Dubai, la pioggia provocata artificialmente con i droni? Cosa è il “cloud-seeding” e la verità sull’alluvione
L’alluvione che ha inondato Dubai martedì è artificiale? Una teoria che avrebbe dell’incredibile, ma che secondo qualcuno non sarebbe così lontana dalla realtà. Della tecnologia del cloud-seeding si parla da tempo. Sui social alcuni influencer che vivono negli Emirati raccontano di «essere stati avvertiti dell’alluvione in arrivo e che si tratta di pioggia artificiale». E sebbene il Centro Nazionale di Meteorologia degli Emirati (NCM) ha inizialmente negato operazioni di cloud-seeding immediatamente prima della tempesta, pur confermando attività nella giornata di domenica e lunedì, le speculazioni non si sono fermate.
Cloud-seeding, cosa è?
Negli Emirati Arabi Uniti, dove le temperature possono raggiungere livelli insostenibili, il cloud-seeding (o «inseminazione delle nuvole») è considerata una soluzione innovativa per incrementare le scarse precipitazioni e rifornire le riserve d’acqua sotterranee. Questa tecnica implica l’uso di aerei che disperdono particelle di sale nelle nuvole per stimolare la pioggia.
Analisi dei dati di tracciamento dei voli, condotte dall’Associated Press, indicano che un aereo solitamente usato in queste operazioni ha sorvolato il paese proprio nei giorni scorsi. La situazione meteorologica ha preso una piega drammatica nella notte di lunedì, con piogge che hanno raggiunto il record storico: la media annuale sono 9,5 cm di pioggia, solo martedì ne sono stati scaricati 14,2 cm in 24 ore.
Il disastro a Dubai
Esperti nel campo sostengono che, benché il cloud-seeding possa aumentare le precipitazioni stagionali del 10-30%, non sia sufficiente per giustificare tali alluvioni. Critici e commentatori hanno invece puntato il dito contro le inadeguate infrastrutture di drenaggio della metropoli. Nonostante gli investimenti in tecnologie avanzate, Dubai si è trovata impreparata a gestire un tale volume d’acqua, evidenziando una vulnerabilità significativa nel tessuto urbano della città. Le ripercussioni delle inondazioni sono state immediate e severe: l’aeroporto internazionale di Dubai, un fulcro cruciale per il traffico aereo globale, è stato costretto a chiudere temporaneamente. I passeggeri sono rimasti bloccati, con voli cancellati o ritardati e il traffico aereo in tilt.
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