«Ha chiamato da un numero sconosciuto e mi ha detto che sono suo padre. Il test del Dna è positivo ma io non ho mai voluto figli. Cosa le dico?»
La vita a volte prende delle svolte totalmente inaspettate e ci si ritrova catapultati in una realtà che non sembra assomigliare più a quella in cui ci eravamo abituati a vivere. In questi casi è certamente difficile trovare la forza per sforzarsi a mettere a fuoco il nuovo ambiente che ci circonda e, soprattutto, capire come ricostruire una quotidianità in un luogo familiare ma sconosciuto.
A un uomo è bastata una chiamata inaspettata da un numero degli Stati Uniti, qualche mese fa. Una voce femminile, al telefono, ha annunciato: «Penso che tu possa essere mio padre». Un’ondata di pensieri e preoccupazioni si sono affollati nella confusione della sua mente, e dopo la conferma del test del Dna – l’ultima speranza di un errore infranta – il “neo papà” 39enne non sa come gestire la situazione e ha chiesto aiuto su Reddit.
«Cosa le dico?»
Inizialmente, l’uomo non ha risposto alla chiamata perché, vivendo in Europa, non era probabile che qualcuno stesse effettivamente provando a contattarlo dagli Stati Uniti. Credeva si trattasse di una truffa, e quando ha visto di nuovo lo stesso numero apparire sullo schermo del telefono ha pensato di rispondere per dirgliene quattro: «Ha parlato una ragazza e la prima cosa che ha detto è stata “Ciao, mi chiamo Jane e penso tu possa essere mio padre”».
Lui ha subito spiegato di non avere figli, che evidentemente aveva sbagliato numero. «Però, scrive l’uomo «poi la ragazza ha detto un nome che non sentivo da… immaginate un po’? Diciotto anni! A quel tempo ero negli Stati Uniti per un anno a causa di un lavoro con un’azienda gemella. Lì ho conosciuto una donna con cui mi sono frequentato per qualche mese. Ricordo di aver acquistato dei preservativi ma non sono sicuro di averli sempre usati. In ogni caso, le avevo lasciato il mio numero e poi non l’ho mai più sentita».
Dopo la realizzazione, la prima reazione dell’uomo è quella di attaccare il telefono, ma finisce per ascoltare il suo racconto: ha trovato il numero nel diario della mamma e ora che ha compiuto 18 anni ha deciso di contattarlo. Al momento, dato che sua madre – «per qualche ragione» – non può prendersi cura di lei, vive con dei parenti. Alla richiesta di sottoporsi a un test del Dna, che lei si è offerta di pagare, lui dice che ci penserà: «Poi mi ha domandato se potesse chiamarmi di nuovo. Io le ho risposto di si e ho attaccato. Giuro, stavo per svenire. L’intera conversazione non è durata più di 5 minuti».
Il test del Dna e il panico
Alla fine ho fatto il test, e ci siamo parlati qualche altra volta, scrive l’uomo. Quando è arrivato il risultato che ha confermato la paternità, lui è entrato nel panico e ha evitato di parlarle: «Le ho mentito dicendo che sono impegnato, e ora mi sento uno str***o. Finora sono riuscito a non dare di testa grazie alla possibilità che si fosse sbagliata, ma adesso non posso più negarlo. Non l’ho detto a nessuno perché speravo che il test fosse negativo».
Ora l’uomo si trova davanti alla spaventosa necessità di dire la verità alla sua famiglia, e non sa come farlo: «So che vorranno tutti il suo numero per parlarle e poi prenderà un aereo e magari verrà qui o andranno loro negli Stati Uniti. Sono molto pressanti. Mia madre darà di matto. Non vedo spesso la mia famiglia, ma a Pasqua siamo tutti insieme, dovrei dirglielo in quel momento, in una volta sola a tutti quanti? Ho una foto di Jane, ma poche informazioni. Non ho mai voluto figli, non mi piacciono i bambini e odio sentirmi “legato”. Da allora ho anche avuto una vasectomia».
La richiesta di aiuto
Il problema maggiore, tuttavia, è che non sa cosa dire a Jane: «Mi potete fare un esempio di cosa dovrei dirle? Ho promesso che l’avrei chiamata, domani. Vi è mai successa una cosa del genere? Come è andata? Cos’è successo quando vi siete visti per la prima volta? Cosa ha detto la vostra famiglia? Sono un po’ in imbarazzo a chiederlo, ma pensate rischi di dover pagare gli alimenti per gli anni passati? Penso di potermelo permettere, ma davvero non voglio».
Un’utente ha risposto: «Mio marito ha scoperto di avere una figlia ormai cresciuta, da prima che ci conoscessimo, ed è andato tutto per il meglio. Lei è meravigliosa e anche suo marito, la nostra famiglia si è ingrandita e così le persone da amare. La parte più difficile di crescere il bambino è finita, per Jane, tutto ciò che vuole è conoscere suo padre. Non sei obbligato, naturalmente, ma cosa c’è di male? Non ha bisogno di un rene, no?».
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