati bandiera, le possibilità di una candidatura appaiono assai remote.
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