Cade la roccaforte di Avdiivka, Kiev si ritira: cosa può succedere ora

cade la roccaforte di avdiivka, kiev si ritira: cosa può succedere ora

Cade la roccaforte di Avdiivka, Kiev si ritira: cosa può succedere ora

La battaglia per Avdiivka può considerarsi ormai conclusa. Nonostante l’esercito russo non abbia chiuso la sacca che si era formata nel corso dei tanti mesi di battaglia, il taglio delle vie di rifornimento ucraine ha consigliato allo Stato maggiore di Kiev il ritiro da quel settore del Donbass, proprio per evitare il totale accerchiamento e maggiori perdite di uomini e mezzi.

Il comandate della Terza Brigata d’assalto, Andriy Biletsky, ha ufficializzato la sconfitta ucraina: “Grazie ai combattenti per la degna battaglia che hanno dato al nemico ad Avdiivka, in condizioni di totale superiorità numerica dei russi in termini di manodopera, equipaggiamento e munizioni. Avete fatto tutto e anche di più. Grazie per la resilienza di ciascuno. Ci stiamo muovendo verso posizioni preparate per ritornare e sferrare un colpo ancora più forte. Grazie al comando per la decisione ponderata. La lotta continua” ha affermato su Telegram.

Le forze ucraine, nella fattispecie la 53esima e la 59esima Brigata meccanizzata, si sono quindi ritirate verso posizioni più occidentali rispetto alla cittadina. Il fronte, sostanzialmente, non cambia – i russi hanno guadagnato una manciata di chilometri – ma si tratta di una vittoria politicamente importante per Mosca (sia sul fronte interno sia su quello esterno) e di una sconfitta che Kiev pagherà dal punto di vista del morale delle truppe e del sostegno occidentale: nelle cancellerie si andrà consolidando l’idea che nonostante gli aiuti forniti all’Ucraina non si ottengano i risultati sperati, più per le scelte sbagliate dello Stato maggiore ucraino che per l’effettiva resistenza russa. Viene ora da chiedersi quali saranno i punti critici del fronte nelle prossime settimane.

I punti critici del confine

Il primo, quasi sicuramente, è stato già individuato: la testa di ponte ucraina al di là del fiume Dnepr nella regione di Kherson ancora occupata dai russi. Qui, come sappiamo, l’esercito di Kiev ha dimostrato capacità notevoli per quanto riguarda l’installazione di una piccola “bolla” di interdizione che sfrutta droni, artiglieria e assalti di forze speciali. Quasi sicuramente il nuovo comandante russo in quel settore, cercherà di dimostrare di meritarsi la fiducia del Cremlino cercando di ricacciare gli ucraini sulla riva opposta del fiume. L’abbandono delle posizioni da parte dell’esercito ucraino ad Avdiivka permetterà ai russi di ridistribuire il grande numero di truppe che sono state impegnate in quella lunga battaglia, e non è quindi da escludere che parte di esse possano essere mandate a Kherson per quello scopo.

Non bisogna nemmeno dimenticare che lo Stato maggiore russo può decidere di rinforzare anche la zona di Robtyne e di Velika Novosilka, dove gli ucraini, nelle prime fasi della seconda controffensiva, erano riusciti a penetrare la linea del fronte per una decina di chilometri.

Spostandoci sul lato ucraino, la ritirata servirà a Kiev per riorganizzare le difese in quel settore del Donbass, e qualora dovessero arrivare nuovi rinforzi, dati da una mobilitazione più ampia, Kiev potrebbe cercare di colpire tra Bakhmut e Donetsk, dove, come abbiamo visto, i russi si sono ulteriormente trincerati col posizionamento di un “treno-sbarramento”, quindi riteniamo che si aspettino un qualche tipo di azione da parte dell’esercito ucraino.

In linea generale possiamo osservare che il conflitto resta caratterizzato dalla fine delle operazioni di manovra, e che l’iniziativa tattica è tornata nelle mani dei russi, che, come sempre detto, hanno dalla loro parte un alleato prezioso stante la differenza del potenziale bellico: il tempo.

Come nota finale aggiungiamo che la campagna di distruzione/disarticolazione della rete logistica ucraina utilizzando un misto di loitering munitions a lungo raggio, missili da crociera e balistici, continuerà nei prossimi mesi non avendo avuto grande impatto durante quest’inverno che ormai volge al termine, e che il contrasto ucraino alla presenza russa in Crimea, e in particolare alla Flotta del Mar Nero, sarà ulteriormente sviluppato in quanto ha dimostrato di essere l’unico a ottenere risultati eclatanti, come il recente affondamento di una nave da sbarco anfibio della classe “Ropucha”.

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