Se domenica pomeriggio, sul parquet di Casale Monferrato, in Piemonte, la Novipiù Monferrato batteva con ventidue punti di scarto la Fortitudo, seicento chilometri più a sud il Bologna di Thiago Motta otteneva la quarta vittoria di fila in questo campionato di calcio. C’è una Bologna che piange – ma la Fortitudo ha dominato la gara e a un certo punto si era portata a +11 ma è crollata nella ripresa – e c’è una Bologna che sorride. Forse c’è una nuova capitale dello sport in Italia (la prima fu Milano nel 2009, poi Torino nel 2015 e Genova nel 2024, Napoli lo sarà nel 2026), ora il capoluogo dell’Emilia-Romagna eccelle sia nella pallacanestro che nel calcio. Una sorpresa: in classifica ci sono le due milanesi, la Juventus e al quarto posto – appaiate, a più quattro dalla Roma – l’Atalanta di Gasperini e il Bologna di Thiago Motta. Nelle ultime nove stagioni in Serie A – cioè, dall’estate 2015, quando i felsinei retrocessi in Serie B centrarono al primo tentativo la promozione –, mai i rossoblù erano finiti così in alto. Semmai, campionati tranquilli e un paio di salvezze per cui principalmente va ringraziato Marco Di Vaio (sessantasei gol in quattro stagioni). Ora, invece, Bologna regala bel gioco, risultati, persino una petizione su Change.org per convincere l’allenatore, Motta, a rinnovare il contratto.
Già a inizio mese, con trentasei punti nelle prime ventidue partite di questa stagione di Serie A, il Bologna aveva rotto il record di punti nell’era dei tre punti a vittoria. Da allora – i rossoblù avevano pareggiato a San Siro contro il Milan – i numeri sono ulteriormente migliorati: tre vittorie di fila, l’ultima domenica all’Olimpico di Roma sulla Lazio di Sarri. In tutto, il Bologna ha battuto Lazio (due volte), Roma e Atalanta, ha pareggiato contro Juventus, Napoli e le milanesi. Ha il sesto miglior attacco di Serie A – trentasette gol segnati, come la Fiorentina – e la quarta miglior difesa, nonostante i tanti infortuni. Il portiere polacco Skorupski gioca qui dal 2018 ed è uno dei veterani in una rosa molto giovane, l’ex terzino romanista Riccardo Calafiori (ventun anni) si è disimpegnato egregiamente da centrale, in assenza dei titolari, l’olandese Sam Beukema e il colombiano Jhon Lucumí (venticinque anni ciascuno). Il terzino destro è l’austriaco Stefan Posch, ventisei anni e sei gol l’anno scorso, mentre a sinistra gioca Viktor Kristiansen (ventuno), prestato dal Leicester.
Thiago Motta e Zirkzee
È dal centrocampo in su che il Bologna mostra i muscoli. Il ventiquattrenne Lewis Ferguson è arrivato in estate 2022 da Aberdeen, in Scozia, e al primo anno in Italia segnò sette gol. Quest’anno, meno gol (cinque) e più assist (quattro), da titolare in un reparto dove si alternano il croato Nikola Moro (ventisei anni), il marocchino El Azzouzi (ventidue) in gol domenica contro la Lazio, Giovanni Fabbian (ventuno) che l’Inter ha prestato al Bologna dopo la scorsa convincente stagione in Serie B a Reggio Calabria e Kacper Urbanski, polacco, che a discapito dei diciannove anni ha giocato tredici partite in Serie A. La batteria di esterni a disposizione di Thiago Motta è sufficientemente ben fornita e rinnovata del tutto in estate – lo svedese Jesper Karlsson dall’AZ Alkmaar, lo svizzero Dan Ndoye dal Basilea e l’ex milanista Alexis Saelemaekers, tutti compresi tra i ventitré e i venticinque anni – a eccezione di Riccardo Orsolini, ventisette anni e mai così al centro del progetto. Orsonaldo l’anno scorso ha stupito tutti (undici gol e quattro assist, quest’anno già a nove e uno) e mostrato nuovamente il talento che nel 2017, in Serie B, nella sua Ascoli Piceno si guadagnò un contratto con la Juventus, poi il prestito all’Atalanta, infine al Bologna che lo riscattò per quindici milioni di euro nell’estate del 2019.
Al centro, dove l’austriaco Marko Arnautović è andato in doppia cifra per due anni di fila prima di trasferirsi all’Inter, è stato promosso uno dei grandi protagonisti di questo campionato, Joshua Zirkzee. Ventidue anni, olandese, riccioluto come Ruud Gullit, è ai numeri il miglior giocatore del Bologna: nove gol e quattro assist. La sua è una storia a parte – il Bayern Monaco ha mantenuto una clausola di riacquisto a quaranta milioni – ma se il Bologna dovesse qualificarsi alla Champions League, un’eventualità sorprendente ma possibile, le cose potrebbero cambiare. I rossoblù non facevano così bene dal 1994, quando neppure si erano formati i Lùnapop e Gianni Morandi era vincitore – nel 1987, con Tozzi e Ruggeri, Si può dare di più – del Festival di Sanremo anziché conduttore, né presidente onorario (dal 2010 al 2014) del Bologna Football Club. Proprio Morandi, a dicembre, dopo una vittoria al Dall’Ara con la Roma, era ripreso a intonare L’anno che verrà, di Lucio Dalla, assieme a Cesare Cremonini: «Da quando sei partito, c’è una grossa novità / l’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va». E Cremonini: «Ma il Bologna va». Quest’anno, va molto forte.
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