Perché il ritorno delle "leggins legs" non è una buona notizia

Su TikTok, sembra che ogni giorno ci si svegli con un nuovo trend virale, spesso pronto a sbloccare sempre più insicurezze in migliaia di donne, di ragazze o di persone femminilizzate. In questi primi mesi del 2024 sta facendo il giro del social media una tendenza chiamata Leggins legs, che promuove il fantomatico spazio tra le cosce (Thigh gap) come standard esclusivo di assoluta bellezza. Secondo il canone, ci sarebbero quindi delle “gambe da leggins” ideali: o le hai, o il tuo destino è chiaro. Al tuo corpo non è concesso di indossare questo capo. Si tratta di uno standard di bellezza estremamente dannoso e grassofobico, dai pericolosi tratti capitalisti, patriarcali ed eurocentrici ma, fortunatamente, una fetta di creator, specialmente Millenial, si sta opponendo a questa narrazione. Come spesso vale per le tendenze TikTok, questa cosa delle gambe da leggins non è nulla di nuovo, anche se non per questo non va denunciata. Cosmopolitan illustra il trend, da dove viene e perché è problematico.

Dal profilo Instagram di Kendall Jenner

Tutto sul trend TikTok delle “leggins legs”

In questi giorni di inizio 2024, i feed e le pagine dei PerTe di TikTok sono intasati da contenuti virali in cui le ragazze, spesso giovani, o si vantano di avere magre gambe “da leggins”, oppure si disperano per il fatto di non averle. L’altro lato del social network è popolato invece da persone che hanno già vissuto tutto ciò, banalmente perché sono nate prima. Se online, infatti, quello delle Leggins legs sta venendo spacciato come un nuovo trend, in realtà non lo é affatto. Nei primi anni del 201o, come riporta Nssgclub, succedeva una cosa molto simile, che la generazione dei Millenial ricorda bene: la piattaforma era diversa, era Tumblr, e il canone a cui ambire era il cosiddetto Thigh gap. Uno spazio fra le cosce che, guarda caso, è lo stesso necessario per poter essere accettate nel club delle gambe da leggins. Kate Moss nel 2009 a Women’s Wear Daily sentenziava: «Niente è più gustoso dell’essere magro», e non poteva sbagliarsi di più. Per questo sulla piattaforma – che ha anche rimosso il termine di ricerca dopo aver accumulato oltre 33 milioni di visualizzazioni – si trovano altrettanti diversi video in cui, commentando il trend delle Leggins legs, tantissime donne si rifiutano di rivivere quanto già visto in passato. «We are not doing this», sono le parole di una clip che si innalzano come un grido corale a difesa del benessere e della salute delle persone online.

Tra magrezza e Body Positivity, gli standard di bellezza nel 2024

A voler guardare bene, questo beauty standard non nasce nemmeno negli Anni ’10 del secondo millennio: la magrezza come massima aspirazione estetica è da anni perpetrata dall’industria della moda, fra collezioni unicamente pensate per un certo tipo di corpo e pochi modelli che lo rappresentano, e che diventano irrimediabilmente tutto ciò a cui il resto del mondo, diverso e complessamente irriducibile, vuole tristemente assomigliare. Negli Anni ’90, l’estetica Heroin chic riassumeva uno stile, caotico, grunge, sfumato e messy, che però reggeva la sua coolness sui pilastri portanti delle taglie zero. Se negli ultimi anni è stata popolarizzata la Body Positivity (un movimento politico e sociale, che non ha nulla a che vedere con le campagne pubblicitarie intrise di pink washing), e si è pensato, forse anche un po’ ingenuamente, che le cose stessero veramente cambiando in virtù di una rappresentazione dei corpi grassi, il trend delle Leggins legs, ma soprattutto le ultime Fashion Week, di settembre 2023 e febbraio 2024, dimostrano che, come volevano i più cinici, la moda è diventata body positive per un periodo per mere questioni di marketing e tendenze, ma poi non appena ne ha avuto l’occasione, è tornata super tossica. Anche Milano, ad esempio, ha ancora un grosso problema con l’inclusività. E modelle come Paloma Elsesser o Tabria Majors non fanno che ricordarcelo di continuo.

Perché il trend delle “leggins legs” è problematico

I danni principali dei beauty standard, soprattutto quelli che promuovono la magrezza (generalmente una questione genetica: va benissimo essere magri così come dovrebbe andare benissimo essere grassi) sono quelli relativi ai disturbi del comportamento alimentare. Uno studio del 2022 della National Library of Medicine collega l’aumento del numero di giovani donne colpite dai DCA alle pressioni estetiche e sociali sul web, a dimostrazione del fatto che questi trend beauty fanno sempre peggio alla salute: con flussi in continua evoluzione e volumi in aumento, gli hashtag e le ossessioni social parlano di generazioni vittime di una FOMO che non conosce distinzione tra online e offline. Il trend delle Leggins Legs, inoltre, affondando le sue radici nei dettami estetici di cui l’industria occidentale si serve per arricchire le tasche di pochi e spremere quelle di molti, creando bisogni inesistenti che confluiscono poi in prodotti di bellezza da acquistare.

Ma non solo, come sottolinea la scrittrice Naomi Kelechi Di Meo commentando la vicenda nelle sue storie Instagram, l’altra lente attraverso cui leggere questo fenomeno è quella dell’eurocentrismo: negli ultimi anni, dal 2016 circa fino a poco fa, tutte volevano (e tutti volevano che le donne avessero) un corpo e un aspetto simile a quello delle donne afro-discendenti, arabe o latine, complici naturalmente le Kardashian che avevano riprodotto su di loro questi tratti estetici, rendendoli sicuramente di tendenza, ma di fatto appropriandosene, per poi liberarsene, secondo quanto presunto, una volta stufe (sul lato b di Kim Kardashian, tra le sue continue negazioni, ci sono state diverse speculazioni: c’era chi diceva che si fosse sottoposta a chirurgia plastica per amplificarlo e chi invece ha sempre sostenuto che regolarmente facesse filler o eseguisse il BBL – il Braziliam bum lift, una procedura che rimuove il grasso da altre parti del corpo, come fianchi o stomaco, per iniettarlo poi nella zona del sedere –, e che a un certo punto, post divorzio da Kanye, avesse semplicemente smesso di fare, per poi tornare più slim). Oltre a lati b molto formosi, secondo Kelechi di Meo tutte volevano: «Filler labbra, capelli, autoabbronzante, treccine», come loro. Per questo spiega a riguardo: «Quando noi dicevamo: “è solo un trend”, la gente non ci credeva. Venivamo accusate noi di rabbia gratuita e incapaci di “essere felici perché finalmente venivamo apprezzate”. Eccoci qui, nel 2024, dopo mille hashtag sulla Body Positivity e cazzate viste sui magazine e sulle passerelle, a veder emergere di nuovo questa roba (il trend delle Leggins Legs, nda)».