Valentina Conte
Maurizio De Simone e Matilda Jace sono ancora qua a decidere le sorti della Pistoiese. Non si sa bene dove vogliano arrivare con la mole debitoria creata e soprattutto ora che sono dimissionari, ma la sensazione è che, al di là delle parole affidate ai comunicati stampa, abbiano poca intenzione di cedere la società se è vero – come è vero – che nemmeno si sono seduti a trattare dinnanzi all’offerta arrivata due giorni fa.
Matilda Jace, poco dopo la mezzanotte di ieri, ha rifiutato un’offerta di acquisto. L’ha ritenuta irricevibile. E ha chiuso l’argomento, nemmeno disposta a sedersi a un tavolo ad approfondire. L’avvocato che ha presentato l’offerta aveva messo nero su bianco la proposta avanzata da due gruppi imprenditoriali romani che pretendono la riservatezza, almeno fino a quando non saranno ufficializzati i nuovi incarichi, che, peraltro, la città attende con preoccupazione perché non basta sapere chi è formalmente al comando se, nei fatti, la linea di gestione non muterà. Inoltre, non è che uno dice ’mi dimetto’ e se ne va come se niente fosse, soprattutto se si è manager di una società, anche se si tratta di quella scatola magica con poche responsabilità per chi le crea, chiamata trust. Non è dato sapere se gli imprenditori interessati alla Pistoiese siano legati ad Alessandro Nuccilli, al quale De Simone ha già rifiutato una proposta o se siano nuovi investitori.Fatto sta che l’offerta è stata rifiutata. Nemmeno la due diligence è stata concessa dalla Jace, la quale non ha mai avuto rapporti con la città e con i tifosi, amministrando rigorosamente a distanza, non è chiaro se da Londra o dall’Italia. Nemmeno qualche giorno di tempo si è presa la dimissionaria amministratrice unica: l’offerta, infatti, scade oggi, ma lei ha risposto subito, ieri, in piena notte.
La proposta prevede(va) l’acquisto della Pistoiese 1921 al prezzo simbolico di un euro e l’accollarsi dei debiti certi della società, che De Simone in persona ha quantificato in un milione e duecentomila euro, ma quella dichiarata dal garante del trust, potrebbe essere una cifra ampiamente rivista al ribasso. C’è chi stima che l’operazione sia di circa due milioni di euro. Per questo motivo la proposta è condizionata al buon esito della due diligence, ma niente, non si farà. La dimissionaria amministratrice unica ha detto no. E non si è fatta convincere nemmeno dai trentamila euro depositati a garanzia da un notaio a titolo di buonuscita per l’attuale gestione. I potenziali compratori sembrerebbero avere fretta, se è vero, come si mormora, che propongono di chiudere già la prossima settimana, quando anche i dipendenti si aspettano di essere liquidati di una parte degli stipendi arretrati.
Finita qui? No. La telenovela continua. Gli interessati ad acquisire la Pistoiese 1921, su cui nomi ancora continua a esserci riserbo, ieri hanno addirittura rilanciato: settantamila euro di buonuscita per gli attuali gestori. Alla prossima puntata.
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