Il Comune si riprende lo stadio. Ieri sopralluogo e prime verifiche
Alla fine, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ribadisce l’incompetenza dei giudici amministrativi, l’accelerazione da parte del Comune c’è stata. Ieri mattina alle 11 l’amministrazione ha di fatto ripreso possesso dello stadio e poco più tardi anche del campo ’Bertoni’. Venerdì stesso, dopo la pubblicazione della sentenza, l’Acr Siena era stata informata delle intenzioni di Palazzo pubblico, nel caso ci fosse stata l’intenzione di presentarsi per fare una regolare consegna. Niente da fare, come previsto. E anzi, all’arrivo, la polizia municipale guidata dal comandata Alfredo Zanchi, che accompagnava gli assessori Michele Capitani e Lorenzo Lorè, ha verificato che erano state sostituite le serrature del portone di ingresso.
È così arrivato Fulvio Muzzi, factotum delle società bianconere che da anni si avvicendano vorticosamente, con le chiavi giuste, per aprire il portone sopra il quale – beffardo – campeggia ancora l’annuncio di inizio lavori di ristrutturazione con data 19 aprile 2022. Lavori che ora saranno in capo al Comune, ma questo è un capitolo che seguirà in un secondo momento.
Intanto l’ingresso allo stadio, preceduto da un promemoria del vicesindaco Michele Capitani ai dipendenti presenti: “Faremo l’inventario dettagliato di qualsiasi oggetto presente e riprenderemo anche le fasi del sopralluogo”. Questo perché in teoria la partita giudiziaria sembrerebbe chiusa, ma in pratica è bene non fidarsi di chi ha dimostrato una tenacia inusitata nel difendere una partita persa, con il risultato di costringere la Robur a un intero campionato lontano da casa.
Oltre all’inventario, è stato compiuto un sopralluogo per una prima verifica degli impianti (ma le utenze risulterebbero staccate) e delle condizioni di campo di gioco e struttura. Nell’immediato bisognerà ripristinare le condizioni minime per tornare a disputare partite nell’impianto, poi ci sarà da ragionare sul futuro, su quei lavori da 1,2 milioni di euro necessari per il consolidamento strutturale e che sono tra i motivi principali della chiusura della partita giudiziaria.
Proprio la presenza dei lavori all’interno della convenzione tra Comune e vecchia società, è stato uno degli spunti per spostare la questione giurisdizionale dal tribunale amministrativo a quello ordinario. E quindi per far perdere all’Acr Siena che fu di Emiliano Montanari di fatto (salvo sorprese clamorose ) il diritto a chiedere e ottenere la sospensiva per la rescissione della convenzione, conservando l’utilizzo del bene.
Ora invece, ammesso che Montanari chi per lui abbiano ancora intenzione di perseguire le vie giudiziarie, il campo di manovra si è molto ristretto. E soprattutto è venuta a cadere una discriminante come la gestione dello stadio, che ha messo in grande difficoltà l’amministrazione comunale e la società bianconera. Viene da chiedersi cosa sarebbe successo se il Siena Fc, compiendo un’impresa sportiva tutt’altro che scontata, non avesse dominato il campionato. Meglio così.
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