Papà e mamma da record: «Nove figli e tanto lavoro di squadra, ecco come gestiamo la nostra vita. Le spese? Si compra l’essenziale»
In Italia si fanno sempre meno figli. È assodato, consolidato. È un trend che continua a segnare numeri al ribasso, ormai da anni. Ma c’è qualcuno che questa media nazionale cerca di alzarla: la famiglia di papà Matteo e mamma Chiara. Sono a quota 9 figli. L’ultima nata proprio in questi giorni: «Mia moglie mi ha fatto il più bel regalo che potessi ricevere per questa festa del papà», ha detto Matteo Amico al Corriere. In totale, in questa famiglia versione big, sono in 11: i due genitori, poi Mattia (19 anni), Azzurra (14), Francesco (12), Riccardo (10), Enea (7), Ludovica (5), Diego (3), Luigi Maria (1) e la nuova arrivata, Vittoria.
Una vita all’apparenza difficile, prendersi cura di 9 figli è un compito estenuante ma qui vige una regola, che vale per tutti: lavoro di squadra. Il valore aggiunto delle famiglie numerose è «lo spirito di collaborazione, i ruoli cominciano a definirsi già dalla tenera età», ha raccontato il papà. Non sarebbe possibile andare avanti se tutti quanti, a partire dai più grandi, non fossero responsabilizzati. Quella che vive ad Alessano, nel sud del Salento, è una famiglia consapevole del lavoro da fare per stare bene l’uno con l’altro, anche se, ogni tanto, serve «un pizzico di pazienza».
Spese, organizzazione e regole
La vita è collaudata. Da 8 a 9 figli non cambia poi molto. «La mia sveglia suona alle 5 del mattino»: direzione cantiere, ha svelato il papà. Mamma Chiara si alza alle 6: colazione per i più piccoli mentre i grandi sono autonomi. Poi «tutti in macchina (da nove posti) verso le rispettive scuole». Se il meccanisco organizzativo è degno del migliore ingegnere gestionale, come si fa per le spese? «Compriamo l’essenziale. Magari la domenica ci concediamo un po’ di pesce», ha confessato il papà. Quello che non manca mai però sono latte e biscotti, che vanno via «in quantità industriale».
«Vestiti e giocattoli? Passano di generazione in generazione, come si faceva ai vecchi tempi. I nostri figli sono molto comprensivi e parliamo tantissimo con loro in modo chiaro: se non si può affrontare una spesa, si rimanda al mese successivo».
Dopo il lavoro, Matteo Amico riprende tutti i figli più piccoli e li porta a casa. Lì c’è il più classico dei momenti sfogo: «Sono bravissimi, ma c’è un momento in cui hanno bisogno del caos, e noi ce lo godiamo», ha detto. Loro sono bravi, ma qualche regola c’è: «A tavola niente smartphone e tv», ha rivelato. Tavola per 9+2, cifra dispara. Per questo l’obiettivo è il numero tondo: «Sarei un bugiardo a dire che Vittoria sarà l’ultima. Vorremo arrivare a 10, poi ci fermeremo», ha concluso papà Matteo.
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