Rifiuti, lo studio del Comune: “Risparmi per quasi tutti gli utenti”
Un calo della tariffa per 68 delle 72 tipologie di famiglie prese in esame, con risparmi in bolletta che vanno da pochi spiccioli fino a diverse decine di euro. Mini-aumenti, da uno a cinque euro, solo per i single che vivono nella cosiddetta zona C, quella in cui la distanza tra abitazione e cassonetti è compresa tra i 200 e i 500 metri. Per tutti gli altri utenti (nuclei da due componenti fino a oltre sei residenti in qualsiasi tipo di abitazione e zona della città), le simulazioni compiute dal Comune sulla contestatissima nuova Tariffa corrispettiva puntuale promettono una spesa più leggera in materia di rifiuti. A patto chiaramente di non sforare il numero di massimo di conferimenti previsti e oltre il quale si pagherà un extra che dovrebbe attestarsi attorno agli 80 centesimi per ciascuna apertura ulteriore del contenitore dei rifiuti indifferenziati (nessuna limitazione per carta, plastica, vetro e organico).
In attesa dell’emissione delle prime bollette (la nuova tariffa è scattata il primo gennaio 2024), e che a fine anno si possa ragionare su dati definitivi, le prime proiezioni fatte in Municipio sostengono dunque con i numeri le tesi della Giunta. E in particolare le affermazioni dell’assessora all’Ambiente, Elisa Spada. Un esempio su tutti: una famiglia imolese di tre componenti con abitazione di 90 metri quadrati che oggi, a seconda delle aree di residenza della città, paga dai 198 ai 219 euro di Tari (compreso chi ha il porta a porta), con la nuova tariffa corrispettiva puntale spenderà 187 euro tanto nella zona A-B (cassonetti entro i 200 metri) quanto nella C (cassonetti entro i 500 metri).
Discorso diverso invece per i residenti (sempre tre componenti con casa di 90 metri quadrati) della zona D, dove il cassonetto più vicino è oltre i 500 metri. In questo caso, a fronte di una spesa per la Tari quantificata oggi dal Comune in 165 euro, si scenderà a 150.
Condizione necessaria resta però, come si diceva all’inizio, quella di rispettare il numero di conferimenti previsti. Partendo dalla zona industriale, dove c’è il porta a porta e la capienza dei bidoncini è di 30 litri, una famiglia composta da un solo componente potrà contare su 28 svuotamenti all’anno; una da due ne avrà invece a disposizione 35; un nucleo da tre 43; uno da quattro 48; uno da cinque 52; una famiglia da sei o più componenti avrà infine 55 svuotamenti. In pratica, visto che in un anno ci sono 52 settimane, una famiglia di quattro componenti che abita in zona industriale può disporre di tre svuotamenti al mese senza dover pagare un extra.
Venendo invece al centro storico, altra zona dove c’è il porta a porta ma a fronte di una capienza dei bidoni che sale a 40 litri, il numero degli svuotamenti prepagati è il seguente: 21 per una famiglia con un solo componente); 26 per un nucleo da due; 32 da tre; 36 da quattro; 39 da cinque; 41 per un nucleo di sei o più persone). In considerazione delle 52 settimane all’anno, una famiglia di quattro componenti che risiede in centro storico può contare su tre svuotamenti al mese.
Eccoci poi ai quartieri residenziali, dove c’è il sistema con le tessere per aprire i contenitori stradali che hanno una capienza di 20 litri di rifiuti. Una famiglia composta da una sola persona avrà a disposizione 42 conferimenti prepagati; una da due persone 52 conferimenti; da tre persone 64; da quattro persone 72 (vale a dire sei conferimenti al mese); da cinque 78 e da sei o più 82.
Fin qui gli utenti domestici. Per quanto riguarda invece le aziende, per tutte le tipologie di contenitori (sostituiti di recente dopo un confronto con le realtà interessate) sono stati previsti 26 svuotamenti annui prepagati.
Nel complesso, l’obiettivo è arrivare all’84% di differenziata nel 2027, dopo essere passati dal 55% del 2015 al 78% del 2022 grazie al nuovo sistema.
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